Violenza sulle donne disabili: una vergogna nella vergogna

Violenza sulle donne disabili: una vergogna nella vergogna

La violenza sulle donne è esecrabile a priori, ma lo diventa ancora di più se quelle donne sono disabili (anche se è più giusto dire diversamente abili). Proprio perché c’è l’aggravante della loro situazione. Si tratta di disabilità fisiche o mentali, talvolta di tutte e due.

A parlarne è Sara Carnovali, avvocata dello Sportello antidiscriminatorio del Tribunale di Milano e componente dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Che denuncia sia il fatto che gli episodi siano purtroppo pure in crescita, sia che la politica faccia ancora troppo poco.

👩🏻‍🦽Violenza sulle donne disabili: la difficoltà dei dati

Come riporta Il Fatto quotidiano, la dottoressa Carnovali ne ha parlato durante il Convegno online organizzato dalla Federazione italiana donne arti professioni affari (Fidapa):

Né il Piano strategico nazionale 2021-2023, né le Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere prevedono che i dati raccolti siano disaggregati sia per genere sia per condizione di disabilità, né contengono alcuna statuizione relativa alla garanzia dei diritti all’accessibilità, all’accomodamento ragionevole e alla progettazione universale

Monica Cerutti, presidentessa Fidapa Torino, ha invece posto i riflettori sulle mancanze della politica:

È emerso quanto la normativa risulti particolarmente frammentata, nel momento in cui il focus è sui diritti delle persone offese in condizioni di vulnerabilità. Nel caso delle donne con disabilità parliamo di discriminazione intersezionale, con fattori interdipendenti fra loro. La stessa disabilità è un universo con diverse sfumature.

Se è complesso in generale essere consapevoli della violenza subita, lo risulta particolarmente per le donne con disabilità intellettiva. Un ulteriore ostacolo all’eventuale denuncia è rappresentato dal fatto che se si è di fronte a violenza domestica, in molti casi si tratta di violenza perpetrata dal caregiver, da cui la donna dipende totalmente

😠I numeri della violenza sulle donne disabili

Sempre in occasione del Convegno, la vice presidente di Telefono Rosa Piemonte, Anna Ronfani, ha snocciolato dei dati molto significativi:

639 donne accolte e 4.456 contatti web, on line e social. Tra i casi accolti, 44 (il 6,9%) riguardano donne con varie forme di disabilità: il 45% ha una difficoltà motoria, l’11% mostra disabilità intellettiva, il 6% difficoltà sensoriali. La maggioranza di queste donne è coniugata o unita civilmente (52,27%). Si tratta per lo più di donne italiane (il 95%), solo una minoranza è occupata in forma stabile (11%), mentre il 20% si è ritirata dal lavoro e il 25% inabile al lavoro per problemi di salute di lunga durata.

Più del 18% hanno dichiarato violenza fisica; oltre il 22% violenza verbale e minacce; poco più del 2% hanno riferito violenza sessuale, ma più del 15% ammette altre forme di violenza sessuale (molestie, abusi on line, revenge porn, essere costrette ad attività sessuali umilianti e/o degradanti).

Il 26% dichiara violenza psicologica e circa il 15% violenza economica. Per quasi il 56% di queste donne viene valutato un altissimo livello di rischio legato al ripetersi delle violenze, solo circa il 7% fa ipotizzare un livello di rischio basso.

Per quanto concerne la fascia di età:

la più rappresentata riguarda donne oltre i 60 anni (più del 43% del totale), più del 18% ha tra i 40 e i 49 anni e il 13% ha un’età tra i 16 e i 29 anni. Solo poco più del 50% ha una autonomia economica nel momento in cui inizia il percorso di affrancamento dalla violenza e solo una percentuale analoga può contare su una anche minima rete sociale (familiari, parenti o amici). Più del 52% di loro ha figli.

La violenza viene esercitata, in oltre il 48% dei casi, dal coniuge o convivente. Molto alte e significative le percentuali di violenze subite dai figli (21%). Questo rilevamento è particolarmente allarmante, essendo 5 volte superiore a quanto risulta per le altre donne. Quasi il 7% subisce violenza da parte di fratelli o sorelle.

Speriamo che la prima donna Premier possa porre maggiore attenzione verso queste tematiche.

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Pubblicato da Valeria Marano

Appassionata di Gossip e curiosità.

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