Tim, KKR acquista la maggioranza: in mano a chi sono finiti i nostri dati

Tim, KKR acquista la maggioranza: in mano a chi sono finiti i nostri dati

TIM – Telecom Italia Mobile – ormai da anni è simile a uno spezzatino, con tanti azionisti che detengono poche quote, comprese il Ministero del Tesoro – mediante Cassa, depositi e prestiti – che però da tempo non ha più la maggioranza, il che fa di un’azienda strategica pubblica una società praticamente svenduta. Ora però la maggioranza è perfino finita nelle mani di un fondo di investimenti finanziari, KKR.

Ebbene sì. Paradossalmente, ciò accade proprio mentre al governo c’è una Premier che si professa nazionalista, insieme ad alleati che si riempiono la bocca con belle parole come “Patria” e “difesa degli interessi nazionali“.

Non dimentichiamoci che Tim è l’azienda che detiene i dati sensibili, sebbene la maggioranza già appartenesse a una società straniera, la francese Vivendi, la stessa che tentò la scalata di Mediaset. Questo, secondo il sito ufficiale di Tim, è l’asset attuale:

  • Vivendi 23,75%;
  • Cassa Depositi e Prestiti 9,81%;
  • Gruppo Telecom Italia 0,69%;
  • Investitori istituzionali italiani 3,75%;
  • Investitori istituzionali esteri 44,20%;
  • Altri azionisti 17.80,

Ma ora finisce ancora peggio, perché KKR è una private equity, ovvero un fondo che acquista e vende società senza alcuno scrupolo e senza alcuna presenza fisica stabile. Che operano secondo quella che in America viene definita l’economia “smash-and-grab”, tradotto “Smantella e arraffa“.

Vediamo brevemente chi è KKR che ha rilevato Tim.

Chi è KKR che ha rilevato TIM

Come riporta Wikipedia, KKR & Co. L.P. è un operatore internazionale di private equity, specializzato nel segmento di leveraged buyout, con sede a New York. Dalla sua fondazione la società ha completato oltre 400 miliardi di dollari in transazioni nel settore del private equity. La prima operazione nel 1977 con l’acquisizione di AJ Industries. Dal luglio 2010 è anche quotata alla Borsa di New York.

KKR è l’acronimo di Kohlberg Kravis Roberts, il nome dei tre fondatori. Mentre gestiva il dipartimento di finanza aziendale per Bear Stearns negli anni ’60 e ’70, Jerome Kohlberg jr., e successivamente Henry R. Kravis e George Roberts, completarono una serie di quelli che descrissero come investimentifatti per il rotto della cuffia“. Praticamente fecero razzie di imprese a conduzione familiare sull’orlo del baratro e praticamente fallite.

I tre banchieri di Bear Stearns realizzarono così una serie di acquisizioni, continuando su questa falsa riga fino a oggi. Soffermandosi sulle acquisizioni più recenti, ricordiamo che nel febbraio 2019 ha acquisito la società di media tedesca Tele München Gruppe e il distributore cinematografico sempre tedesco Universum Film GmbH.

Nell’agosto 2019 ha acquisito Arnott’s, la società di snack australiana della Campbell Soup Company, per 2,2 miliardi di dollari. Sempre nello stesso mese è diventato il maggiore azionista del gruppo media tedesco Axel Springer, pagando 3,2 miliardi di dollari per una quota del 43,54%.

Ecco l’elenco di tutte le società nelle quali KKR ha la maggioranza azionaria:

  • Academy Sports + Outdoors
  • Alliance Boots
  • Aricent Group
  • Avago
  • Biomet
  • ByteDance
  • Bharti Enterprises
  • Capsugel
  • CICC
  • Café Coffee Day
  • Marelli Holdings
  • Colonial Pipeline
  • Del Monte Foods
  • Dollar General
  • Eastman Kodak
  • El Paso Corp.
  • Energy Future Holdings
  • First Data
  • Hospital Corporation of America
  • KION Group
  • Laureate Education
  • Legg Mason
  • Legrand
  • Magma Fincorp
  • Maxeda
  • Nielsen Holdings
  • Northgate Information Solutions
  • NXP Semiconductors
  • Oriental Brewery
  • PortAventura (49.9%)
  • Pets at Home
  • ProSiebenSat.1 Media
  • Qui! Group Spa[19]
  • Sealy Corporation
  • Seven West Media
  • SunGard
  • TDC A/S
  • US Foods
  • Visma
  • Wild
  • Yageo
  • Zhone Technologies

Elenco al quale, salvo possibili rivendicazioni efficaci di Vivendi, occorre aggiungere Tim.

Qui abbiamo parlato della brutta fine di un’altra azienda strategica andata a male da tempo: Alitalia.

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