Crisi Criptovalute, da Binance a Crypto.com: stanno fallendo tutti!

Crisi Criptovalute, da Binance a Crypto.com: stanno fallendo tutti!

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 14 Novembre 2022

La crisi delle criptovalute: ultima vittima Voyager Digital

Le criptovalute stanno vivendo una profonda crisi, partita da inizio novembre e non ancora arrestatasi. Fedele figura plastica di ciò è il crollo del prezzo del Bitcoin, che, come noto, trascina con sé nel bene e nel male tutto il comparto. Il prezzo del Bitcoin è passato da 69mila dollari agli attuali 21mila, perdendo quindi il 60% del proprio valore.

Certo, nel mese di giugno il prezzo del Bitcoin ha trovato un minimo di assestamento intorno all’area 20-21 mila dollari americani. Ma occorre capire se si tratti di un pit stop prima della ripresa al ribasso o della preparazione verso un nuovo rialzo. Almeno che non resti in quest’area per diversi mesi come fece nel corso del 2019, quando rimase sospeso tra i 6 e gli 8 mila dollari statunitensi.

La crisi delle criptovalute sta trascinando con sé molte società basate sulla DeFi. Ultima vittima in ordine di tempo, come riporta HD Blog, Voyager Digital, società specializzata nei prestiti. La causa di tutto va fatta risalire alla bancarotta del fondo speculativo Three Arrows Capital, meglio noto con la sigla 3AC. E così, 3AC non è stata capace di restituire a Voyager un prestito di 650 milioni di dollari. E dunque, per uno spietato effetto domino tipico della finanza – tradizionale o decentralizzata che sia – Voyager Digital è diventata insolvente e quindi incapace di soddisfare le richieste di prelievo dei suoi utenti.

Richieste diventate più numerose proprio a causa del crollo dei prezzi delle criptovalute, con molti utenti che volevano il proprio denaro indietro. Un circolo vizioso simile a quello della Grande Depressione del 1929. Quasi un secolo fa, ma i meccanismi dell’alta finanza restano gli stessi.

Da Crypto.com a Coinbase passando per Binance: crisi delle criptovalute non risparmia nessuno

Sempre HD Blog celebra un triste rosario di tutti gli Exchange in profonda crisi, che stanno attuando piani di emergenza che fanno davvero paura a chi invece in criptovalute. Tra licenziamenti, blocco dei prelievi e quant’altro.

La crisi di Crypto.com

Crypto.com aveva iniziato il 2022 in pompa magna, presentandosi tra gli sponsor del Super Bowl. Il secondo evento più seguito al mondo dopo la Finale della Coppa del Mondo. Sono passati solo 6 mesi ma sembrano anni. Ora la società americana, tra gli Exchange più in ascesa negli ultimi due anni, è costretta a licenziare con l’obiettivo di “rimanere concentrati per seguire la roadmap e contestualmente ottimizzare la redditività“.

Il taglio, come annunciato dal Ceo Kris Marszalek, sarà pari a 260 lavoratori. Praticamente il 5% del totale. Ricordiamo che Crypto.com è stata fondata a Singapore nel 2016 e vanta 50 milioni di clienti in tutto il mondo e 4.000 dipendenti. Che però ora rischiano grosso.

Anche BlockFi licenzia

Stessa sorte è toccata ad un’altra società di crypto-investimenti, BlockFi, che ci è andata ancora più dura. Annunciando in un post pubblicato sul blog ufficiale, il licenziamento di circa 200 persone. Praticamente un quindi del personale, giustificando il tutto per “un drammatico cambio delle condizioni macroeconomiche“.

Binance sospende i prelievi

Non licenzia, almeno per ora, un altro colosso delle criptovalute: Binance. Tuttavia, arriva una decisione che inquieta non poco: la sospensione dei prelievi in Bitcoin. A quanto pare però, non c’entra la crisi del settore, ma i problemi sarebbero nati da una “transazione bloccata sulla catena“. Il CEO Changpeng Zhao aveva inizialmente promesso un rapido intervento per risolvere la questione, ma i tempi si sono poi dilatati. Ma è uno scricchiolio che lascia riflettere.

Coinbase licenzia il 18% del personale

Anche Coinbase licenzia personale. Il 18% della sua forza lavoro e qui i numeri si fanno pesanti: 1.100 dipendenti. La causa è sempre quella della crisi che ha colpito il settore.

Forse tutte queste società hanno investito molto anche nel personale credendo che le criptovalute fossero cresciute esponenzialmente per anni. Ed invece, è arrivato un pesante stop. Occorre capire se è solo fisiologico e temporaneo, oppure le criptovalute hanno esaurito la propria espansione, in attesa di novità importanti che potrebbero tornare a farle crescere. A pesare è stato anche l’azzeramento del valore di Terra Luna, che ha mandato in tilt ulteriormente il sistema.

Già nessuno vuole più gli NFT?

Intanto, lo scorso maggio il Wall Street Journal aveva celebrato il funerale degli NFT. I Non Fungible Token che stanno rivoluzionando il mondo dell’arte e del collezionismo. Trainati dal successo delle criptovalute. Questo scriveva l’importante quotidiano economico americano:

La vendita di token non fungibili, o NFT, è scesa a una media giornaliera di circa 19.000 questa settimana, un calo del 92% da un picco di circa 225.000 a settembre, secondo il sito web NonFungible

L’esempio illuminante di questa crisi è quello dell’Nft realizzato da Snoop Dog dal titolo “Doggy # 4292“. Raffigura un astronauta dalla pelle verde in piedi su una stella della Walk of Fame di Hollywood. Orbene, se ad aprile valeva 32mila dollari in Ethereum, all’asta era stato proposto a 25 milioni di dollari. Tuttavia, l’offerta più alta è stata di 0,0743 Ethereum (WETH). Praticamente 210 dollari.

Se ciò non bastasse, Google Trends – che come noto è uno strumento di Google per monitorare le statistiche riguardo le ricerche delle keywords sul proprio motore di ricerca – ci dice che da gennaio assistiamo a un calo dell’80% delle ricerche per gli NFT.

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