La Lega sta sparendo: crollo di iscritti anche in Lombardia

La Lega sta sparendo: crollo di iscritti anche in Lombardia

In Lombardia il numero di iscritti alla Lega ha subito un crollo del 44%, mentre in Veneto del 26%. L’effetto Salvini è sparito da molto.

L’effetto Matteo Salvini segretario della Lega sembra essere sparito da diverso tempo. Se è vero, come abbiamo spesso scritto su queste pagine, che occorra dargli il merito di aver rilanciato un partito e un movimento ancora fortemente presente e radicato sul territorio, specie in Lombardia e Veneto, dopo gli scandali che hanno travolto quello che una volta era il Carroccio che gridava “Roma ladrona!” per poi sedersi a tavola e mangiare con gli altri, da alcuni anni la spinta salviniana si è affievolita.

Basta guardare i numeri del consenso elettorale, passato da quell’incredibile 34% alle europee del 2019, che facevano il paio con il buon 17% delle politiche dell’anno precedente, via via i numeri elettorali si sono sempre più ridotti. Tanto che alle recenti politiche la Lega è scesa all’8%. Voti molto probabilmente finiti soprattutto a Fratelli d’Italia, fenomeno politico italiano del momento.

Salvini ha tentato di creare un partito nazionale, missione che per un breve periodo è anche riuscita, visto che in diversi comuni del Sud, ha anche registrato oltre il 30 percento. Sfondando anche nelle regioni cosiddette rosse, come Toscana ed Emilia Romagna. Matteo Salvini è riuscito in quella che Renzi nel Pd chiamò “rottamazione“, ovvero dare un ruolo marginale e defilato a tutti i leader che fino ad allora avevano gestito il partito: Calderoli, Maroni, Borghezio, lo stesso fondatore Umberto Bossi. Diventati ormai vetusti se non imbarazzanti.

Ma oggi deve anche vivere un pesante crollo degli iscritti, pure in quelle regioni dove negli anni ’80 il sogno di Bossi e Miglio (considerabili il braccio e la mente della Lega Nord) e pochi altri avventurieri era iniziato.

Crollo di iscritti della Lega anche in Lombardia e Veneto

Sono impietosi i numeri riportati da LaRepubblica riguardo il crollo degli iscritti al Nord:

  • Lombardia: -44 per cento;
  • Veneto: -26 per cento;
  • Piemonte: -28 per cento;
  • Emilia: -43 per cento.

Sommando i vari introiti e confrontandoli con quelli del 2021 viene fuori un -32 per cento. Da 1,078 milioni a 741 mila euro. Il dato della Lombardia è il più grave: i 14 mila militanti lumbard sono diventati 8 mila.

In media ogni iscritto al partito – ci sono vari tipi di iscrizione, a seconda dell’anzianità – versa 25 euro alle casse locali. Guardando al resto d’Italia, le cose vanno peggio: in Sicilia si è passati da 36 mila euro di incasso a 7.600; in Basilicata, dove la Lega sembra ridotta ad una bocciofila: da 1.390 euro a 825 euro, qualcosa come una trentina di tessere. E pensare che il Carroccio è alla guida della Regione con il centrodestra e nel 2019 prese il 19 per cento, secondo partito dietro il M5S.

Sono solo quattro le regioni dove non c’è stato un calo ma un leggero aumento: Friuli Venezia-Giulia (dove c’è un proprio Governatore), Calabria, Liguria, Alto Adige (separato dal Trentino). Ma è troppo poco per recuperare le perdite del resto d’Italia.

Crollo di tesserati alla Lega, Salvini non convoca il congresso nazionale

C’è un’altra accusa rivolta al segretario leghista: quella di non convocare il congresso ogni tre anni, come invece indicato dallo Statuto dal 2019. Qualche leghista non salviniano mugugna che la cosa andrebbe esposta in Procura.

L’anno prossimo ci saranno due importanti appuntamenti per Salvini, probabilmente decisivi: le elezioni europee e il rinnovo della segreteria del partito. E tutto lascia presagire che l’attuale Ministro delle infrastrutture non ne uscirà bene.

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