Dopo il passo falso del terzo episodio, la Microids si riscatta con un eccellente quarto (e ultimo?) capitolo, Syberia: The World Before
Era l’ormai lontano 2002 quando la Microids, casa di sviluppo di videogiochi francese, rilasciò una delle avventure grafiche più famose e importanti di tutti i tempi: Syberia, creata e diretta dal compianto Benoît Sokal.
Ciò che distingue il gioco (e, almeno in parte, i suoi seguiti) dalla concorrenza sono l’eccellente design grafico, che unisce sapientemente art nouveau e steampunk, l’ottima sceneggiatura e una solida protagonista femminile, Kate Walker.
Esattamente vent’anni dopo, nel 2022, esce il quarto (e ultimo, almeno per il momento) episodio della saga, Syberia: The World Before, con l’obbiettivo non troppo segreto di ritornare ai fasti degli albori, dopo un terzo capitolo piuttosto discutibile.
Ma andiamo con ordine, visto che già da questa introduzione si capisce che c’è tanta carne al fuoco, partendo con una breve panoramica sul passato, per poi concentrarci sul presente (e futuro) di questa saga leggendaria.
Syberia: The World Before, le origini del mito
A partire dalla metà degli anni 90 del secolo scorso iniziò una profonda evoluzione nel genere delle avventure grafiche: dai classici più “giocosi”, con forte attenzione rivolta agli enigmi da risolvere, si passò pian piano a prodotti dall’interfaccia utente più minimale, con focus principale sulla storia e sui personaggi.
Syberia rappresenta un perfetto esempio di questa “nuova scuola”, con la sua grafica evocativa, ampi scenari, trama degna di un film, personaggi interessanti e, come già detto, una protagonista molto ben caratterizzata.
Kate Walker è una giovane avvocata americana, inviata dal suo studio nell’immaginario paesino di Valadilene per sovrintendere al passaggio di proprietà della caratteristica fabbrica locale di automaton, in seguito alla morte dell’attuale proprietaria.
Le cose si rivelano però più complicate del previsto, dato che spunta improvvisamente un erede: Hans Voralberg, fratello della defunta, ritenuto anch’egli deceduto da tempo, pare sia invece ancora in vita da qualche parte.
Da qui parte una lunga ricerca per Kate Walker, accompagnata dal fidato automaton Oscar e quindi da un ritrovato Hans a caccia del suo sogno, in un viaggio che la porterà a visitare numerosi luoghi bizzarri e affascinanti, a fare incontri e affrontare situazioni che avranno un importante impatto sulla sua vita, rendendola una persona completamente diversa.
Peccato e redenzione
Tutto ciò è mirabilmente espresso nei primi due capitoli della saga (per quanto il primo sia probabilmente ineguagliato), usciti a due anni di distanza l’uno dell’altro. Purtroppo, però, a distanza di tredici anni dal secondo episodio, la Microids decise di resuscitare la serie, rilasciandone il terzo capitolo.
La grafica passò dal 2D a un 3D sicuramente d’impatto, ma che rendeva i movimenti della protagonista estremamente macchinosi, al pari della nuova interfaccia utente; come se non bastasse, il fascino dell’ambientazione e della storia dei primi due giochi era quasi completamente svanito.
Ed è così che arriviamo finalmente al 2022, anno in cui i vecchi fan delusi possono finalmente scoprire se la Microids ha imparato la lezione ed è riuscita a raddrizzare la rotta di una nave prestigiosa, ma tristemente allo sbando.
Inutile girarci intorno: dal titolo dell’articolo avrete già capito che la risposta è sicuramente positiva, quindi non resta che andare a vedere in dettaglio cosa rende il quarto episodio della saga un degno successore dei primi due.
Un nuovo inizio
Ciò che colpisce subito di Syberia: The World Before è l’incredibile grafica 3D, con una cura maniacale per i dettagli, in particolare dell’immaginaria cittadina europea di Vaghen, in cui si svolge la maggior parte del gioco.
Sì, ho scritto 3D, e questo può immediatamente generare brutti ricordi negli appassionati della saga: a onor del vero, alcuni problemi di movimento e, soprattutto, di puntamento permangono anche in questo episodio, ma per fortuna sono più tollerabili, così come l’interfaccia utente, semplificata rispetto a Syberia 3.
Subito dopo, un altro spavento: la protagonista assomiglia a Kate Walker, ma non è lei, anche perché la storia inizia nel 1937. Niente paura, però: il “The World Before” del titolo si riferisce proprio al fatto che stavolta il giocatore controllerà non solo l’avvocata americana, ma anche la pianista Dana Roze (e in alcune sequenze anche altri personaggi minori), entrambe ottimamente doppiate in inglese.
Senza rivelare troppo della (eccellente) trama, ben presto Kate Walker si metterà proprio alla ricerca della misteriosa Dana, le cui tracce si sono perse in seguito ai drammatici eventi di quella che è un chiaro analogo della seconda guerra mondiale.
Dal punto di vista della giocabilità, ciò comporta che in alcuni casi sarà possibile passare “al volo” da un personaggio all’altro (e da un’epoca all’altra), in un interessante espediente che consentirà a Kate di acquisire informazioni fondamentali per il prosieguo della ricerca.
Tragedie e speranze
Ciò che distingue profondamente Syberia: The World Before dal suo criticato predecessore (e che lo avvicina agli illustri antenati) è, come già accennato, il fascino dell’ambientazione: a Vaghen si respira a pieni polmoni l’aria di Valadilene, con automaton e aggeggi meccanici presenti un po’ ovunque e che spesso sono parte integrante degli enigmi, piuttosto semplici come per i predecessori.
A differenza di questi ultimi, però, la storia è più cupa, con numerosi eventi tragici o che dipingono un’umanità che mostra il peggio di sé, in particolare (e prevedibilmente) nel difficile periodo storico vissuto da Dana.
Per fortuna la presenza di Oscar (stavolta in versione… armadillo meccanico) contribuisce ad alleggerire l’atmosfera, così come rincuorano le istanze progressive di uguaglianza sociale (ad esempio, la relazione tra Kate e la sua compagna Katyusha all’inizio dell’avventura).
Ci sono altri piccoli difetti o scelte discutibili (come quella dei salvataggi automatici, che personalmente non amo), ma in definitiva Syberia: The World Before riscatta pienamente la serie dai “peccati” dell’episodio precedente, lasciando anche i giocatori fiduciosi in un seguito, visto il finale aperto.
(Originariamente pubblicato su Storie Semplici)