Bernalda, storia e cosa vedere nel paese di Francis Ford Coppola

Bernalda, storia e cosa vedere nel paese di Francis Ford Coppola

Bernalda è un comune di circa 12mila abitanti, situato nella provincia di Matera, in Basilicata. Sorge su un altopiano a poco più di 120 metri sopra il livello del mare, praticamente verso la fine della Val Basento, toccando la parte nord-occidentale della provincia di Taranto. Dunque, segna anche il confine tra la Basilicata e la vicina Puglia. Ma qual è la storia di Bernalda?

Per scoprire quale sia la storia di Bernalda, divideremo il racconto in più epoche, così da rendere più chiaro il suo sviluppo.

Le origini di Bernalda

Come riporta Wikipedia, le origini di Bernalda sono comunemente fatte risalire verso la fine del III sec. a.C. Quindi si può dire che non segua lo stesso destino di altri centri del Metapontino, di origine molto più antica.

All’epoca, la città di Metaponto fu prima depredata e poi distrutta dai romani. Ciò spinse parte dei suoi abitanti verso la collina, in quella che oggi è la zona che include la chiesetta di San Donato e la Madonna degli Angeli. Diedero così vita ad un piccolo centro, a cui diedero il nome di Camarda.

Ad onor del vero, il primo documento ufficiale nel quale viene citato un villaggio denominato Camarda risale a molto dopo: il 1099. Circa un secolo dopo – il 1180 – Camarda, ormai un feudo, fu assegnata a Riccardo. Mentre nel 1350 divenne proprietà di Bertrando del Balzo, allora conte di Montescaglioso.

La storia di Bernalda: il periodo tardo medioevale

Dati più certi si hanno a partire dalla fine del XV secolo e a 5 anni esatti dalla scoperta dell’America: il 1497. Il centro assunse la denominazione di Bernalda, sorgente sulle rovine dell’antica città di Camarda. Qui infatti, il segretario del re Alfonso II d’Aragona – il barone Bernardino de Bernaudo, di origine patrizia calabrese – prese la decisione di trasferire Camarda verso la zona del Castello.

Bernardino de Bernaudo ebbe particolarmente a cuore la realizzazione del nuovo centro abitato – che non a caso erediterà anche il suo nome, Bernalda appunto – decidendo di collocarlo sul promontorio sporgente sulla vallata del Basento.

Particolarmente curata ne fu la viabilità: ben 7 strade larghe venivano fatte intersecare con 8 stradine trasversali. Oggi ancora apprezzabili, giacché costituiscono il ridente centro storico della cittadina. Ovviamente, lungo le strade più importanti furono realizzati i palazzi signorili. Che tutt’oggi ne caratterizzano il centro.

Nel corso della dominazione aragonese sono stati realizzati anche il Castello e la Chiesa Madre (poi ribattezzata Chiesa di San Bernardino da Siena). Oggi tra i principali luoghi d’interesse turistico di Bernalda.

Lo sviluppo durante il periodo borbonico

Nel 1735 avvenne un evento molto importante: Bernalda ebbe l’onore di ospitare il Re Carlo III di Borbone, che volle così conoscere il centro da poco acquisito dopo la guerra di secessione polacca. Colpito dalla particolare ospitalità ricevuta, Carlo III di Borbone volle premiare gli abitanti con un decreto legislativo firmato il 21 giugno 1735, tramite il quale conferì a Bernalda il titolo di città.

Alla fine del secolo XVIII, il generale Jean Antoine Étienne Vachier – detto Championnet – decise di includere il paese nel circondario di Pisticci. Mentre alcuni anni dopo, un altro re borbonico – re Ferdinando I di Borbone – firma un altro atto importante per la città: il regio decreto n. 2020. Con il quale si consentiva la celebrazione di una fiera annuale: «da’ 16 fino al mezzodì de’ 19 di maggio», in onore del Santo patrono San Bernardino da Siena.

