Jorit crocifisso per foto con Putin: ma ha solo suggellato storica amicizia tra Napoli e Russia

Jorit crocifisso per foto con Putin: ma ha solo suggellato storica amicizia tra Napoli e Russia

La foto tanto discussa di Jorit e Putin è stata scattata in occasione di festival dell’arte di strada che ha coinvolto 25 artisti di 11 Paesi diversi.

Ha fatto discutere non poco la foto che ritrae uno dei più talentuosi e conosciuti street artist del mondo, Jorit Agoch – nome d’arte di Ciro Cirullo -, ha scattato insieme al presidente della Russia Vladimir Putin. In occasione di festival dell’arte di strada che ha coinvolto 25 artisti di 11 Paesi diversi, tenutosi a Sochi, località nota per aver ospitato diversi anni fa le Olimpiadi invernali. E amatissima peraltro dal presidente russo.

Del resto, non poteva essere altrimenti. Chiunque esprima un’idea diversa su Russia o Putin rispetto al pensiero unico imposto dai media mainstream e dall’élite globalista che li gestisce, e con essa tutti i governanti seduti su quegli scranni che ci illudiamo di aver stabilito noi con un semplice voto, viene subito tacciato di essere disumano, insensibile e criminale.

E così, c’è già chi chiede la rimozione dei murales creati da Jorit in Italia, soprattutto a Napoli. Tra i quali si contano anche raffigurazioni di San Gennaro, Mario Paciolla, Pasolini, Pino Daniele, Massimo Troisi e tanti altri. Personaggi molto amati dal popolo e non certo politicizzati e politizzanti.

Ecco il video dell’incontro:

Ma tant’è. Sarebbe poi opportuno ricorda quanto sia storica e profonda l’amicizia tra il popolo russo e la città di Napoli.

Jorit, Putin, Napoli e la Russia

Dell’amicizia tra Napoli e la Russia abbiamo parlato approfonditamente qui, dove rimandiamo per una lettura più completa.

Qui ci limitiamo a ricordare quanto tutto cominciò, come anche ricorda una targa che nel 2017 è stata installata al principio della via Toledo, incrocio via Nardones, nei pressi della centralissima Piazza Trieste e Trento. Alla guida della città c’era de Magistris e forse con chi c’è oggi a Palazzo San Giacomo, non sarebbe stato permesso.

La targa commemorativa delle relazioni tra la città e San Pietroburgo, inaugurate nel 1777, quando a Napoli si trasferì il primo ambasciatore ad aver mai rappresentato la Russia sul suolo italico. Si trattava di Andrey Kirillovich Razumovsky, e prese domicilio proprio nel Palazzo Pescolanciano di via Nardones 188.

Le relazioni divennero profonde e legarono da fraterna vicinanza il re Ferdinando di Borbone e l’Imperatrice Caterina II. Napoli divenne la culla dei migliori talenti russi della musica, della pittura e della scrittura. Giovanni Paisiello, Tommaso Traetta e Domenico Cimarosa, nel secondo Settecento, furono maestri di cappella e direttori dei Teatri imperiali di San Pietroburgo, allora capitale russa.

Nel 1794 il napoletano Josè de Ribas, nato dal matrimonio tra il console spagnolo e un’aristocratica irlandese, fondò la città di Odesso, col nome dell’antica colonia greca, sulla base di Khadjibev, un villaggio periferico sul Mar Nero. Fu l’Imperatrice a femminilizzare il nome di quella che divenne per sempre Odessa.

Per il proseguo della storia, rimandiamo all’articolo suddetto.

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