Si profila un nuovo Scudo penale in favore dei medici e del personale sanitario in generale. Oltre a una riforma della Colpa medica.
Si profila un nuovo Scudo penale in favore dei medici e del personale sanitario in generale, simile a quello stabilito durante il Covid-19 per venire incontro all’emergenza dettata da un male che si conosceva ancora poco.
Gli emendamenti della maggioranza e dell’opposizione al decreto Milleproroghe sono pronti. Su tutti, in particolare un emendamento del centro-destra, i cui primi firmatari sono Francesco Ciancitto e Luciano Ciocchetti di Fratelli d’Italia, il quale prevede
la limitazione della punibilità ai soli casi di colpa grave” per tutti quei fatti “commessi nell’esercizio di una professione sanitaria, in considerazione della contingente situazione di grave carenza di personale
Resterebbe però salva per i danneggiati la possibilità di chiedere un risarcimento in sede civile.
Scudo penale per i medici come funziona
Come spiega Qui Finanza, lo scudo penale per medici e infermieri dovrebbe essere valida fino al 31 dicembre 2024. Esso impedirebbe di far causa al personale sanitario per omissioni, per diagnosi o prescrizioni errate e per interventi chirurgici andati male. L’unica ipotesi di punibilità rimarrebbe quella correlata ai casi di colpa grave.
In realtà, si tratterebbe di un preludio a una riforma più profonda della responsabilità giudiziaria del personale sanitario, con l’introduzione della cosiddetta Colpa medica.
La colpa medica è ad oggi disciplinata dalla legge 24/2017. Sono oltre 35mila le cause intentante contro i medici, che però nella quasi totalità dei casi (il 97%) si conclude con un nulla di fatto e la caduta dell’accusa. E ciò finisce per pesare sul lavoro già in affanno dei tribunali.
Probabilmente molte cause sono anche mosse dal risentimento dei familiari al cospetto della morte di un proprio caro, anche quando il personale sanitario effettivamente non c’entra. O fomentate da avvocati in cerca di lavoro.
Si vuole ridurre anche la cosiddetta medicina difensiva
Ma nella volontà del Governo Meloni c’è anche quella di ridurre la cosiddetta “medicina difensiva”. Con essa si intende la mole di accertamenti che i medici prescrivono per evitare eventuali accuse di negligenza, imperizia o colpa. Secondo le stime, la medicina difensiva pesa sulla spesa sanitaria per circa il 10% (oltre 11 miliardi di euro).
Ci potrebbe però essere un contraltare per i cittadini, visto che oggi ottenere una visita in una struttura pubblica comporta attendere mesi, anche più di un anno. E che molti medici non sono proprio così scrupolosi.
Come denunciamo da anni la Sanità italiana è al collasso e sempre più vicina al modello americano. Dove vige una legge darwiniana in salsa capitalista: solo chi ha i soldi può sperare di salvarsi.
Poiché sono un medico e quindi mi sento chiamata in causa. dico la mia. Noi non lavoriamo per sbagliare, lavoriamo per la salute delle persone, così come un avvocato non lavora per perdere le cause. Però se sbagliamo una diagnosi, a volte ci sono malattie che richiedono settimane per una diagnosi corretta, o una terapia come conseguenza della diagnosi sbagliata, ecco diventiamo passibili di denuncia.
Ciò impone al medico un costo, quello di una assicurazione, e penso che siamo l’unica categoria di lavoratori che ha quasi l’obbligo di farla, come se fossimo responsabili di cose che spesso, anzi nel 97% dei casi, va le a dire il numero delle assoluzioni per i medici chiamati in causa, non dipendono da noi.
C’è un fiorente mercato di sciacalli che tende poi a lucrare su queste cause e si chiamano avvocati e associazioni a difesa del malato che sanno benissimo che, tranne il dolo eventuale, non otterranno nulla. Il problema è che si intasano i tribunali di cause penali e civili che potrebbero essere evitate, di danni che spesso sono solo la conseguenza di una guarigione anche completa, ma che secondo il malato sono “colpa” del medico, come fossimo noi ad andare in giro sotto forma di monatti a spargere le malattie.
Italia, Messico e Ungheria sono i 3 paesi al mondo dove fare il medico è come tentare di compiere un reato a prescindere. Sbagliano tutti nel loro lavoro, anche in modo grave, come quando crolla un ponte, esplode una tubatura, o non si ripristina una strada, ma pare che solo NOI medici siamo la damnatio Italiæ, quelli che pagano, anzi non pagano quasi mai, tranne un avvocato che ti segua una inutile causa di tasca propria.
La denuncia o la querela deve essere perciò fatta solo quando esiste un eventuale dolo e che questo venga riconosciuto, ma le spese processuali qualora non sanzionabile devono essere a carico del querelante e non, come avviene oggi, divise a metà.
Non intitolatelo “scudo” come se fosse una protezione al pari del condono fiscale o di uno svuota carceri, è un lavoro il nostro e anche uno dei più utili al paese, basti pensare a quante vite salviamo (io ne ho salvate due direttamente) e che nessuno ci riconosce come merito, perché siamo colpevoli a prescindere.