Mentre il suo successore, Ferdinando II di Borbone, il primo dicembre del 1831 autorizzò tramite decreto n. 636 l’ampliamento del borgo. Per farlo, fu scelto il fondo denominato “la difesa di san Donato”, posizionato praticamente all’estremo opposto rispetto al centro urbano.

In effetti, all’ampliamento territoriale del borgo seguì quello demografico: dopo una trentina di anni gli abitanti di Bernalda divennero circa seimila. Sebbene l’attività economica si basasse ancora prevalentemente sull’agricoultura, specializzata nella produzione di cotone e zafferano. Subito dopo troviamo la pesca, praticata nel fiume Basento, mentre a chiudere il podio abbiamo la caccia, che proliferava nei boschi limitrofi la città.

La storia di Bernalda nell’Italia appena nata

Durante il difficile periodo di transizione che vide la nascita dell’Unità d’Italia, Bernalda non fu risparmiata da eccidi di civili. Per esempio, sono passate tristemente alla storia le stragi del 26 marzo 1862, giustificate dalla soppressione del brigantaggio (si parla di una dozzina di vittime accertate), e quella dell’8 aprile 1888, nel corso delle proteste contro la “tassa di capitazione”. La cui soppressione nel sangue da parte delle neonate autorità provocò 4 morti.

Nel frattempo, con l’arrivo dell’Unità d’Italia, anche Bernalda ebbe una nuova collocazione amministrativa: Vittorio Emanuele II – con regio decreto dell’8 settembre 1865 – diventa una sezione del collegio elettorale di Matera numero 53. Il che la staccava di fatto da Pisticci (MT).

In realtà, si trattava di una istanza avanzata dalla stessa municipalità bernaldese, che si basava sul fatto che la formazione morfologica del territorio rendeva più difficoltoso andare a votare nella collocazione precedente.

Come nel resto del Mezzogiorno, tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e la prima metà del Novecento anche molti abitanti di Bernalda emigrarono in cerca di fortuna.

Il periodo fascista

Il nuovo secolo si apre, come per tanti centri del sud Italia, con una importante migrazione di massa. Con l’arrivo del fascismo, non mancarono anche qui scontri e tensioni, dove si contarono 4 morti.

Durante il fascismo, il territorio di Bernalda si amplia notevolmente: nel 1930 grazie all’acquisizione dell’area di Metaponto. Il che portò anche all’importante arrivo di uno sbocco sul mare, visto che quella parte del territorio apparteneva al confinante comune di Pisticci.

Bernalda: anni recenti

Dopo il tragico dopoguerra, Bernalda avrà un andamento pressoché stabile della propria demografia, che negli anni ‘50 contava poco più di 10mila abitanti. Che supereranno la soglia degli 11mila solo trent’anni dopo, ad inizio anni ‘80. Mentre i censimenti più recenti danno la popolazione sopra i 12mila abitanti.

Il nuovo millennio vede in più occasioni Bernalda salire agli onori delle cronache. Nel 2001 la città trova infatti la ribalta grazie al fatto che sia stato pubblicato un saggio, quello dell’antropologa americana Dorothy Louise Zinn dal titolo Raccomandazione: Clientelism and Connections in Italy, edito Donzelli. Infatti, tale saggio è frutto di uno studio sul campo che l’autrice ha effettuato proprio sul suo territorio, seguendo le orme di Edward C. Banfield. Anch’egli di origini lucane, sebbene di Chiaromonte.

Bernalda e Francis Ford Coppola

Nel 2020, invece, come racconta La Gazzetta del Mezzogiorno, il grande regista e produttore italo-americano Francis Ford Coppola ha ottenuto la cittadinanza onoraria di Bernalda. Da qui, nel 1904, partì suo nonno Agostino alla volta degli Stati Uniti, dando vita ad una famiglia di artisti: tra registi, musicisti, attori, ecc. Si pensi, oltre a suo nipote Francis, anche a suo figlio Carmine (padre di quest’ultimo), ai nipoti Sofia Coppola (figlia di Francis, anche ella regista, esordiente ne Il Padrino III)e il divo hollyoodiano Nicolas Cage.

