Sfruttando la radiazione di sincrotrone dell’SLS, ricercatori svizzeri vogliono restaurare vecchi classici Jazz in musicassette.
Quelle/i della mia generazione avranno sicuramente provato almeno una volta l’”ebbrezza” di aprire una musicassetta per rimettere a posto, penna o matita alla mano, il nastro magnetico fuoriuscito dai binari.
Oggigiorno le cassette sono per lo più scomparse dalla circolazione, tranne in alcuni casi di nicchia, ma questo non significa che ormai abbiano solo un valore nostalgico: quantità significative sono infatti ancora immagazzinate negli archivi di studi di registrazione, stazioni radio e TV, musei e collezioni private.
Digitalizzare e quindi preservare i contenuti di tali dispositivi analogici è ancora oggi un’impresa non banale, oltre che una corsa contro il tempo, dato che le audiocassette tendono a deteriorarsi fino a diventare inascoltabili.
Ma niente paura: la fisica viene in soccorso, grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori svizzeri, che stanno sviluppando un sistema per convertire in formato digitale vecchie cassette rovinate, tramite l’uso dei raggi X.
B. B. King e la radiazione di sincrotrone
Certo, è possibile con enormi sforzi e pazienza ricostruire anche sorgenti audio estremamente danneggiate, come dimostra il famoso recupero dell’inedito dei Queen “Face it Alone” nel 2022; ma l’approccio di Sebastian Gliga, fisico ed esperto di nanomagnetismo al Paul Scherrer Institut (Svizzera), è completamente diverso.
Assieme al suo gruppo, Gliga usa la radiazione di sincrotrone ai raggi X prodotta dallo Swiss Light Source (SLS) per recuperare dati da musicassette anche gravemente rovinate, il tutto senza nemmeno toccarle.
Generata da particelle cariche, solitamente elettroni o positroni, costrette da un campo magnetico a muoversi in circolo a velocità relativistiche (cioè, prossime a quella della luce), la radiazione (o luce) di sincrotrone è infatti in grado di superare le limitazioni dei metodi di ricostruzione tradizionali.
Col supporto prima della Swiss National Sound Archives, che ha fornito registrazioni ad hoc di riferimento e conoscenze di ingegnerizzazione audio, e ora del Montreux Jazz Digital Project, Gliga e colleghi si apprestano ad affrontare la sfida più ardua: il recupero di tesori dall’archivio del Montreux Jazz Festival, tra cui una registrazione dal vivo del leggendario B. B. King nel 1980.
Registrazione, riproduzione e digitalizzazione
Le audiocassette immagazzinano informazioni in uno strato di minuscole particelle magnetiche, simili ad aghi di bussole che puntano a nord o a sud: quando la cassetta viene registrata, il loro orientamento viene modificato e i dati audio fisicamente salvati nello schema di tale orientamento.
Quando poi la musicassetta viene ascoltata, il nastro scorre su una testina, producendo un particolare voltaggio in base ai continui cambiamenti nel campo magnetico dello schema; tale voltaggio genera un segnale elettrico, che viene quindi amplificato e convertito in uno acustico.
Ma leggere in maniera convenzionale al fine di digitalizzarle cassette estremamente rovinate come quelle del Festival di Montreux è un azzardo, in quanto il rischio di danneggiarle ulteriormente è molto alto: ecco quindi che entra in gioco la delicata radiazione di sincrotrone.
Essa, infatti, prescinde dal campo magnetico generale della registrazione, ma riesce ad esaminare i singoli orientamenti delle particelle che lo costituiscono, la cui dimensione è inferiore a un decimo del diametro di un capello (!), convertendoli in segnali audio ad alta qualità.
Studer A80 abbinata all’SLS
Tale meticolosità è presente anche nel lavoro dei ricercatori: per valutare i risultati delle estrazioni audio ottenute con l’SLS, Gliga & co. hanno infatti preso in prestito una Studer A80 dallo studio in Basel dell’ingegnere del suono e compositore Daniel Dettwiler.
Il macchinario, risalente agli anni 70 del secolo scorso, è in grado di registrare e riprodurre audiocassette ad alta precisione: esso è quindi estremamente prezioso per confrontare l’audio ottenuto col sincrotrone con quello ricavato tramite processi di digitalizzazione tradizionali.
Al momento, comunque, i lavori sono fermi, in quanto l’SLS è in fase di aggiornamento: quando verrà riacceso all’inizio del 2025 la sua luce dovrebbe essere fino a 40 volte più brillante, il che ovviamente beneficerà anche l’attività dei ricercatori.
Insomma, se tutto andrà come previsto, presto l’umanità potrà nuovamente godere di registrazioni perfettamente restaurate di capolavori del passato come quelli del Re del Blues e non solo, con le care vecchie musicassette che torneranno, seppur per poco, sotto le luci dei riflettori.
(Originariamente pubblicato su Storie Semplici. Il titolo dell’autore potrebbe essere modificato dalla redazione)
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