Il mio amico Arnold: la maledizione che colpì gli attori

Il mio amico Arnold: la maledizione che colpì gli attori

Il mio amico Arnold – titolo originale Diff’rent Strokes – è una serie televisiva statunitense ideata da Bernie Kukoff e Jeff Harris, e prodotta dalla Tandem Productions.

Negli Usa è andata in onda dal 1978 al 1986, mentre in Italia a partire dal 1980 prima su televisioni private locali con il titolo “Harlem contro Manhattan” e poi fu acquistata dall’allora Fininvest (oggi Mediaset) e mandata in onda su Canale 5 e Italia 1. Oggi è apprezzabile su reti del digitale terrestre, come Fox Retro.

Dalla serie è stata estratta anche una sit-com intitolata L’albero delle mele.

Tuttavia, una parte del cast de Il mio amico Arnold fu colta da disgrazie e sfortune, a partire dal simpatico protagonista della serie: Gary Coleman, il simpaticissimo Arnold. Passato alla storia della tv per le sue freddure ma anche per la mitica espressione: “Che diavolo stai dicendo, Willis?!“.

Il mio amico Arnold di cosa parla

La pellicola narra le vicende di 2 fratelli afroamericani, Arnold e Willis Jackson, rispettivamente di 8 e 13 anni, i quali vengono adottati da un ricco uomo d’affari: Philip Drummond. Il quale ebbe come come governante proprio la madre dei due, prematuramente scomparsa. I due fratelli vivevano nel degradato quartiere di Harlem e vengono catapultati nella ricca realtà di Manhattan.

 Il signor Drummond, vedovo, ha già una figlia biologica, Kimberly. Vari sono poi i personaggi che si avvicenderanno nel corso degli anni.

La serie affronta anche temi spinosi come le differenze sociali e razziali, in un’America rampante come quella degli anni ’80.

Che fine hanno fatto gli attori di Il mio amico Arnold

In particolare, tre attori del cast hanno avuto una vita fatta di sventure. Quasi come se sulla serie ci fosse una maledizione.

Gary Coleman, Arnold

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Screenshot da https://www.youtube.com/watch?v=Ywrh3V4usSA

Partiamo proprio da Gary Coleman, la cui vita fu difficile fin da subito, giacché fu colpito in tenera età da una patologia renale (la cosiddetta Glomerulosclerosi segmentaria e focale) per la quale fu sottoposto a una terapia a base di corticosteroidi. Terapia che arrestò la sua crescita all’altezza di 142 cm. Fu anche sottoposto 2 volte a trapianti di reni senza successo nel 1973 e nel 1984, nonché sottoposto continuamente a terapia dialitica.

La sua carriera cinematografica non spiccò mai il volo, restando questa serie per lui la cosa più importante fatta in carriera.

Tra il 2008 e il 2009 fu arrestato 2 volte: la prima, per aver investito una persona in un parcheggio, la seconda, per presunte violenze domestiche. Nel 2010, fu ospite nel programma televisivo The Insider, ma abbandonò il programma dando in escandescenza rispetto alle domande postegli da conduttori e giornalisti presenti. Il programma aveva proprio l’intento di abilitarlo.

Morirà pochi mesi dopo, il 28 maggio, a soli 42 anni, dopo aver battuto la testa ed essere finito in coma. La moglie chiese di staccare il macchinario che lo teneva in vita.

Todd Bridges, Willis

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Screenshot da https://www.youtube.com/watch?v=Ywrh3V4usSA

Todd Bridges interpretava Willis, il fratello naturale di Arnold. Iniziò molto presto a recitare, a soli 4 anni, in spot televisivi prima e in film poi. Ma la svolta arrivò proprio con la serie Il mio amico Arnold.

I problemi però inizieranno presto, dal 1982, quando subisce il trauma del divorzio dei genitori a soli 12 anni. E così si tuffa nell’abuso di alcol e droga. Come non bastasse, con la chiusura della serie, avvenuta nel 1986, Bridges si ritrova sostanzialmente disoccupato. Rischia di morire per overdose di crack e nel 1988 è processato per tentato omicidio ai danni di uno spacciatore. In quell’occasione Bridges, immediatamente dichiaratosi non colpevole, viene prosciolto da tutte le accuse.

