Il brillante libro Giganti Ghiacciati di Nardi e Nottebella ci guida con mano sicura alla volta di Urano e Nettuno.
Vi sfido a trovare qualcuna/o che alla domanda: “Qual è il tuo pianeta preferito del Sistema Solare?” risponda “Nettuno” o, men che meno, “Urano”. Onestamente, a parte la nostra amata (?) Terra, è difficile non rimanere subito affascinati dal Signore degli Anelli (Saturno) o dalla probabile prossima frontiera dell’esplorazione spaziale umana (Marte), per citarne giusto un paio.
Ma è proprio per questo che, già dal titolo, si può apprezzare la scelta coraggiosa degli autori di un libro da poco uscito, “Giganti Ghiacciati”, dedicato a due dei pianeti più bistrattati e, purtroppo, meno conosciuti del Sistema Solare, tanto che ad oggi non è possibile neanche confermare con certezza che il suddetto titolo sia scientificamente corretto.
Incredibilmente, infatti, Urano e Nettuno sono stati visitati da vicino solo dalla storica sonda Voyager 2, rispettivamente nel 1986 e 1989, per poi essere (colpevolmente, aggiungo) dimenticati al buio e al gelo ai confini del Sistema Solare.
Per fortuna, se la NASA (o chi per lei) non ha intenzione, almeno nel breve periodo, di ripercorrere i passi delle Voyager, ci pensano l’astrofisico e Youtuber Luca Nardi e l’esperto di lune ghiacciate Fabio Nottebella a riportarci da quelle parti sperdute, con quello che è il primo libro italiano sui giganti (probabilmente) ghiacciati.
Giganti Ghiacciati: dalle sonde Voyager fino alla fine dell’universo
Inserito nella collana ScienzaFACILE della Edizioni Dedalo, Giganti Ghiacciati parte subito bene, con la prefazione dello scrittore e giornalista scientifico Piero Bianucci, che ci racconta (tra l’altro) gustosi aneddoti riguardanti l’epoca in cui la Voyager 2 raggiunse Urano e Nettuno e le relative dirette televisive organizzate dal compianto Piero Angela.
Ed è proprio dalle Voyager che “prende il la”, la prima parte del libro, con un interessante excursus storico-scientifico (e politico) sugli eventi che hanno portato alla loro progettazione e lancio nel 1977, fino ad arrivare là dove nessuna sonda è mai giunta prima.
Si procede, quindi, con quello che potrebbe essere definito il cuore dell’opera, con una trattazione dettagliata eppur facile da seguire di tutto ciò che sappiamo finora riguardo gli affascinanti giganti ghiacciati e le loro lune, con un intero capitolo dedicato a Tritone, senza trascurare una panoramica sul Sistema Solare in generale.
Infine, nella seconda e più discorsiva parte del libro si esaminano varie ipotesi riguardo l’origine e le caratteristiche della vita, la sua possibile presenza al di là della Terra (e in particolare sulle lune ghiacciate), per arrivare a un epico finale in cui si discorre del destino dell’umanità, del Sistema Solare e dell’universo stesso.
Qualità, equilibrio, contesto e modernità
E questo per quanto riguarda i contenuti, ma si sa: la storia è spesso meno importante di come la si racconta. Qui bisogna dire che gli autori ottengono una doppia vittoria, sia perché, come detto, in questo caso si tratta di una storia che nessuno aveva finora raccontato in Italia, che perché tale storia è anche raccontata molto bene.
Difatti, il libro raggiunge una sorta di equilibrio perfetto per un testo di scienza popolare, in quanto pur essendo scritto in maniera accessibile a chiunque, non lesina sui dettagli anche tecnici, mostrando un profondo rispetto per l’intelligenza di chi lo legge.
Inoltre, Nardi e Nottebella si preoccupano di inquadrare l’argomento principale, i giganti ghiacciati appunto, nel loro giusto contesto all’interno del Sistema Solare (con relativa esplorazione diretta o indiretta da parte dell’essere umano) e, più in generale, dell’universo, evitando di cadere nella trappola di una iper-specializzazione che sarebbe potuta risultare sterile.
Infine, mi preme notare come, anche in un contesto classico come quello di un libro cartaceo, sono presenti all’interno del testo numerosi codici QR, scansionabili con qualsiasi cellulare o tablet abilitato, che indirizzano verso contenuti multimediali di approfondimento, aggiungendo freschezza e modernità all’opera.
Leggere increspature in un opera unica: questo è Giganti Ghiacciati
“Ma ci sarà pure qualcosa che non va in questo libro?”, mi domanderete. Beh, se proprio insistete, un paio di aspetti non completamente convincenti si possono anche trovare.
Innanzitutto, per collegarmi a quanto detto immediatamente sopra, il libro è disponibile al momento solo in formato cartaceo, il che potrebbe far storcere il naso in particolare alle/ai più giovani; ma si tratta chiaramente di una scelta editoriale, non imputabile agli autori (che anzi l’hanno in parte mitigata con l’aggiunta dei codici QR).
Inoltre, bisogna ricordare che il libro è scritto a quattro mani, con una “divisione dei compiti” abbastanza chiara (come ammesso dagli stessi autori); si può quindi notare qualche differenza di stile tra la prima parte (più “tecnica”) e la seconda (un po’ più discorsiva), ma ciò è da imputare anche al tipo di argomenti trattati.
Ancora, si potrebbe criticare il fatto che il libro non è interamente dedicato all’analisi dei giganti ghiacciati, ma credo che sia giusto e utile, come detto sopra, inquadrare gli argomenti principali in un contesto più ampio (e va anche considerato, con un po’ di tristezza, il fatto che purtroppo non ci sono molti dati scientifici su cui basare la trattazione).
Infine, bisogna ammettere che la parte conclusiva sul futuro dell’universo è un po’ opprimente, pur poggiando su solide basi scientifiche, e quindi potrebbe generare una sorta di “ansia cosmica” in soggetti particolarmente predisposti.
Ma chiaramente quanto detto sopra è un’inezia rispetto alla portata e alla qualità di un libro straordinario, davvero unico nel suo genere, che ha in più il pregio non da poco di poter essere letto e apprezzato da chiunque: sia, cioè, da persone “a digiuno” di scienza, che da appassionati e persino esperti, che potranno trovare numerose perle sapientemente sparse dagli autori nel contesto di una narrazione incredibilmente fluida e competente.
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(Originariamente pubblicato su Storie Semplici)