Per Joe Biden si mette sempre peggio. Se prima i democratici americani potevano contare sul voto di buona parte del mondo islamico, poiché considerati da questi ultimi più aperti e collaborativi rispetto ai repubblicani, ora anche gli islamici hanno deciso di far sentire il proprio dissenso all’ottantenne presidente in carica. Pronto a ricandidarsi nonostante gli evidenti problemi cognitivi (e deambulatori) di cui soffre da tempo e che ci vengono confermati a ogni uscita pubblica.
Il che poi è tutto da verificare, visto che anche i presidenti democratici, compreso il venerato Obama, hanno provocato morti in Medioriente.
Bene, alle ultime elezioni in Michigan ci sono stati più di 50mila voti “non impegnati”, il che significa praticamente ben 50mila schede bianche. Il tutto, in risposta a una campagna che chiedeva di fare pressione sul presidente per un immediato cessate il fuoco a Gaza.
La protesta del mondo islamico verso Biden
Come spiega Internazionale, il 27 febbraio il presidente Joe Biden ha vinto le primarie democratiche in Michigan, uno stato con una grande popolazione musulmana e araba.
Alcuni attivisti di questo stato chiave del midwest avevano lanciato la campagna “Listen to Michigan” (ascoltate il Michigan) per inviare un messaggio chiaro: il finanziamento e il sostegno della guerra a Gaza “sono in contrasto con i valori del Partito democratico”.
Come spiega Layla Elabed, una delle promotrici della campagna:
Il presidente sta finanziando bombe che uccidono i familiari di persone che vivono qui, persone che hanno votato per lui e si sentono tradite
Con l’aumento delle vittime civili palestinesi a Gaza, Biden ha così visto ridursi notevolmente i consensi tra i musulmani e gli statunitensi di origine araba. Il che non è una buona notizia, visto che proprio essi che sono stati decisivi per la sua vittoria su Donald Trump nel 2020.
Gli aiuti di Biden a Israele
Se da un lato la Casa Bianca sta facendo sentire la propria voce di dissenso verso Israele, dall’altro continua ad approvare miliardi di dollari di aiuti militari in favore di . Inoltre, Washington ha messo il veto ad alcune risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedevano un immediato cessate il fuoco umanitario. E ora Biden sta pagando tutto ciò.
Il problema è che l’unico in casa democratica che potrebbe contrastarlo è Dean Phillips, un ricco deputato del Minnesota, che però secondo le prime stime ha ottenuto il 2,8 per cento dei voti in Michigan. Quindi è alquanto distante.
Trump sarebbe super favorito, ma i guai giudiziari (reali o prodotti ad arte dai magistrati democratici) potrebbero vanificare la sua brillante corsa.
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