Le sue apparizioni come attore si diradano sempre più e finisce per recitare in B-movie e apparire in programmi tv come ospite. Mentre nel 1993 è nuovamente arrestato ed entra in un programma di riabilitazione dalla droga, scomparendo per alcuni anni definitivamente dalla scena.

La sua vita sembra riprendersi nel 1998, quando convola a nozze con Dori A. Smith, diventa padre, abbandona del tutto l’uso di alcool e droghe e abbraccia la religione cristiana. Ritrovata una certa serenità, riprende anche a recitare. Partecipa anche ad alcuni Reality che consolidano il suo ritorno sulle scene.

Tuttavia, nel 2018 avrà una ricaduta nel quale viene citato in giudizio per violenza sessuale e stalking verso delle sue ex fidanzate. Inoltre verrà colpito al volto in un’aggressione a seguito di un litigio domestico. Ormai ultracinquantenne, la sua carriera si arresta nuovamente, forse definitivamente.

A oggi è l’unico attore del cast rimasto in vita.

Dana Plato, Kimberly

Screenshot da https://www.youtube.com/watch?v=Ywrh3V4usSA

Anche la carriera di Dana Plato iniziò molto preso, a soli 7 anni, apparendo in diversi spot pubblicitari. La svolta però avvenne proprio con questa serie televisiva, nella quale interpreta il personaggio di Kimberly Drummond dal 1978 al 1986, prima su base fissa, poi ricorrente. Ruolo che gli consentì anche di ricevere nel 1983 una nomination ai Young Artist Award.

La sua carriera però non spiccò mai il volo come attrice e tentò la carriera come donna immagine per riviste maschili, ma anche qui le cose non andarono bene.

Soprattutto quando, dopo aver annunciato la sua gravidanza, fu licenziata dalla serie, con il suo personaggio che fu soppresso con la scusa che Kimberly fosse volata a Parigi per motivi di studio (quasi come accade spesso per tanti personaggi in quella che viene chiamata la sindrome di Chuck Cunningham). Continuò ad apparire solo come guest star nelle ultime due stagioni. A ciò va poi aggiunto che il matrimonio con l’attore Christopher Lambert fu un fallimento e terminò nel gennaio del 1988. In seguito perse la custodia di suo figlio non avendo sostanze economiche per poterlo accudire

E così, delusione dopo delusione, Dana andò in depressione e incominciò a fare uso di droghe ed alcool. Il 28 febbraio 1991 si introdusse in una videoteca di Las Vegas, tentando di rendersi irriconoscibile con un paio di occhiali scuri, e minacciò l’impiegata con una pistola finta. Quest’ultima, riconosciutala ugualmente, avvisò le autorità affermando di essere appena stata derubata dalla ragazza che interpretava Kimberly in Arnold.

Pochi minuti dopo la rapina, la Plato tornò sul luogo, non immaginando di essere stata riconosciuta, e fu immediatamente arrestata. La ormai ex attrice all’epoca lavorava come addetta in una lavanderia locale.

L’anno seguente fu di nuovo arrestata per aver falsificato una prescrizione per il Diazepam. Grazie al fatto che conoscenti le pagarono la cauzione, riuscì a scampare il carcere.

Nel maggio del 1999 fu trovata moribonda a causa di un’overdose di farmaci tranquillanti dal suo compagno dell’epoca, Robert Menchaca, dentro la roulotte parcheggiata vicino alla casa della madre di quest’ultimo. La sera precedente alla sua morte, Dana aveva partecipato al The Howard Stern Show, popolare programma radiofonico statunitense. Moriva così l’8 maggio 1999.

Le sventure non terminarono anche dopo la morte. Il 6 maggio 2010, quasi undici anni dopo la sua dipartita, il figlio Tyler Lambert si è suicidato anch’egli, sebbene con un colpo di arma da fuoco alla testa. Aveva solo 25 anni ed era un aspirante rapper. Da quanto testimoniato dalla nonna paterna, Joni Richardson, faceva anch’egli uso di alcolici e droga.

Sigla de Il mio amico Arnold

Ecco la mitica sigla della serie:

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