Dunque, dopo voto Sicilia, il centrodestra torna a governare questa regione. Dopo averlo fatto ininterrottamente dal 2000 al 2012, quando poi a salire su quello scranno fu Rosario Crocetta. Una svolta storica, non solo per una questione di colore politico, ma anche perché Crocetta è notoriamente omosessuale. In una regione ancora fortemente omofoba. La rivoluzione di Crocetta, a parte il clamore mediatico di aver scelto inizialmente come assessori Battiato e Zichichi, durati peraltro molto poco, ha deluso le aspettative. Su tutte l’assunzione di 24mila forestali, diventata di fatto un tormentone e una barzelletta. Nei suoi tanti anni di governo siciliano, il centrodestra ha lasciato la regione nell’arretratezza. E non sono mancati arresti e scandali. Eppure, si torna al punto di partenza. Renzi in tutto questo, e nella disfatta del Pd, ha però le sue colpe.
Voto Sicilia: le colpe di Renzi
Il segretario del Pd ha commesso due errori principali. Il primo è stato quello di aver snobbato le elezioni siciliane. Nella stupenda terra siciliana non ci ha messo affatto piede in queste settimane, preso com’era dal trenino che lo ha portato in giro sulla penisola. Per poi recarsi in America dall’amico Obama, che ormai campa di meeting e di orazioni a suon di dollari. Lasciando così campo aperto a Berlusconi, che invece è stato, malgrado i suoi 81 anni, in due città: Palermo e Catania. Secondo errore, aver diviso la coalizione. Preferendo di allearsi con Alternativa popolare di Alfano anziché i partiti alla sinistra del Pd (come Mdp nato proprio da una sua costola e Sinistra italiana). Ma la sinistra è da anni brava a dividersi.
Ora dice di voler creare un’ampia coalizione in vista delle politiche, che vada dal centro alla sinistra. Avendo capito che da solo il Pd non va da nessuna parte e quel 41% preso alle europee del 2014 è un lontano ricordo. All’epoca Renzi era all’apice della sua popolarità, ma 2 anni di governo hanno fatto capire agli italiani chi è veramente.
Voto Sicilia: il centrodestra di nuovo in ascesa
Vuoi le solite divisioni del centrosinistra, vuoi le imbarazzanti figuracce del M5S quando è chiamato a governare, vuoi l’ennesimo impegno profuso da Berlusconi, fatto sta che il centrodestra è di nuovo in forte ascesa. Rispetto al ‘94, al posto di Bossi c’è Salvini e al posto di Fini c’è la Meloni. Bossi è stato colpito da un ictus e da scandali familiari; Fini da scandali familiari anch’esso ma anche dalla scelta di volersi staccare dal cavaliere dopo anni di testa china. Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno riportato entusiasmo in Lega e Destra sociale, che fini a 2-3 anni fa sembravano roba del passato. Berlusconi piace ancora alla gente e malgrado sia visibilmente stanco e col volto tirato dal lifting e colorato dal cerone, è ancora in campo e si mostra un cavallo di razza della comunicazione.
Peraltro, il centrodestra oggi appare agli occhi degli italiani come il baluardo contro due forze opposte: l’Unione europea, con la sua oppressione tecnocratica ed economica da un lato, e il pressapochismo dei Cinquestelle. Visti ancora da molti come anti-sistema e populismo e poco più. Come già detto in altra sede, il centrodestra rischia di vincere seriamente le prossime elezioni politiche.
Voto Sicilia: Nello Musumeci chi è
Chi è Nello Musumeci? Come riporta Palermo Today, in Sicilia è il primo presidente di Provincia eletto direttamente dal popolo. La sua notorietà è legata anche a quella felice stagione (1994-2003) che segna la ricostruzione morale, economica e culturale del territorio etneo, conosciuta come “la Primavera di Catania”. Sono gli anni in cui – secondo Datamedia – Musumeci è il presidente di Provincia col più alto indice di gradimento in Italia. Apre al pubblico “Le Ciminiere”, restituendo ai catanesi un luogo simbolo della città. Potenzia la proposta culturale creando il museo storico dello sbarco in Sicilia e il museo di cinema. Riqualifica la rete stradale e l’edilizia scolastica, migliorando così strutture e infrastrutture. Per tre legislature è eletto deputato, con Alleanza nazionale, al Parlamento europeo (1994-2009). Durante e dopo la preoccupante eruzione dell’Etna del 2001 è nominato Commissario del governo per l’emergenza e la ricostruzione sul vulcano. Nel 2008 diviene consigliere comunale nel capoluogo etneo, il più votato dalla Città. Tre anni dopo entra a far parte del governo nazionale, quale Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle Politiche sociali. Nel 2015 fonda il movimento politico siciliano #DiventeràBellissima.
Nel 2013, un grave lutto lo colpisce: suo figlio muore a soli 30anni, colpito da un infarto fulminante del miocardio. La vita dell’uomo Musumeci, inevitabilmente cambia. Ad aprile viene eletto, per unanime volontà di tutti i gruppi politici, Presidente della Commissione Regionale Antimafia dell’Ars. E’ la consacrazione istituzionale di un impegno sociale perpetrato negli anni. Crea la Fondazione Cardinale Dusmet per sostenere le famiglie vittime degli usurai. Propone la creazione di un osservatorio europeo sul fenomeno delle mafie e porta l’attenzione di Bruxelles su una problematica chiave della Sicilia. Chiede l’istituzione dell’Ora della legalità per educare all’onestà i giovanissimi facendo cultura della legalità nelle scuole. Per questo suo costante impegno antimafia, Musumeci è costretto per lungo tempo vivere sotto scorta. In concomitanza con la sua candidatura alle regionali si dimette, per una questione di onestà e trasparenza, dalla presidenza della Commissione Antimafia.
Cosa ha fatto Nello Musumeci? Gli vengono riconosciute tre opere su tutte:
– Le Ciminiere di viale Africa a Catania: Un grande polo culturale, fieristico, sociale. Uno spazio di eventi nel cuore della città restituito ai catanesi dopo anni di abbandono.
– Museo storico dello sbarco in Sicilia presso Le Ciminiere Catania: Esteso per oltre tremila mq, il più grande del genere in Europa, dopo l’Imperial War Museum di Londra.
– Museo del Cinema: Esteso per millleduecento mq, allestito dall’architetto François Confino, lo stesso che ha progettato il Museo nazionale del cinema di Torino.
Voto Sicilia: com’è andato il M5S
Molto bene il Movimento 5 stelle, che si è attestato intorno al 34%. Per quello che Luigi Di Maio definisce una rampa di lancio per le prossime politiche. Tuttavia, neanche a Giancarlo Cancelleri è riuscita la missione di portare alle urne i tanti siciliani delusi e disillusi. Infatti, ad astenersi è stato il 52% dei siciliani.