Qualche giorno fa, il 15 aprile, sono trascorsi 57 anni dalla morte del grande Totò, al secolo Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio. E noto affettuosamente come Il Principe della risata.
Negli anni pizzerie e ristoranti su tutti, ma non solo, hanno sfruttato il suo nome e la sua immagine gratuitamente, con insegne varie ed eventuali, intitolandogli pietanze in Menù e proponendo iconografie di tutti i tipi.
Ora però la nipote Elena, figlia di Liliana, ha deciso di porre fine a questo mercimonio in nome dell’illustre e amatissimo nonno. L’opinione pubblica però si sta dividendo, tra chi ritiene che fa benissimo e chi invece ritiene che Totò sia un bene di tutti.
Immagine e nome di Totò non più utilizzabile per fini commerciali e pubblicitari
Come riporta Tgcom24, Elena De Curtis così spiega le ragioni di questa iniziativa in una intervista a Il Messaggero:
È una questione di rispetto per mio nonno. Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine
Ma non potrebbe fermarsi qui: gli eredi stanno infatti pure pensando alla creazione di un brand e di un format di ristoranti e pizzerie che richiameranno il nome e l’immagine di Totò a fronte di svariate attività che lo utilizzano di fatti illecitamente. Si pensi anche a cartoni per l’asporto, menù ai biglietti da visita, scontrini e quant’altro.
C’è già una sentenza
C’è già un precedente: il tribunale di Torino nel giugno 2023, con un’ordinanza cautelare ha consesso l’inibitoria che avevano richiesto gli eredi sull’uso del nome e dell’immagine. I giudici hanno stabilito il pagamento di una penale di 200 euro per ogni violazione o inosservanza successiva alla data di notifica del provvedimento.
E così, lo scorso febbraio, la pizzeria “Totò e Peppino” di Porto d’Ascoli, fondata nel 2008, ha annunciato di aver cambiato nome in virtù di questa sentenza e lo stesso hanno fatto altre pizzerie.
Più difficile sarà l’adeguamento dei locali situati nel centro storico di Napoli, che sente propria la figura di Totò, in una sorta di amore viscerale che li lega all’artista. Ma vanno anche comprese le ragioni degli eredi.