La destra italiana ha utilizzato Il signore degli anelli come opera legata alla propria cultura fin da inizio anni ’70.
Presso Villa Borghese a Roma è in corso una mostra dedicata a J. R. R. Tolkien, scrittore nato nel 1892 e morto nel 1973, noto soprattutto come autore de Il Signore degli anelli. Vi ha partecipato anche Giorgia Meloni, in visita privata per circa un’ora, vestita tutta di bianco, proprio come Galadriel. Del resto, la destra da decenni ha fatto sua quest’opera.
Destino vuole che la voce di Aragorn, il sovrano in esilio, fosse doppiata in italiano proprio da Pino Insegno, presentatore vicino alla Meloni, in questi giorni in cerca di collocazione nel pre-serale di Raiuno dopo il flop de Il mercante in fiera su Raidue. Lo stesso Insegno presenta la mostra in un video.
Ma davvero Il signore degli anelli è di destra? Vediamo come nasce questo falso mito.
Perché Il signore degli anelli è di destra
Come spiega Wired, nel 1998, una Giorgia Meloni appena ventunenne si presentava sul canale Undernet “col nome di Khy-ri… Romana, socialmente impegnata e con un bel caratterino“. E che metteva, in cima ai suoi amori culturali, proprio la trilogia tolkeniana.
La Meloni – già da sei anni nella formazione giovanile di Alleanza Nazionale, Fronte della gioventù – partecipava ai cosiddetti Campi Hobbit, i raduni della destra che usavano appunto i simboli della Terra di Mezzo a per costruirsi una nuova mitologia. La Meloni negli anni utilizzerà la metafora tolkieniana più volte nella sua carriera politica, anche poco prima di diventare Premier.
Il legame tra la destra italiana e Il signore degli anelli è partito a inizio anni ’70, quando ai neofascisti serviva un’idea di mondo alternativo. Nella trilogia de Il signore degli anelli trovarono ciò che gli serviva: un mondo senza partiti, con una comunità gerarchica e solidale, dove non esisteva il capitalismo. Del resto, i primi curatori e traduttori italiani di Tolkien erano legati ai filoni principali della cultura politica del radicalismo di destra, ispirati a Julius Evola, intellettuale reazionario che visse la sua epoca d’oro nel Ventennio.
I giovani di sinistra, invece, snobbavano invece la letteratura Fantasy, ritenuta frivola, non collegata alle problematiche sociali della realtà. Dunque, non impegnata.
Un fenomeno tutto italiano
Tuttavia, l’appropriazione de Il signore degli anelli da parte della destra è un fenomeno tutto italiano. Anzi, negli Usa accadde il contrario: proprio gli hippies capelloni fecero propria l’opera. Lo scrittore Theodore Roszak li descriveva
hippies attorno ai trent’anni che portano distintivi con scritto ‘Frodo vive’ e arredano i loro appartamenti con mappe della Terra di Mezzo
Persino l’editore italiano – e di destra – Rusconi non aveva potuto fare a meno di apporre, su una ristampa del 1977, una fascetta con la dicitura “la bibbia degli hippies”.
Il legame tra l’opera e la cultura giovanile di destra ha resistito nei decenni successivi, anche quando le ideologie si sono sbiadite. Anzi, proprio per questo, si è rafforzata. Nel 2002, lo stato maggiore di Alleanza Nazionale partecipò alla prima del primo capitolo della trilogia trasposto al cinema. Mentre di recente la destra italiana si è arrabbiata per come una serie su Amazon Prime abbia “sporcato” il proprio mito con tematiche Woke.
Peccato che a stroncare questo legame sia stato lo stesso curatore della mostra, Oronzo Cilli. Il quale, come riporta La Stampa, ha avuto il coraggio di dire: «Tolkien è di tutti». Difficile trovare in questa splendida ideologia qualcosa da collegare alla destra italiana.
Ma tant’è. Peccato che la Meloni al governo non sia riuscita a sconfiggere Sauron, rappresentano dai poteri forti dell’alta finanza che governa l’Europa e il Mondo. Anzi, si sia subito piegata ad essa, adeguandosi alle sue, tanto criticate da lei per anni, imposizioni.