Ryder cup, evento di golf costato 65 milioni pubblici ma che non interessa nessuno

Ryder cup, evento di golf costato 65 milioni pubblici ma che non interessa nessuno

La Ryder cup è una manifestazione internazionale di Golf che si sta tenendo a Roma, costata molto e dai dubbi rientri economici.

Sono passati quasi 8 anni da quando il presidente della FederGolf, Franco Chimenti, e quello del Coni, Giovanni Malagò, annunciarono trionfalmente che l’Italia si era aggiudicata la Ryder Cup 2022. Poi diventata 2023 per gli eventi di questi anni noti a tutti.

Dopo anni di polemiche, leggi ad hoc, finanziamenti, garanzie governative e ritardi, la Ryder Cup finalmente è arrivata a Roma: quattro giorni di gare, una parata di stelle, e oltre 60 milioni di euro pubblici spesi. Oltre a una garanzia statale di 97 milioni, la cui escussione ancora non è del tutto scongiurata.

Ne valeva la pena? In Italia il Golf è seguito da un pubblico di nicchia e il nostro paese non ha certo la possibilità di sperperare denaro per un evento dal dubbio ritorno economico. Del resto, già le Olimpiadi sono un losing game dal punto di vista economico, per quanto però si possa sfruttare come volano per trasformare i luoghi dove avvengono. Si pensi a Sochi in Russia o alla nostra Torino.

Il problema della Ryder cup, oltre all’esborso, è anche la scarsa trasparenza con la quale è arrivato il tutto.

Ryder cup quanto è costata

La trasparenza è stata praticamente nulla: non è mai stato pubblicato il piano industriale (Il Fatto ha avuto l’occasione di vederlo una volta, nel 2018, e da allora chissà come sarà cambiato), e soprattutto sono stati mischiati i conti della gestione ordinaria della Federazione con quelli dell’organizzazione dell’evento. Un pasticcio tale che gli stessi revisori federali hanno dovuto ammettere che

risulta complesso stimare l’impatto della Ryder Cup e seguire l’impegno economico per questo straordinario progetto

Secondo l’ultima relazione dei revisori:

Se è stato semplice rivelare i costi nei primi due anni di presentazione della candidatura (170mila euro nel 2014 e 751mila euro nel 2015), negli anni successivi questa rivelazione è difficilmente attuabile, sia perché i costi sono stati imputati in vari capitoli di spesa, ammortamenti ed oneri compresi, sia perché gran parte della struttura operativa della Federazione è stata coinvolta

A titolo indicativo è possibile prendere l’andamento della voce “Organizzazione manifestazione internazionali”, che dai 3,6 milioni pre-Ryder nel 2017 è letteralmente esplosa: 12,6 milioni nel 2018, 13,1 nel 2019, 5,6 nel 2020, 9,9 nel 2021!

Ma il conto è appena parziale. Bisognerebbe aggiungere, ad esempio, i numeri di Golfed Srl, società di servizi costituita nel 2020 per adempiere alle obbligazioni del progetto Ryder, che ha perso quasi due milioni negli ultimi tre esercizi. Oppure i lavori straordinari sostenuti con Terna per l’interramento dei cavi elettrici sul campo del Marco Simone, ovviamente a spese della Federazione.

E questo quando mancano il bilancio 2022 (in attesa di via libera dal Coni, ancora non è stato pubblicato), per non parlare del 2023. Un bagno di sangue, come testimonia anche il patrimonio netto della Fig ormai ridotto all’osso.

Ryder cup: l’evento di golf senza ritorno economico

Ma veniamo al succitato mancato ritorno economico. I tesserati sono rimasti sostanzialmente stabili, passando dai 90mila del 2015 ai 94mila al 31 dicembre 2022 (ultimo dato disponibile sul sito della Federazione). Dunque, non si è verificato alcun nuovo interesse degli italiani verso il Golf, popolo che ama alla follia il calcio e a debita distanza la Formula Uno (sebbene dipenda anche dai successi della Ferrari). Poi si innamora degli altri sport a rotazione in base ai periodi.

Magari andrà meglio nei prossimi anni, sulla scia del grande evento. Intanto però si è aperto un buco nei conti, che dipende proprio dal mancato introito delle tessere, ed è quello che agita gli organizzatori e in parte anche il governo (ricordiamo che c’è sempre la garanzia statale, che potrebbe portare l’esborso a circa 150 milioni di euro…).

Roma non ci ha guadagnato quasi nulla, giusto il raddoppio di sette chilometri di via Tiburtina, opera importante ma certo non cruciale nella viabilità della Capitale, e comunque già finanziata con altri contributi. Inoltre, l’aumento di turisti per seguire l’evento è durato una settimana, ma Roma è una città turistica da sola.

Gli unici ad averci guadagnato, soprattutto in termini di ritorno d’immagine, sono:

  • Franco Chimenti, che potrà fregiarsi come l’uomo che ha portato la Ryder in Italia;
  • gli organizzatori inglesi, che si sono regalati una cornice da sogno per la loro coppa;
  • la famiglia Biagiotti, che era proprietaria di un circolo scalcagnato alle porte di Roma e ora si ritrova fra le mani un campo che può fregiarsi del titolo di sede ufficiale della Ryder Cup.

Noi ovviamente resteremo invece disinteressati al golf e con qualche euro in meno…

Qui abbiamo invece parlato di un altro evento critico per i soldi pubblici: Milano-Cortina 2026.

Fonte: Il fatto quotidiano

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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