Ma oltre alla cittadinanza onoraria, Francis Ford Coppola nella sua “Bernaldabella”, come ama definire la cittadina dei suoi avi, ha fatto un investimento importante: lo storico Palazzo signorile della famiglia Margherita. Il cui Giardino è comunque rimasto patrimonio dei Beni Culturali e Ambientali Italiani.

Coppola ne ha fatto un resort a cinque stelle, destinato ad ospitare Vip legati sempre al mondo delle arti ma anche dello sport. Inoltre, ha avviato un bar ristorante, dal nome inequivocabile “Cinecittà”, aperto però anche alla gente comune.

La vita dei Coppola è stata trasposta in un docufilm dall’attore e regista bernaldese Michele Salfi Russo, dal titolo “Il fischio di famiglia” (titolo originale: The family whistle). Opera che ha vinto il Premio per la Fotografia al Festival cinematografico di Boston, e ha avuto l’onore di essere proiettato al Festival del Cinema di Cannes.

Cosa vedere a Bernalda

Oggi Bernalda è diventata una ridente meta turistica, con sei chilometri di costa che affacciano sullo Jonio e un centro storico molto caratteristico, fatto di vicoletti e palazzi nobiliari. Nel quale è possibile apprezzare, tra le altre cose:

  • il Castello Aragonese
  • la Chiesa Madre di San Bernardino da Siena
  • Piazza San Bernardino
  • Piazza Plebiscito
  • Chiesa del Carmine
  • Chiesa del Convento di Sant’Antonio da Padova
  • Palazzo Margherita

La Chiesa Madre di San Bernardino da Siena si caratterizza per i mattoni di terracotta che ne costituiscono l’edificio, nonché per le cupole bizantine. Ospita vari elementi pittorici e decorativi di notevole valore.

Il Castello Aragonese guarda dall’alto la città, realizzato probabilmente dai normanni ma profondamente restaurato dagli aragonesi.

La Chiesa del Carmine ospita un grande crocifisso ligneo del XVII secolo, mentre la Chiesa del Convento di Sant’Antonio da Padova vanta un crocifisso ottocentesco molto intenso.

A Piazza Plebiscito è possibile invece apprezzare una villa giardino circondata da palazzi signorili ottocenteschi, dimore storiche della borghesia locale. Infine, Palazzo Margherita, come detto, ha acquisito nuovo lustro grazie al recente investimento di Francis Ford Coppola.

La storia di Bernalda raccontata dal cibo

La gastronomia, si sa, è uno dei fattori chiave che attraggono i turisti stranieri in Italia. Quali sono i prodotti tipici di Bernalda?

Primo piatto tipico è la pasta con fagiolini e cacioricotta, risalente alla metà del Novecento, probabilmente, come in tanti casi, sorta per cercare di sopravvivere alle difficoltà lasciate dal dopoguerra. Viene preparata con fagiolino dolico dall’occhio a cui si aggiunge passata di pomodoro e cacioricotta.

Alla pasta con fagiolini e cacioricotta viene anche dedicata una sagra nella frazione di Metaponto.

Per i più golosi di dolci, Bernalda offre le scorzette, che si preparano con albume, nocciole e cioccolato fondente fuso. A crearla il pasticciere Vincenzo Spinelli negli anni ‘70. Il nome deriva da “scorz d’ l’arvl” (che nel dialetto locale significa “corteccia dell’albero”).

In realtà, esiste anche una variante, dove al posto di nocciole e cioccolato fondente troviamo mandorle e cioccolato bianco. A giudicare quale sia migliore, ovviamente, ci appelliamo al gusto di ciascuno.

Come arrivare a Bernalda

Di seguito lascio la mappa di Google Maps per quanti volessero arrivare a Bernalda in auto, a piedi, in bici, in treno o in aereo.

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