Brexit: cosa cambia per italiani dopo accordo

Cosa prevede la Brexit? Cosa cambia per italiani con Brexit? Sono queste le domande principali che ci stiamo tutti un po’ ponendo dopo che il biondo Primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato il raggiungimento di un accordo tra la Gran Bretagna e l’Unione europea. Dopo la vittoria risicata del Leave sei anni e mezzo fa.

Una vittoria, che ha dato il via ad altri eventi politici anti-sistema molto importanti. Come la vittoria di Trump negli Usa nel novembre dello stesso anno o il 34% del Movimento cinque stelle in Italia alle elezioni politiche di marzo 2018.

Quattro anni e mezzo di trattative non facili e il rischio di ritrovarsi con un caos burocratico, una guerra dei dazi e tanti accordi commerciali saltati e non riscritti. Fermo restando che la Gran Bretagna deve ancora vedersela con la grana Scozia che vuole l’indipendenza essendo a maggioranza pro-Ue e una Irlanda che potrebbe accelerare il suo processo di riunificazione.

Ma torniamo alle domande di partenza sulla Brexit e cerchiamo di dare delle risposte.

Cosa prevede Brexit

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Aiutandoci con SkyTg24, cerchiamo di capirne di più.

Erasmus

La Gran Bretagna abbandona il programma Erasmus. Ciò significa che gli studenti europei dovranno iscriversi regolarmente alle costose università britanniche. In sostituzione, dovrebbe essere lanciato Alan Turing, il nuovo programma mondiale made in Great Britain.

Cittadinanza

Il Deal sulla Brexit punta a garantire una serie di diritti per i cittadini dell’Ue che lavorano, viaggiano o si trasferiscono nel Regno Unito. Nonché ai cittadini britannici che viceversa faranno lo stesso nei paesi dell’Ue. Ovviamente, non sarà tutto meccanico e scontato come prima ma saranno richiesti maggiori controlli e documentazione.

Qui Finanza riporta nello specifico che i cittadini europei che vivono nel Regno Unito potranno ottenere lo status di residente permanente (settled status) o di residente provvisorio (pre-settled status), se vivono nel Paese da meno di 5 anni. Il pre-settled status è valido per 5 anni, dopo i quali è possibile fare domanda per il settled status. Per ottenere la residenza provvisoria o permanente è necessario registrarsi all’Eu Settlement Scheme, allegando alla domanda i documenti che comprovino la propria identità e la residenza nel territorio britannico. La domanda è gratuita ed ad oggi le richieste hanno già superato i 4 milioni.

Viaggi

Non verrà meno la connessione aerea, stradale, ferroviaria e marittima tra Ue e Gran Bretagna. Sarà poi garantita la concorrenza tra gli operatori dell’Ue e quelli del Regno Unito. Appannaggio dei diritti dei passeggeri, dei lavoratori e la sicurezza dei trasporti.

Immigrazione

Uno dei punti che più interessa, giacché l’ex “Impero dove non tramonta mai il sole“, è una terra promessa per rifarsi una vita. Anche per centinaia di migliaia di italiani.

Dunque, chi arriva per lavoro dovrà avere un visto, ottenibile solo con un’offerta di impiego già ricevuta e un salario previsto di almeno 25.600 sterline (circa 28mila euro). Prevista qualche agevolazione per chi ha un dottorato di ricerca.
Più difficile entrare per cercare lavori come cameriere o commesso. Il che è una brutta notizia dato che gli italiani, come noto, lavorano molto proprio nella ristorazione. Più agevolato chi cerca lavoro nella sanità, soprattutto come infermiere o para-infermiere, poiché molti sono gli immigrati impiegati per l’assistenza alla terza età.

Turismo

I turisti non avranno bisogno di visto, ma sarà necessario il passaporto (mentre prima bastava la semplice carta d’identità). Inoltre, non si potrà permanere sul suo britannico per oltre 3 mesi da turisti.

Dogana e dazi

Il governo britannico schiererà 1.100 funzionari in più alle dogane e all’immigrazione. L’accordo prevede zero tariffe e zero quote su tutte le merci che rispettano le regole di origine appropriate.

Energia

Ci sarà un nuovo modello di scambio e interconnettività, con garanzie per una concorrenza aperta e leale, anche sugli standard di sicurezza per l’offshore e la produzione di energia rinnovabile.

Pesca

Le flotte pescherecce dell’Unione europea dovranno rinunciare a un quarto del loro pescato nelle acque britanniche nei prossimi cinque anni e mezzo. Dopodiché gli accordi saranno presi su base annuale pur con un minimo di garanzie contro ritorsioni da parte del regno della Regina.

Patente e assicurazione

Per i cittadini europei che guidano o vogliono guidare una auto sul territorio britannico, come riporta La Gazzetta nulla cambia fino al 30 settembre 2021. In seguito, sarà comunque possibile circolare con la propria patente di guida senza necessità di quella internazionale (Idp). Se si dispone di un’assicurazione Rc Auto emessa in uno dei ventisette paesi dell’Unione Europea, in Andorra, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Serbia o Svizzera, non sarà necessario portare con sé una carta verde assicurativa, ma è opportuno avere a bordo il tagliando dell’assicurazione in corso di validità. Il documento di assicurazione deve essere rilasciato dalla compagnia assicuratrice del veicolo ed includere: il nome dell’assicurato, la targa del veicolo e il periodo di copertura assicurativa.

Esteri

Non ci sono accordi riguardo la politica estera, dove le parti agiranno disgiuntamente rispetto alle sfide internazionali. Dunque, sarà una Unione europea ancora più debole rispetto ai colossi mondiali (Usa, Cina e Russia in testa) e al terrorismo internazionale. Mentre al suo interno perderà anche un importante contrappeso alla Germania.

Cosa cambia per italiani con Brexit

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Vedendo più da vicino cosa cambia per noi italiani con la Brexit, ovviamente perderanno molto i giovani che vorranno recarsi in Gran Bretagna per studiare o lavorare. Trovando maggiori difficoltà burocratiche ed economiche. Anche chi vorrà visitare da turista l’Inghilterra e gli altri paesi, dovrà espletare qualche scartoffia in più (passaporto e visto).

Per fortuna, buone notizie arrivano sul campo del commercio. Un mercato che vale circa 25 miliardi di euro di esportazioni italiane, di cui 3,4 miliardi solo di export alimentare. Sono infatti stati evitati dazi medi del 3%, che per alcuni prodotti alimentari potevano raggiungere anche il 30%.

Basti pensare che solo per i vini e il prosecco il mercato vale per il nostro Paese 700 milioni di euro all’anno. Mentre per settori come ortofrutta trasformata, pasta, salumi e formaggi, negli ultimi 10 anni c’era stato un incremento del +48%. Quindi, la Brexit non dovrebbe inficiare questa crescita per l’export italiano verso la Great Britain.

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Una risposta a “Brexit: cosa cambia per italiani dopo accordo”

  1. Il fatto che a livello economico non ci rimettiamo, ma forse ci guadagniamo pure è già una grande cosa di questi tempi. Per il resto il tempo è galantuomo, ci dirà se hanno fatto un affare o una sciagura a lasciare la UE.
    Saluti e Auguri

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