Andrea Rocchelli, il fotoreporter italiano ucciso dagli ucraini

Riportiamo la storia di Andrea Rocchelli, fotoreporter italiano ucciso dalle milizie ucraine perché accusato di essere filo-russo.

Esistono morti di Serie A e morti di Serie B. La storia italiana è piena di esempi. come quella di Andrea Rocchelli (per gli amici Andy), giornalista, fotoreporter e fotografo italiano freelance professionista. Fondatore e membro del collettivo di fotografi indipendenti Cesura.

Andrea Rocchelli fu ucciso nel corso della guerra del Donbass del 2014, da un colpo di mortaio sparato dall’esercito ucraino mentre era impegnato in un reportage tra i filoseparatisti del Donbass. Almeno questa è la versione dei giudici italiani.

In un’inchiesta giornalistica in onda su Rai News 24, un asserito disertore dell’esercito ucraino, col volto oscurato e anonimizzato, ha accusato il comandante ucraino Mychajlo Zabrods’kyj di aver dato l’ordine di sparare contro il gruppo di civili, che includeva anche appunto Rocchelli.

Della sua storia non si parla mai, soprattutto da quando è in corso sempre in Ucraina un’operazione imbastita dall’occidente in chiave anti-russa. Di seguito riportiamo la sua vicenda.

Chi è Andrea Rocchelli

Come riporta Wikipedia, Andrea Rocchelli aveva già raccontato la Primavera araba in Libia e Tunisia, le violazioni dei diritti umani in Kirghizistan e Inguscezia e le condizioni dei migranti nel meridione d’Italia. Si è poi specializzato nelle questioni dell’Europa orientale e della Russia.

Le sue foto sono state pubblicate da Le Monde, Newsweek, The Wall Street Journal e Novaya Gazeta. Avrebbe anche dovuto pubblicare un libro, poi edito da Cesura postumo la sua morte.

Come detto, Rocchelli è stato ucciso durante la guerra del Donbass il 24 maggio 2014 ad Andreevka, nelle vicinanze di Slov”jans’k, Ucraina orientale, quando aveva solo 30 anni.

Insieme al fotoreporter, quel pomeriggio vi erano:

  1. l’attivista per i diritti umani e interprete Andrej Nikolaevič Mironov, anch’egli rimasto ucciso nell’attacco;
  2. il fotoreporter francese William Roguelon;
  3. l’autista locale, rimasti entrambi feriti;
  4. un civile di passaggio, rimasto illeso.

Il gruppo di giornalisti stava documentando le condizioni dei civili che si trovavano nel mezzo loro malgrado tra il fuoco dell’esercito ucraino e le postazioni dell’artiglieria separatista. Al momento dell’attacco, si trovava in prossimità di binari abbandonati.

Il tiro di mortaio, che si è sostenuto abbia ucciso Mironov e Rocchelli e ferito Roguelon, è stato riconosciuto da un tribunale italiano come proveniente dalla parte ucraina e non accidentale. Infatti, la sentenza finale attribuisce interamente la responsabilità alle forze ucraine in questa operazione, ma il principale indiziato, Vitalij Markiv, è stato assolto per non aver commesso il fatto.

Secondo la testimonianza di Roguelon, a sparare i colpi sono provenuti dalla collina di Karachun, dove erano posizionati i miliziani della Guardia nazionale dell’Ucraina e l’esercito ucraino.

Rocchelli fatto fuori volutamente dagli ucraini

Un’inchiesta interna ucraina cercò di addossare le colpe a un gruppo filo-russo, ma la tesi non è stata mai suffragata da prove. Ad oggi non sono stati individuati i responsabili, ma è accaduto un fatto inquietante: Rocchelli era stato schedato sul sito Myrotvorec’, affiliato con il Ministero degli affari interni dell’Ucraina.

Sulla foto della sua sched i gestori del sito applicarono la scritta rossa in sovraimpressione “Liquidato“, riportando inoltre una nota in cui si affermava che il fotoreporter stava “cooperando con organizzazioni terroristiche filo-russe” e che aveva violato il confine di stato dell’Ucraina per penetrare nel territorio occupato da “bande terroristiche russe”.

Anche sulla scheda di Andrej Mironov fu applicata la medesima scritta “Liquidato”, mentre nella nota si specificò che il soggetto

cooperava con i terroristi filo-russi per creare materiale di propaganda anti-ucraino

Questi sono i personaggi che stiamo aiutando con armi e soldi…

Ricevi le news su Telegram iscrivendoti al canale dal bottone seguente:

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.