Poi ci sono i test sulla personalità e le modifiche alle immagini con bandiere e scritte per aderire a questa o quella campagna sociale o evento. Anche quelli comportano una fuga di dati personali. Che noi allegramente vendiamo al Social.
Aggiungiamoci infine che nell’orbita di Facebook ci sono finite altre due app molto popolari: Instagram (dal 2012) e WhatsApp (dal 2014), che hanno portato nelle casse di Zuckerberg un’altra grossa mole di dati statistici.
L’ultimo problema relativo a privacy e sicurezza su Facebook riguarda però i minorenni. In particolare, una falla nel sistema non meglio [sta_anchor id=”messenger”]precisata[/sta_anchor].
Messenger Kids, falla mette in pericolo minori
Come riporta Il Fatto quotidiano, una falla non meglio precisata ha permesso a ragazzini e bambini di chattare con adulti non autorizzati, partecipando ai gruppi. Riguarda la versione per gli Under 13 di Messenger: Messenger Kids.
Dimostrando ancora una volta scarsa trasparenza, Facebook non ha emesso un comunicato ufficiale per spiegare l’accaduto, ma ha spedito mail private alle famiglie avvisando che il problema sarebbe stato risolto.
La mail è stata intercettata dalla testata statunitense The Verge, che ne ha pubblicato il testo integrale:
“Ciao [GENITORE], abbiamo riscontrato un errore tecnico che ha permesso all’amico [AMICO] di [BAMBINO] di creare una chat di gruppo con [BAMBINO] e uno o più amici approvati dai genitori di [AMICO]. Vogliamo che tu sappia che abbiamo disattivato questa chat di gruppo e che ci stiamo assicurando che le chat di gruppo come questa non siano consentite in futuro. Se hai domande su Messenger Kids e sulla sicurezza online, visita il nostro Centro assistenza e il controllo genitori di Messenger Kids. Apprezzeremmo anche il tuo feedback”.
La veridicità dei contenuti sopra riportati è successivamente stata confermata da alcuni portavoce di Facebook.
Messenger Kids è una app nata nel 2017 con il preciso scopo di tutelare i minori, consentendo loro di chattare solo con contatti preventivamente verificati e approvati dagli adulti. Quello che è accaduto è che per una falla nella programmazione, il sistema di sicurezza era aggirabile iscrivendosi ai gruppi, ai quali partecipavano anche adulti non esplicitamente approvati, e coi quali dunque era possibile interagire.
Una situazione che potenzialmente ha esposto i minori non soltanto a rischio pedofilia, ma anche a quello di entrare in contatto con contenuti non adatti a loro. Non è chiaro da quanto tempo fosse presente il bug, e il fatto che Facebook stia provvedendo a chiudere i gruppi e a “tappare” la falla non sminuisce la gravità del problema.