Reazione a catena è un bluff? La regola che non fa vincere

Reazione a catena – L’intesa vincente è un game show italiano, in onda su Rai 1 dal 2 luglio 2007 nel preserale estivo, sebbene talvolta sia stato prolungato anche ad autunno inoltrato.

Vari i presentatori che si sono susseguiti negli anni: Pupo, Pino Insegno (che ne permise il lancio definitivo, come spiegato qui), Amadeus, Gabriele Corsi e dal 2019 Marco Liorni.

Il programma vede sfidarsi due squadre composte da tre persone ciascuna, che si sfidano in giochi dove i concorrenti devono individuare assonanze tra parole e frasi al fine di completare una “catena di parole“. Le quali, alla fine, danno un senso compiuto relativo a proverbi, aforismi, parole comuni, titoli di film o di libri, ecc.

Dunque, serve una discreta cultura generale, nonché grammaticale. Ma anche essere dotati di rapidità nelle risposte. Sebbene sembra non bastare per portare a casa un premio consistente. Vediamo perché.

Le regole di Reazione a catena

Come fa notare Libero, già su Twitter diversi telespettatori avevano fatto notare la puntigliosità degli autori. Parlando addirittura di tranelli tesi ai concorrenti affinché non vincano il premio di partenza accumulato durante il gioco.

La puntata di fine giugno finita nel mirino dei contestatori vedeva la squadra dei Gessetti, che si era qualificata all’Ultima Catena (ultimo gioco-ostacolo della puntata) con una dote di ben 99mila euro. Riuscendo però a portare a casa solo poco più di 6mila euro.

E così si è puntato il dito sul fatto il termine di sintesi tra “ciuccio” e “imboccare”, infatti, è risultato essere “bebè” e non “bambino” come avevano risposto i finalisti.

Ancor più clamorosa (sempre nella stessa manche) l’altra risposta, in realtà giusta ma data ai concorrenti come sbagliata: a collegare (con un po’ di doppio senso dialettale) le parole “ciuccio” e “bue”, secondo gli autori di Reazione a Catena è “asinello” e non semplicemente “asino” come avevano risposto i giovani.

Ma un altro caso evocato è ancora più recente, relativo alla puntata di domenica 6 agosto: i “Dai e dai” portavano in dote una cifra davvero notevole: 172mila euro che però di fronte alla catena di parole giudicata da tutti troppo difficile, i campioni sono arrivati, di aiuto in aiuto, con soli 1700 euro. Praticamente l’1% della cifra iniziale prevista.

Forse bisognerebbe rivedere le regole, o ridurre la severità del gioco o rendere le cifre di partenza molto meno sbalorditive, visto che alla fine si riducono drasticamente alla fine.

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Pubblicato da Valeria Marano

Appassionata di Gossip e curiosità.

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