Bagnoli, la meravigliosa baia di Napoli ancora negata

Bagnoli, la meravigliosa baia di Napoli ancora negata

Anche quest’anno il mare a Bagnoli è negato ai cittadini. In trent’anni sono stati spesi quasi mille milioni di euro.

Che occasione, ma che affare, vendo Bagnoli, chi la vuol comprare?

Colline verdi, mare blu…Avanti chi offre di più?

cantava con la sua proverbiale ironia il Bob Dylan dei Campi Flegrei Edoardo Bennato, nel brano Vendo Bagnoli, ottava traccia del disco Abbi Dubbi. Album del 1989 che contiene, tra gli altri, il grande successo commerciale Viva la mamma.

Bennato si riferiva a Bagnoli, abbandonata dall’industrialismo selvaggio che l’aveva stuprata nel boom economico e ora in attesa di rilancio. Rilancio che non c’è mai stato, nonotante i milioni di euro arrivati per la bonifica, i proclami, perfino un commissariamento a mo’ di esproprio fascista da parte del Governo Renzi.

Anche per quest’estate Bagnoli non sarà balneabile, al massimo sarà possibile una pur piacevole passeggiata sul lungomare o sul pontile. Ex ponte per lo scarico delle merci e delle materie prime, unica opera realizzata in questi anni (qui la storia e qualche foto), che offre una bellissima passeggiata in mezzo al mare, circondati dal paesaggio flegreo. Il tutto però dovendo anche respirare una nauseabonda puzza di uova marce e alla vista di antiestetici fabbriche e capannoni abbandonati.

La storia di Bagnoli

Come ricostruisce Angelo Forgione sul proprio profilo Facebook e sul proprio sito ufficiale, fino alla prima metà del 1800, nella Baia di Bagnoli-Coroglio si affacciavano terreni agricoli, mentre sugli splendidi fondali prosperava Posidonia oceanica e una gran diversità di organismi.
Il graduale peggioramento della qualità ambientale a partire dalla prima decade del 1900, quando si insediarono le prime industrie (Italsider/Ilva avviata nel 1909), fino al periodo di massima espansione negli anni 1950-1980 con l’acciaieria, è stato accompagnato da notevoli cambiamenti della comunità biologica.

La scomparsa della Posidonia è stata repentina; cambiata drasticamente sia la composizione degli organismi unicellulari che vivono nell’acqua sia di quelli che vivono nel sedimento; diminuita la loro diversità ed aumentate le specie probabilmente in grado di resistere a concentrazioni elevate di idrocarburi e metalli pesanti. La zona era nota fin dall’antichità per la sua straordinaria ricchezza termale e veniva chiamata Balneum Balneoli.

Il tutto ebbe iniziò nel 1884 con l’esplosione del colera e la successiva Legge per il risanamento della città di Napoli, che, dietro la necessità di risolvere i problemi dei rioni popolari, innescò una vantaggiosa speculazione edilizia a vantaggio delle banche piemontesi. Da lì in poi, il mare “non ha più bagnato” Napoli. Tanto che solo da qualche anno è apparsa qualche spiaggetta qua e là un po’ più ufficiale e curata, ma parliamo sempre di “arrangiamenti“, come diciamo qui.

Inoltre, il mare è quasi sempre non balneabile, ma le persone che abitano lì vicino, non ci stanno a rinunciarci. Non va certo meglio in periferia, come a San Giovanni a Teduccio, dove il mare da decenni è utile solo per sversare rifiuti industriali e fogne.

Gli sprechi sulla bonifica di Bagnoli

Come scrive Giovanni Capasso su Il fatto quotidiano, una lettera inviata il 19 giugno da Bernardo Mattarella, l’amministratore di Invitalia, al Commissario di Bagnoli, il sindaco Gaetano Manfredi, si è venuti a conoscenza di enormi rallentamenti nel processo di riqualificazione di Bagnoli. Ma anche, forse cosa ancor più grave, alla scoperta di aree ancora contaminate nonostante fossero state già bonificate in precedenza. I costi aggiuntivi ammontano a 232 milioni di euro, triplicando l’importo preventivato.

Difficile oggi fare una stima di tutti i milioni di euro sprecati per il rilancio di Bagnoli, essendo passati ben 30 anni fa, 20 governi nazionali (di centro-destra e di centro-sinistra, ma anche qualcuno tecnico), 5 regionali e 7 comunali (con una netta prevalenza del centro-sinistra). Secondo Il Riformista, si parla di 905 milioni di euro, così suddivisi: 157 assegnati a Bagnoli Spa, 285 a Bagnoli Futura e 442 assegnati a Invitalia in regime di commissariamento.

Il progetto iniziale prevede un parco urbano, il parco dello sport, la linea di costa balneabile, alberghi, spiagge. Una sorta di Miami Beach, che porterebbe posti di lavoro e occasioni di tempo libero. Dopo 34 anni, Bagnoli è insomma ancora come la descriveva Bennato. Ecco la canzone:

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