McDonald’s non rinuncia a maltrattamento maiali per il profitto

Introduzione

Su McDonald’s se ne dice di ogni ormai da decenni. Dalla scarsa tutela dei diritti dei lavoratori (da qui è partito il termine McJob), all’altrettanta scarsa qualità delle carni utilizzate, passando per la diffusione di cattivi stili di vita, fino alla tossicità dei prodotti utilizzati.

Tuttavia, il Fast food per eccellenza, uno dei simboli anche dell’imperialismo americano (la sede di un McDonald’s è in fondo come una bandierina a stelle e strisce, regna ancora sovrano. Aprendo sempre nuove sedi, proponendo sempre novità nel menu e nuovi servizi, lanciando sempre nuove mode.

Di recente è arrivata un’altra brutta notizia, che, siamo certi, non inficerà il suo storico successo.

McDonald’s maltratterebbe suini

Come riporta Il fatto quotidiano, tutto è partito dal fatto che il finanziere statunitense Carl Icahn ha perso la “battaglia dei maiali” con McDonald’s. L’investitore non è riuscito ad ottenere un numero sufficiente di consensi all’interno del consiglio di amministrazione per un migliore trattamento degli animali.

In particolare, Icahn avrebbe voluto indurre McDonald’s a richiedere a tutti i suoi fornitori di smetterla nel costringere le scrofe incinte in gabbie piccole.

La società si è difesa dicendo che la pandemia e le epidemie di peste suina africana l’hanno costretta a posticipare la data per l’abbandono di questi metodi di allevamento, da tempo criticate dalle associazione animaliste. Ma anche che l’eliminazione totale dell’uso delle casse aumenterebbe i suoi costi e farebbe pagare di più ai clienti.

Certo, questa giustificazione non regge dinanzi al fatto che il gruppo ha chiuso il 2021 con profitti per 1,6 miliardi di dollari.

McDonald’s, a detta di Ichan ma non solo, non sarebbe in linea con i parametri Esg che ormai sono richiesti alle società. Ovvero il rispetto delle norme in tre ambiti molto importanti per decretare la sostenibilità di un’azienda. Vale a dire:

  1. environmental
  2. social
  3. governance

Accuse a McDonald’s di maltrattamento di animali

Del resto, Carl Icahn ha solo una piccola partecipazione nel gruppo, dove dominano Vanguard (8,6%), Capital Research (5,9%), State Street (4,9%) ed è presente anche qui, con l’1,5% di azioni, la Bill & Melinda Gates Foundation.

Eppure, una maggiore attenzione sul tema da parte della multinazionale americana darebbe un grande segnale, visto che conta oltre 40mila punti vendita nel mondo e vanta un brand inconfondibile.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Una risposta a “McDonald’s non rinuncia a maltrattamento maiali per il profitto”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.