Il Governo ha ideato uno spot dicendo che un posto fisso è un posto figo. Ma per anni ci hanno detto il contrario.
«Più che un posto fisso, un posto figo!». Questo è lo slogan partorito dal Governo Meloni per incentivare i giovani a fare concorsi pubblici. E’ stato presentato giovedì scorso dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, insieme al sottosegretario all’Editoria Alberto Barachin. Lo scopo è quello di svecchiare la classe impiegatizia statale italiana, la cui età media supera i 50 anni, sebbene con molte differenze tra i settori.
In realtà siamo al totale paradosso: a partire dagli anni ’90 è stato detto alle nuove generazioni che il posto fisso ormai era un’utopia, aizzando il mito del self-made man tipico americano, che pur partendo con pochi mezzi e un origine umile può diventare qualcuno senza aspettare il posto fisso statale. Nel frattempo pure demonizzato e visto, appunto, come sfigato.
Senza contare il fatto che per un trentennio i concorsi pubblici sono stati pochi e quasi impossibili da superare. Tra raccomandati, numero di partecipanti abnorme, tante prove da superare manco si fosse a Giochi senza frontiere e lunghe attese dopo averli vinti.
Evidentemente, ora c’è il contrordine: evidentemente il mito capitalista del libero professionista non regge più (alimentato proprio dai governi di destra berlusconiani). E, al contempo, i ragazzi oggi cercano di sfruttare le potenzialità del web e dei Social per guadagnare e non attendere con ansia il concorso pubblico per salvarsi.
Spot sul posto fisso figo nella Pubblica amministrazione: qual è lo scopo
Come spiega Il Post, nel 2021 (ultimi dati disponibili) l’età media nella pubblica amministrazione era di oltre 50 anni, con grosse differenze tra i vari settori: superava i 55 anni nella presidenza del Consiglio e nel sistema penitenziario, scendeva a 39 anni nelle forze armate. Oltre il 16 per cento del personale aveva più di 60 anni, mentre appena il 4 per cento aveva meno di 30 anni.
Problemi poi per il turnover: nel 2021 la pubblica amministrazione contava 3,2 milioni di dipendenti, 31 mila in meno rispetto al 2020, un calo di circa l’1 per cento. Un calo che dovrebbe essere costante.
Tuttavia, siamo alla solita presa in giro: a fine luglio il ministro Zangrillo aveva annunciato che tra il 2023 e il 2024 sarebbero state effettuate quasi 350mila nuove assunzioni. Tuttavia, stando alla sezione di Funzione pubblica (Fp) della Cgil, la maggior parte di queste sarebbe destinata al settore dell’istruzione e solo una piccola quota riguarderebbe altre istituzioni.
Lo spot ‘più che fisso è un posto figo’ con Orietta Berti
Tornando allo spot, sarà in rotazione televisiva dal 15 settembre, dura 30 secondi e mostra attori che interpretano vari dipendenti della pubblica amministrazione, come un’architetta, l’autista di uno scuolabus, un’assistente sociale, un geometra e altri ancora.
Alla fine del video, a completare l’impietoso quadretto, appare l’ormai immancabile Orietta Berti, che in una videochiamata chiede alla protagonista come si trova con il «posto fisso nella pubblica amministrazione».
Chissà se gli ideatori di questo scempio visivo si sono chiesti cosa pensano gli Over 40 che per anni hanno tentato concorsi pubblici perdendo ogni fiducia. Loro sì, che sanno bene che un posto fisso è un posto figo, ma lo Stato per anni ha cercato di fargli credere il contrario.