Un gruppo di scienziati americani crea un rene artificiale che promette di relegare dialisi e trapianti ai libri di storia medica
Le statistiche relative a pazienti con problemi renali sono francamente agghiaccianti: in America 2 persone su 1000 si trovano in uno stato di insufficienza renale terminale, mentre nel Regno Unito oltre 30000 sono in dialisi.
In Italia, ovviamente, i numeri non sono più rassicuranti: oltre 7000 persone sono attualmente in attesa di trapianto, in alcuni casi multiplo, e i tempi medi per ottenerlo superano addirittura i tre anni.
Per fortuna la ricerca scientifica avanza e ora, grazie al lavoro di un team di scienziati della University of California San Francisco (UCSF), ci potrebbe essere a breve una svolta nella situazione.
Tutto ciò grazie a un’invenzione rivoluzionaria: un rene artificiale.
Un bioreattore al posto del rene
Come riporta The Brighter Side of News, il gruppo diretto da Shuvo Roy, bioingegnere e professore alla UCSF School of Pharmacy, ha un obbiettivo ambizioso: non solo replicare, ma migliorare la funzionalità di un rene umano.
A tale scopo, essi hanno realizzato un bioreattore in grado di svolgere le funzioni di un rene, senza bisogno degli ingombranti macchinari per la dialisi e impiantabile senza dover seguire le lunghe e complesse procedure per un trapianto.
Il bioreattore in questione è un’apparecchiatura contenente varie cellule renali che, una volta in armonia, sono in grado di eseguire compiti come il bilanciamento dei fluidi e la regolazione della pressione sanguigna, tramite il rilascio di ormoni.
Questa meraviglia dell’ingegneria si integra direttamente coi vasi sanguigni, facilitando il trasferimento di nutrienti e ossigeno, necessari alle cellule renali per svolgere le loro funzioni.
Inoltre, tali cellule sono protette da uno scudo di membrane di silicone contro gli eventuali attacchi da parte delle cellule del sistema immunitario del paziente; di conseguenza, non è necessaria la somministrazione di immunosoppressori.
Un futuro senza dialisi e trapianti di rene
Per sperimentare la loro invenzione, Roy e colleghi si sono concentrati su un particolare tipo di cellule renali, quelle del tubulo prossimale, importanti per la gestione dell’acqua nel corpo.
I risultati degli esperimenti, effettuati impiantando il bioreattore nel corpo di maiali, sono stati estremamente promettenti, senza alcuna reazione avversa da parte del sistema immunitario degli animali nella settimana successiva al trapianto.
Ora l’obbiettivo è quello di effettuare test più lunghi, con monitoraggio per un intero mese, prima su animali e poi eventualmente sull’uomo.
Se tali test daranno i risultati sperati, si prevede un netto miglioramento delle condizioni di vita dei numerosi pazienti con insufficienza renale, per i quali gli inconvenienti della dialisi e le interminabili liste d’attesa per un trapianto potrebbero diventare solo un ricordo del passato.
(Originariamente pubblicato su Storie Semplici)