Algospeak, cos’è il linguaggio per aggirare la censura sui Social

Algospeak, cos’è il linguaggio per aggirare la censura sui Social

L’algospeak è nato come risposta a Digital service act, il nuovo regolamento dell’Unione europea che punta a mantenere i Social sobri.

La lingua virtuale si arricchisce di un nuovo elemento: l’algospeak. II Social hanno dato a tutti la possibilità di esprimere la propria opinione, peccato poi che spesso gli algoritmi censurino in automatico i post ritenuti potenzialmente pericolosi. Perché offensivi, possono innescare flame (litigi tra utenti), fake news, ecc. Spesso però, dietro questo meccanismo che può presentarsi come risolutore di ingiustizie nell’Agora virtuale, in realtà si nasconde anche una censura eccessiva. E, paradossalmente, la soppressione della libertà di parole.

Gli utenti hanno però inventato un linguaggio per aggirare la censura: appunto l’algospeak. Di seguito cerchiamo di capire come funziona.

Cos’è l’algospeak

Come spiega Il fatto quotidiano, l’algospeak è una forma di comunicazione digitale basata su parole nelle quali alcune lettere sono sostituite da numeri, caratteri o mancanti; vengono espresse da emoji; o sono inserite in parole più lunghe che contengano quella che si vuole esprimere. Allo scopo di non essere censurati. Così da poter commentare o pubblicare post tematiche al di fuori delle linee guida delle piattaforme.

Come funziona l’algospeak

Ed ecco che si usano parole come “Isr43le” e “H**as” per parlare di quanto sta accadendo in questi giorni. Come detto, si modificano le parole senza però cambiarle del tutto, così da renderle comunque simili e comprensibili. Non mancano anche parole che non c’entrano niente con quella che si vuole esprimere ma che ormai è di uso comune tanto da essere riconoscibili dalla Community.

E’ anche vero però che i Social stanno prendendo contromisure inserendo tra le parole “sensibili” anche molte varianti delle parole diciamo proibite così da intercettare i tentativi di aggirare il blocco automatico.

In fondo, le big tech che gestiscono i Social devono attenersi al Digital service act, il nuovo regolamento dell’Unione europea che punta a creare un ambiente digitale più equo, trasparente, affidabile e sicuro. Altrimenti subiscono pesanti sanzioni.

L’algospeak è visto quindi come un modo per resistere e comunicare senza essere sgamati dalle autorità. Proprio come facevano i carbonari sui volantini circa 2 secoli fa per sfuggire alla censura degli austro-ungarici, o gli oppositori al regime fascista quando si scrivevano le lettere un secolo dopo. Cambiano i mezzi, ma il fine è lo stesso.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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