McDonald’s verso la chiusura? I numeri della crisi

I dirigenti di McDonald’s hanno ammesso che né la svolta salutista né l’incremento dei menù, diventati sempre più RICCHI, sono riusciti a migliorare il fatturato
McDonald’s non vedrà il secolo di vita? Il rischio c’è tutto. Per la prima volta infatti dagli anni ’70, da quando ha iniziato a conoscere una costante crescita, ha chiuso più locali di quanti ne ha aperti. Tanto negli Usa quanto nel Mondo. In fondo mancano ancora 22 anni al centenario, essendo nata (almeno come start up) nel 1937. In questi anni, specie di recente, non sono mancati scandali igienici relativi alla carne usata ma anche ai bicchieri; per non parlare delle polemiche relative ai contratti dei dipendenti. I quali però non ne hanno mai messo in discussione la popolarità. Ma sono arrivate anche novità per ammiccare i più salutisti o chi ama le tradizioni locali. Novità che non hanno però portato benefici. I numeri parlano di una crisi preoccupante.

LA CRISI – La multinazionale, fondata nel 1955 da Ray Kroc ma partita da un’idea dei fratelli McDonald’s nel 1937, non ha specificato quanti saranno i fast food che chiuderanno nel 2015, ma ha sottolineato che la riduzione dei locali e del personale sarà «minima». I tagli di McDonald’s non interesseranno solo i fast food americani. Nel resto del mondo – come annunciava un comunicato dello scorso aprile – almeno 700 locali saranno chiusi quest’anno.
Nonostante i tagli McDonald’s continua ad essere il fast food più presente al mondo con i suoi 14.000 locali negli Stati Uniti e gli oltre 36.000 in tutto il mondo. Sebbene sia riuscito a incrementare il proprio fatturato negli anni più difficili della crisi economica con vantaggiose offerte tipo il celebre «Dollar menu» (menù a un dollaro), negli ultimi tempi McDonald’s ha subito la concorrenza molto aggressiva di catene come Chipotle, Five Guys Burgers e Fries. Questa nuova generazioni di «better burger», catene di fast food che offrono prodotti di qualità migliore a prezzi concorrenziali ha messo in difficoltà la storica multinazionale che ha deciso di riorganizzarsi e ripensare i propri prodotti.
John Gordon, analista americano del settore ristoranti per il «Pacific Management Consulting Group» racconta il nuovo corso del popolare fast food: «McDonald’s sta portando avanti una ristrutturazione interna – afferma l’analista -. Tuttavia non sono ancora chiare le linee guida».
Mike Donahue, ex responsabile comunicazione del gigante dei fast food crede ancora nelle potenzialità della catena: «Già decenni fa si diceva che McDonald’s avesse raggiunto il suo punto di saturazione. Gli anni successivi hanno dimostrato che non è così. Anche oggi, all’interno della società, c’è ancora grande fiducia e tanti dirigenti pensano che è possibile espandersi ulteriormente».
LA STORIA – Fondata dai fratelli McDonald’s Richard, detto “Dick”, e Maurice, detto “Mac”, che dapprima nel 1937 aprirono ad Arcadia, in California, un chiosco di hot dog, per poi aprire il primo ristorante denominato McDonald’s nel 15 maggio 1940 a San Bernardino, sempre in California. Tredici anni dopo visto il successo del primo ristorante, i due fratelli incominciarono a concedere in franchising il loro marchio, aprendo così un secondo ristorante a Phoenix, in Arizona. La svolta nella storia dell’azienda si ebbe nel 1955, quando Ray Kroc, fornitore di frullatori, fondò “McDonald’s Systems, Inc.” (che fu poi ribattezzata “McDonald’s Corporation”) che facilitava il franchising ai nuovi ristoranti; nel 1967 fu aperto il primo ristorante all’esterno degli Stati Uniti e, per la precisione, in Canada, a Richmond, una città della Columbia Britannica. Il 1971 fu l’anno del primo fast food in Europa: in Olanda, a Zaandam  (città nei pressi di Amsterdam). Da allora si estese a macchia d’olio in tutto il Mondo, diventando una potentissima multinazionale ed emblema della globalizzazione.
In Italia, il primo ristorante fu aperto il 4 novembre 1985  a Bolzano nella centrale piazza Walther von der Vogelweide (chiuse successivamente), mentre l’anno successivo fu la volta di Roma a Piazza di Spagna. Il 1996 segnò una svolta per McDonald’s Italia, con l’acquisizione della principale società concorrente avente 80 ristoranti nella penisola, l’italiana “Burghy”, di proprietà della “Cremonini S.p.A.”. In virtù del passaggio di proprietà, la ditta modenese si aggiudicò la fornitura di carne bovina per la zona italiana, e anche per diversi Paesi esteri.

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Riepilogo dell'articolo

Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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