Ipertensione, quali sono le terapie adeguate

Ipertensione, quali sono le terapie adeguate

Quali sono le terapie per combattere l’ipertensione? Le scopriamo di seguito, contestualmente a come funzionano.

La terapia dell’ipertensione, si prefigge di contrastare quei meccanismi che sono alla base della stessa e che sono tutti di origine comunque patologica. L’ipertensione essenziale abbiamo detto in un altro scritto QUI, che non riconosce una origine nel cattivo funzionamento di un qualche organo, ma ha apparentemente una eziologia sconosciuta in un soggetto apparentemente privo di altre malattie.

In tutti i modi le terapie tendono ad incrementare, ridurre o bloccare del tutto delle azioni normali e fisiologiche che però intervenendo in un tessuto vascolare alterato ne provocano un eccesso di azione, il cui esito finale si manifesta con un aumento pressorio con una pressione diastolica o minima oltre i 90 mmHg, e una pressione massima o sistolica oltre i 140, pressioni che nel complesso determinano una pressione media o aortica di circa 110 mmHg che è pari alla forza massima di spinta cardiaca del sangue all’interno dell’arteria aorta come detto QUI.

L’ipertensione normalmente compare nell’età adulta-senile segno che l’invecchiamento apporta dei cambiamenti a cui le terapie devono far fronte, ma può raramente fare il suo esordio anche in età giovanile con quadri di maggiore gravità. Le terapie comunque restano praticamente le stesse. E le vediamo di seguito.

Quali sono le terapie per curare l’ipertensione

Esse consistono nella somministrazione di uno o più farmaci che contrastano essenzialmente questi meccanismi:

  • la contrazione della muscolatura liscia delle arteriole;
  • la frequenza cardiaca;
  • meccanismi di controllo centrale.

La classifica fatta non è casuale ma rispecchia l’ordine di intervento più consono per il controllo pressorio che non dipende quasi mai da problemi cardiaci, perché parleremmo di forme secondarie a cardiopatie, ma che può rivestire un intervento secondario qualora venga interessato il cuore in quanto questo non è direttamente responsabile dell’ipertensione.

Il rilassamento della muscolatura lisca delle arteriole infatti, è la principale arma utile per ridurre la pressione e spesso, oltre che su questa ha effetti positivi anche su altri organi come il rene e lo stesso cuore come succede ad esempio per una classe di farmaci chiamati ace-inibitori.

I gruppi di farmaci utili per la terapia sono sempre nell’ordine di utilità:

  1. Ace-inibitori
  2. Calcio-antagonisti
  3. Alfa-litici
  4. Sartanici
  5. Beta-bloccanti
  6. Farmaci ad azione nervosa centrale

Questa classificazione riveste la mia pluridecennale attività di medico internista e ne determina l’uso primario in corso di manifestazioni ipertensive iniziali o di vecchia data, qualora le terapie già intraprese non dovessero funzionare e vadano quindi modificate.

Esistono comunque come detto, delle terapie in cui si possono utilizzare associazioni di due o più di questi composti, ovviamente di classi differenti, specie per quelle persone che manifestano delle resistenze ad una singola azione terapeutica per cui richiedono l’intervento su altri meccanismi regolatori della pressione arteriosa.

Non ho descritto questi semplicemente perché ci vorrebbero altri 10 scritti e diverse conoscenze di fisiologia, per cui rimando a cui avesse la pazienza e la curiosità di conoscerli di cercarli per conto proprio.

La pressione venosa

Infine per concludere: ma la pressione venosa? Beh dovete considerare che la pressione nei capillari arteriosi è pari a 28 mmHg e continua a scendere fino all’atrio destro, per cui non riveste alcun carattere patologico in questo senso.

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Pubblicato da Francesca Silvana Scoppio

Medico chirurgo specialista in medicina interna e attualmente presto servizio nella ASL di Bari.

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