Asereje, il tormentone che nasconde un messaggio satanico

Asereje, il tormentone che nasconde un messaggio satanico

Una teoria vuole che il brano Asereje cantato dal gruppo spagnolo Las Ketchup nasconda un messaggio subliminale.

Nella ormai lontana estate del 2002 ci furono diversi tormentoni, tra i quali Asereje, brano spagnoleggiante del trio Las Ketchup, tre belle ragazze peperine che lanciarono un ballo facile e veloce, simile alla leggendaria Macarena.

La parola Asereje, come sovente capita nelle canzoni “usa e getta“, non ha un vero senso compiuto, ma prende ispirazione dalle parole della hit proto-hip-hop della Sugar Hill Gang intitolata Rapper’s Delight. Un grande successo del 1979.

Dunque, ufficialmente, la parola “asereje” nasce da un passaggio dall’inglese allo spagnolo mantenendo il testo iniziale della canzone del gruppo hip-hop per assonanza e costruendoci sopra un ritornello egualmente nonsense che ebbe un grande successo. Tanto che ancora di recente le Las Ketchup sono ospiti nei programmi che ricordano i brani del passato.

Tuttavia, a quanto pare, il ritornello tanto nonsense non sarebbe. Anzi, nasconderebbe perfino un messaggio satanico. Vediamo quale.

Asereje e il messaggio nascosto

A raccontare questa che è più una tipica leggenda metropolitana ci ha pensato La scimmia pensa. Una leggenda che, ricordo, già circolava ai tempi, prima ancora che ci fossero i Social. Come sappiamo facili vettori di complotti e congiutture.

Si parte dal fatto che in spagnolo il termine asereje significherebbe “a ser hereje”, cioé: essere eretici. Ma non finisce qui: il verso successivo sarebbe addirittura un’invettiva contro Dio stesso:

Ja, de je, de jebe tu de jebere

come frase, riprenderebbe infatti il tetragramma biblico Ja, che starebbe per Geova: “Geova [Dio], lascia andare il tuo essere“. E poi la frase

Y donde más no cabe un alma

in italiano starebbe per:

E dove non c’è più spazio per un’anima

Secondo la teoria del complotto si tratterebbe naturalmente dell’inferno, che è già strapieno delle anime dei dannati.

Infine, un altro verso incriminato sarebbe:

Y el DJ que lo conoce toca el himno de las 12

che in italiano sta per

E il DJ che lo conosce suona l’inno delle 12

ossia, di mezzanotte. Che, come sappiamo, è tradizionalmente l’ora oscura dei demoni, dei fantasmi e, perché no, dei rituali satanici.

Che fine hanno fatto le Las Ketchup che cantavano Asereje

A quanto pare però, questa sorta di evocazione satanica celata in un semplice tormentone estivo, non ha portato bene a chi le cantava. Dunque, non si ripete quanto si vede per esempio in un classico Horror come Rosemary’s Baby.

Come riporta Wikipedia, Las Ketchup sono un gruppo musicale spagnolo composto inizialmente da tre sorelle, Lola, Pilar e Lucía Muñoz, alle quali poi si aggiunse Rocío Muñoz. Tutte figlie di Juan Muñoz, un chitarrista di flamenco noto come El Tomate. Provengono da Cordova, in Andalusia. A quanto pare però Rocío aveva sempre fatto parte del gruppo, solo che all’epoca dell’uscita del primo singolo e del primo album, era incinta.

A parte il grande successo internazionale di Asereje, che in realtà si scrive Aserejé, gli unici due album, Hijas del Tomate (che lo contiene), ed il seguente, Un Blodymary, non ottennero il successo sperato. Iscrivendole così ai tanti casi di un one-hit wonder.

L’ultimo importante palcoscenico internazionale per le Las Ketchup è stato nel 2006 l’Eurovision Song Contest di quell’anno, quando rappresentarono la Spagna con la canzone Un Blodymary (scelte dell’emittente televisiva spagnola TVE). Ma finirono solo 21me con 18 punti. Due anni prima avevano anche partecipato a Sanremo duettando con Danny Losito nel brano Single, finito però nel dimenticatoio.

Negli anni sono state spesso richiamate come ospiti in qualche evento per riproporre Aserejé. Brano che, a prescindere da possibili messaggi subliminali satanici, è riuscito a ricavarsi uno spazio nei ricordi di molti di noi. Tra i quali, ci entra pure il Festivalbar: qui abbiamo spiegato perché non c’è più.

Ecco il brano:

Anche un altro storico tormentone, Vamos a la playa, nasconde un messaggio inquietante. Ne abbiamo parlato qui.

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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