Verme alieno trovato nel Mediterraneo: quali rischi?

Verme alieno trovato nel Mediterraneo: quali rischi?

Per la prima volta il verme alieno è stato avvistato sulle coste italiane. Vediamo quali sono i rischi per specie ed esseri umani.

Di tanto in tanti, nei mari italiani viene ritrovata qualche specie aliena che minaccia sia i bagnanti che la biodiversità (vegetale e animale) nostrana. Complice soprattutto il surriscaldamento delle acque che sta spingendo verso le nostre coste animali che solitamente popolano le coste africane o mediorientali. L’ultimo caso è quello del verme alieno.

Tecnicamente chiamato Laonome triangularis, è stato rinvenuto per la prima volta sui fondali del mare di Civitavecchia. A scoprirlo è stata l’Arpa Lazio, assieme agli scienziati del Cnr e del Disteba (il dipartimento di Scienze e tecnologie biologiche e ambientali dell’università del Salento), nonché ai colleghi del Centro nazionale per il futuro della biodiversità.

Vediamo perché il verme alieno è una minaccia.

Cos’è il verme alieno trovato a Civitavecchia

Come riporta In Italia, gli esemplari di Laonome triangularis sono stati trovati lo scorso 9 maggio 2023 e sarebbero arrivati a Civitavecchia aggrappati a una delle tante navi che arrivano nel Lazio dopo aver girato il mondo, sotto forma di larve o uova. Da lì si sarebbero calati nel fondale fangoso e sabbioso accanto al canale di ingresso al porto.

Sono stati trovati setacciando un fondo del mare a 22 metri di profondità con una rete con maglie da 1 millimetro. Sono stati ritrovati 9 vermialienitra i 16 e i 18 millimetri.

Questo esemplare ha fatto la sua prima apparizione nel Mediterraneo nel 2009, in Turchia. Ma è la prima volta che appare nella parte occidentale del bacino.

Questa scoperta conferma, secondo Arpa Lazio, la necessità di

un costante monitoraggio biologico negli ambienti portuali per prevenire la diffusione delle NIS nel bacino del Mediterraneo

La scoperta del verme alieno rientra nel progetto SeAlien, che prova a colmare un’importante lacuna conoscitiva lungo le coste del Lazio (ma in realtà andrebbe estesa alle altre coste italiane) in merito a due problematiche emergenti:

  1. microplastiche
  2. specie aliene

Quali sono i rischi del verme alieno

Il verme alieno è un polichete legato alla famiglia dei sabellidi, ha pigmenti, lobi e uncini che lo distingue dal resto delle specie della stessa famiglia. Ha origini australiane ed è molto invasiva.

Arpa Lazio ritiene che questa specie pone diversi rischi a carico della biodiversità locale, sia alterando gli ecosistemi marini sia modificando la struttura degli habitat costieri. Non sono invece riportati rischi per gli esseri umani, che potrebbero essere assimilati a quelli apportati da una medusa.

Rettifica

Riceviamo e con piacere pubblichiamo:

sono Andrea Bonifazi, il ricercato che ha trovato il verme e che lo ha segnalato in un articolo pubblicato sulla rivista Diversity.
Noto con piacere che la notizia è diventata di ordine pubblico, ma mi duole constatare come l’approccio mediatico sia, come troppo spesso accade, allarmistico e fuorviante. Si parla troppo enfaticamente di “minaccia”, di “pericolo”, di “allarme”. No, così non va bene: è vero che è una specie aliena che, in letteratura è considerata invasiva, ma attualmente non ci sono dati per asserire che sia una minaccia nelle nostre acque. Siamo colmi di specie aliene in Mediterraneo, probabilmente sono oltre 1000 secondo recenti stime, ma non tutte hanno uno stesso impatto. E la stessa area limitrofa a Civitavecchia è da anni colma di specie aliene, non è una novità. Fare allarmismo è inutile, basterebbe sensibilizzare in generale sulle problematiche legate all’alloctonia.
Anche nel suo intervento, asserisce che “Arpa Lazio ritiene che questa specie pone diversi rischi a carico della biodiversità locale, sia alterando gli ecosistemi marini sia modificando la struttura degli habitat costieri. Non sono invece riportati rischi per gli esseri umani, che potrebbero essere assimilati a quelli apportati da una medusa”. Ciò non è vero, non abbiamo mai fatto tali affermazioni su Laonome triangularis, la constatazione è in generale sulle specie aliene. Inoltre non è affatto vero che possa causare danni assimilati a quelli di una medusa, ciò è totalmente inventato. Chiedo quindi una rettifica.

Se interessato, questo è l’articolo originale:
https://www.researchgate.net/publication/371530493_First_Record_of_the_Alien_and_Invasive_Polychaete_Laonome_triangularis_Hutchings_Murray_1984_Annelida_Sabellidae_in_Italian_Waters

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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