Neppure i governi di centro-sinistra o quelli guidati da tecnici e burocrati, erano arrivati a questo. Amato, per esempio, aveva ideato un prelievo forzoso dello 0,6% sul conto corrente per poi restituirli in titoli di stato. Monti invece ideò il sistema Serpico, per incrociare i dati tra quanto spendiamo e quanto abbiamo sul conto corrente così da segnalare eventuali scarti eccessivi e sospetti. Ma ora anche la destra fa lo stesso, anzi, anche peggio.
La novità è contenuta nella bozza (ancora provvisoria) della manovra di Bilancio del governo ma già scatena dubbi e polemiche: per la prima volta l’Agenzia delle Entrate – Riscossione, quella che un tempo si chiamava Equitalia, e il cui compito è recuperare i soldi delle tasse non pagate, potrà avere un accesso «mediante collegamento telematico diretto» alle disponibilità sui conti correnti dei contribuenti italiani.
Vediamo meglio cosa significa e cosa cambia.
Prelievo sul conto corrente in caso di debiti col Fisco: come funziona
Come riporta Il Messaggero, il Fisco potrà sapere in ogni momento quanti soldi ognuno ha in banca, mentre prima l’unica informazione che l’Agenzia poteva avere, era soltanto se il contribuente era titolare o meno di un conto. Poi doveva contattare la banca e chiedere se c’erano disponibilità. Solo a quel punto, l’Agenzia delle Entrate -Riscossione, avrebbe fatto scattare le “ganasce” al conto, pignorandolo.
Ora invece, se la novità dovesse passare, il Fisco potrà agire a colpo sicuro, riducendo il rischio che il debitore “intuisca” l’arrivo dell’Agenzia e sposti i fondi su un altro conto, magari di parenti o amici, o prelevi i contanti.
Dal governo promettono che lo strumento messo in campo sarà usato con giudizio, predisponendo tutte le misure necessarie «per la protezione dei dati personali», oltre a misure di «garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati».
Quanto arriva il prelievo sul conto in caso di debiti col Fisco
Occorrerà comunque ancora stabilire i meccanismi, anche perché il ministero dell’Economia e delle finanze dovrà agire di concerto con l’Abi (Associazione delle banche), l’Associazione italiana dei prestatori dei servizi di pagamento, e il Garante della protezione dei dati personali.
Si dice però preoccupato Carlo Carmine, founder di Cfi (Crisi fiscale d’impresa):
Si rischia di vedere azioni esecutive su debiti che potrebbero essere prescritti o affetti da vizi, senza che il contribuente abbia avuto la possibilità di difendersi in anticipo
Ed è la preoccupazioni di molti italiani. E pensare che chi ci governa per anni ha criticato aspramente i metodi vessatori e da “Leviatano” dei governi in carica. A quanto pare, loro stanno facendo peggio.
Aggiornamento 27 ottobre
Il governo ha fatto retromarcia. In serata, la Premier Meloni ha smentito un simile provvedimento. Accortasi forse dell’impopolarità che avrebbe scatenato e dell’incoerenza con quanto hanno sempre professato.