Continua la Fuga dei cervelli, ma Governo riduce sgravi per farli tornare

Continua la Fuga dei cervelli, ma Governo riduce sgravi per farli tornare

Gli sgravi Irpef per il rientro dei cervelli in fuga stava funzionando, ma ora sarà ridotto dal 2024.

Prosegue incessante la cosiddetta Fuga dei cervelli italiani all’estero, denominazione che viene attribuita alla partenza di laureati che qui non riescono a trovare lavoro. O, comunque, condizioni lavorative appaganti. E il Governo cosa fa? Riduce pure gli sgravi IRPEF per chi li assume, ideati appunto per incentivare il ritorno in Patria di chi l’aveva lasciata per un futuro migliore.

I numeri della Fuga dei cervelli

Secondo i dati Istat, nel decennio 2011-2021 451.585 giovani italiani di 18-34 anni hanno trasferito all’estero la residenza, con invece 134.543 che hanno fatto il percorso inverso, per un saldo migratorio quindi di 317.042 giovani usciti dall’Italia. E’ da notare che si parla solo di chi trasferisce la residenza, quindi vanno aggiunti quanti sono emigrati senza però ancora trasferire anche la residenza. I numeri sarebbero sicuramente più alti.

Comunque, già così, il saldo migratorio totale di italiani all’estero è di quasi 600mila. Certo, non siamo dinanzi alle emigrazioni bibliche avvenute nel passato, con due decenni particolarmente segnanti per la nostra società: ben 1,8 milioni nel periodo 1951-61 (quindi l’immediato dopoguerra e prima del boom economico), stessa cifra nel periodo 1919-1930, mentre diventano addirittura i 5,2 milioni nel 1904-14. Quando in molti andarono in America.

Restano comunque numeri elevati, se relazionati al benessere generale che viviamo oggi.

Governo riduce sgravi IRPEF per ritorno giovani dall’estero

Secondo il decreto legislativo approvato contestualmente alla manovra lunedì scorso, manager, professionisti e lavoratori con un alto tasso di formazione che decideranno di rientrare in Italia dal 2024

potranno beneficiare di una riduzione della tassazione del 50 per cento, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro

limite che prima non c’era e con una riduzione. Infatti, in precedenza i redditi prodotti in Italia concorrevano alla formazione del reddito complessivo solo al 30 per cento del loro ammontare. Cifra che arrivava al 10 per cento se si trasferiva la residenza in una regione del Sud.

La misura funzionava: nel 2021 sono rimpatriati 75mila Italiani, un numero più alto del 10 per cento rispetto al periodo pre-pandemia. Sono rientrati soprattutto dal Regno Unito (anche per l’effetto della Brexit) e dalla Germania. Seguono Svizzera, Francia, Usa, Spagna, Argentina e Brasile. In più della metà dei casi si è trattato di uomini (56 per cento).

Qui abbiamo parlato dei danni arrecati dalla Brexit agli immigrati italiani.

Fonti:

Il primato nazionale

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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