COMUNE DI GENOVA CITATO COME RESPONSABILE CIVILE – Il gup Carla Pastorini ha autorizzato la citazione del Comune di Genova come responsabile civile nel processo a carico dell’ex sindaco Marta Vincenzi, l’ex assessore alla sicurezza Francesco Scidone e altre quattro persone, per l’alluvione del 4 novembre 2011 che costò la vita a sei donne, di cui due bambine. Lo ha deciso nel corso dell’ udienza preliminare. Sono state rigettate invece le richieste di costituzione come parti civile dei commercianti della zona che subirono danni materiali.
LIGURIA, REGIONE STUPRATA DALL’UOMO: INTERO TERRITORIO A RISCHIO IDROGEOLOGICO
NELLA SOLA fascia costiera risiede il 90% della popolazione. LE RECENTI PIOGGE TORRENZIALI STANNO ARRECANDO NUOVI DISAGI, MENTRE L’EX SINDACO DI GENOVA VINCENZI CITATO COME RESPONSABILE CIVILE PER I FATTI DEL 4 NOVEMBRE 2011
L’abusivismo edilizio che ha letteralmente stuprato il nostro Paese in lungo e in largo tra gli anni ’50 e ’80, mostra i suoi effetti ad ogni autunno e inverno, quando le piogge si fanno più insistenti e il territorio mostra tutta la sua fragilità. Gli alberi sradicati fanno sì che la terra non sia più impermeabile e capace di assorbire l’acqua piovana, che così scende a valle senza freni. I fiumi deviati nel loro percorso, ad ogni pioggia si riprendono il proprio letto. Ed ecco che frane e alluvioni creano disastri da Nord a Sud. Una Regione su tutte sembra essere l’emblema di questa situazione: la Liguria. La pioggia di questi giorni ha provocato un disperso a Genova dopo essere stato travolto da un torrente, mentre a Nervi due villette sono state evacuate per uno smottamento; per non parlare della frana che ha investito un treno venerdì ad Andora, che è ancora fermo e scivola sempre più verso il mare. Il tutto, mentre l’ex Sindaco di Genova Vincenzi ed altri membri del Comune sono stati citati per responsabilità civile per l’alluvione che colpì Genova il 4 novembre 2011…
IL 100% DEL TERRITORIO A RISCHIO IDROGEOLOGICO – Secondo i dati contenuti nel rapporto ‘Ecosistema rischio’ stilato da Legambiente insieme alla Protezione Civile, che disegna una mappa della pericolosità potenziale sul territorio italiano, il 99% dei Comuni della Liguria (232), le sono a rischio idrogeologico. Leggermente meglio, ma quasi uguale, la Toscana, dove è a rischio il 98% dei comuni (280).
In Liguria è a rischio il 100% del territorio in provincia di La Spezia. La Regione ha poi delle vere e proprie aree ‘rosse’: e cioè quelle della fascia costiera in cui risiede il 90% della popolazione (ma pari al 5% del territorio), dove urbanizzazione e antropizzazione hanno contribuito “ad accrescere i pericoli” esponendo “cittadini e beni della comunità”. Nel 46% delle amministrazioni sono presenti interi quartieri in aree a rischio.
I PUNTI CRITICI – Secondo Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria: “Troppe le criticità, troppi ancora i problemi legati ad una politica del territorio inadeguata: dal tunnel della Fontanabuona, carente persino di una analisi costi/benefici relativi all’opera e alla sicurezza idrogeologica di quel comprensorio. Invece di finanziare strade e tunnel si dovrebbe sostenere una seria mappatura del dissesto del territorio e gli interventi per ridurre il rischio e l’esposizione alle frane delle infrastrutture esistenti. Per non parlare dello scolmatore del Bisagno, dagli enormi costi economici e realizzabile in decenni, che non permette di affrontare il problema della manutenzione del territorio a partire dai versanti boscati da cui si origina il torrente, che andrebbero mantenuti e puliti e non ulteriormente cementificati, come nel caso del rio Mermi a Genova”.
“Nello spezzino poi, non sembra si voglia far tesoro delle situazioni drammatiche che sono accadute, e si continua a non mettere la difesa del territorio in cima alle priorità – sostiene Stefano Sarti, vicepresidente di Legambiente Liguria – basti pensare che in una zona colpita dall’alluvione dell’Ottobre del 2011 come quella di Brugnato, si sta realizzando un grande contro commerciale, che secondo la nostra associazione -che a presentato su questo ricorso al TAR Liguria- e’ stato approvato con una carenza nella valutazione di impatto ambientale, quando sarebbe addirittura stata necessaria una Valutazione Ambientale Strategica”.
E’ quindi necessario eliminare tutti gli alibi che emergono quando si affronta il dissesto idrogeologico: la prima causa delle alluvioni è l’urbanizzazione delle aree inondabili e limitrofe alle zone a rischio frana, su cui e’ possibile agire subito, e non solo il cambiamento climatico che presume interventi politici di alto livello. Le ‘pulizie fluviali’ sono un ulteriore aspetto da considerare perchè la vegetazione in alveo intercetta e trattiene parte degli alberi portati in alveo dalle frane e riduce la velocità della corrente e la sua forza distruttiva. Se gli alvei fossero completamente ripuliti, le alluvioni e le conseguenze a valle sarebbero ancora più violente.
Oltre a Vincenzi e Scidone sono imputati anche i dirigenti comunali Gianfranco Delponte, Pierpaolo Cha e Sandro Gambelli e Roberto Gabutti, referente delle organizzazioni di protezione civile. Gli esponenti politici e i tre funzionari comunali sono stati accusati di falso, calunnia e omicidio colposo plurimo, mentre Gabutti solo di falso e calunnia.
La prossima udienza è fissata per il 31 marzo. Il gup ha fissato il calendario fino alla fine di maggio. In aula erano presenti Del Ponte, Gambelli e Cha.
se si avverasse la profezia dei bolognesi, sarebbero cazzi!
Un po' come quelli che si sono fatti la casa alle pendici dell'Etna…..mah….ma chi ha concesso le autorizzazioni?