Bitcoin rivede quota 50mila dollari: i 3 motivi e perché bisogna stare attenti

Bitcoin rivede quota 50mila dollari: i 3 motivi e perché bisogna stare attenti

Il Bitcoin è vivo e vegeto e torna a far parlare di sé, dopo che diversi soloni dei mercati finanziari ne aveva già decretato la fine. E insieme ad esso, di tutte le criptovalute.

In effetti, le criptovalute non sono mai sparite. Semplicemente, sono relegate a un ruolo più di nicchia, ovvero, limitate a forma di pagamento alternativo da alcune piattaforme più coraggiose o come forma di investimento per utenti Nerd.

Tuttavia, chi ha seguito anche minimamente la storia recente delle criptovalute, si sarà facilmente reso conto che questo settore sia fortemente volatile. E viva di fiammate. Nel 2017, per esempio, dopo una cavalcata durata tutto l’anno, il Bitcoin arrivò a sfiorare i 20mila dollari, per poi rimbalzare fino ai 3mila dollari nel corso dell’anno successivo, per poi mantenere un prezzo medio di 6mila dollari.

Poi nel 2020 rifece parlare di sé, per un nuovo rally che portò il prezzo a sfiorare questa volta i 70mila dollari. E molti esperti, tutti poi spariti, si affrettarono a prevedere un prezzo stratosferico, perfino di 500mila dollari. Ma il Bitcoin, arrivato a 69mila dollari, batté di nuovo ritirata, scendendo fino a 16mila dollari per poi mantenere un prezzo medio di 25mila dollari.

Cosa sta succedendo ora? Quali sono le prospettive? Cerchiamo di fare chiarezza.

Perché il prezzo di Bitcoin sta salendo di prezzo

Si possono individuare tre fattori che stanno spingendo nuovamente il prezzo del Bitcoin:

  1. i previsti tagli al costo del denaro da parte della Federal Reserve (dopo una serie di rialzi di questi anni), al fine di sollecitare l’economia e quindi gli investimenti sui mercati e anche, di riflesso, nelle criptovalute;
  2. l’avvio di un ETF sui Bitcoin, che in qualche modo ha istituzionalizzato le criptovalute e le ha rese più legate al dollaro, stabilizzando così maggiormente il prezzo;
  3. ad aprile è previsto il cosiddetto Halving, ovvero “dimezzamento” delle quantità di bitcoin in circolazione, previsto ogni 4 anni. Ciò fa si che la produzione di criptovalute rallenti e, qualora la richiesta aumenti, ciò produce un incremento delle quotazioni di quelle in circolazione. Cosa di fatto avvenuta nel 2020, anno dello straordinario rally. I Bitcoin in circolazione, come scritto nel protocollo di origine, non può superare i 21 milioni di pezzi e oggi 19 milioni sono già in circolazione.

Come comportarsi?

La storia ci insegna che, quando si tratta di criptovalute, occorre andarci coi piedi di piombo perché il crollo è sempre dietro l’angolo. Probabilmente, il prezzo di Bitcoin si spingerà per un po’, forse fino all’autunno, proprio come nel 2024, o magari anche oltre l’anno. Anche perché più gente investe, più il prezzo aumenta, in un circolo vizioso.

Tuttavia, la strategia ideale è quella di restare posizionati per breve tempo, approfittando dei rialzi di volta in volta. Per esempio, investendo intraday o per alcuni giorni e vendere appena si ha il sospetto che il prezzo possa scendere. In molti in questi anni si sono ostinati senza vendere le criptovalute possedute, sperando in una inversione di tendenza mai arrivata. Perdendo fior fior di dollari o euro.

E’ probabile che questo nuovo rally porterà il prezzo del Bitcoin massimo su un nuovo record, per poi stabilizzarsi su un prezzo medio più alto di quello di questi anni. Ecco quanto accaduto in questi anni:

AnnoPrezzo massimo toccatoPrezzo medio dopo il rally
201719mila dollari6mila dollari
202069mila dollari 25mila dollari
2024??

Ecco una guida completa sul Bitcoin.

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