Il progetto Città 30 punta a rendere i centri urbani più vivibili, con aree verdi, trasporto sostenibile e limite di velocità a 30 km/h.
Il progetto Città 30 voluto dal Parlamento europeo mira a far sì che le città dei paesi membri dell’Unione europea diventino più green e vivibili, dunque più a misura d’uomo. Il “30” si riferisce al fatto di allargare il limite di velocità in città a soli 30 km/h. Il che dovrebbe portare diversi vantaggi. Ma non solo quello, ovviamente. Si punta a promuovere il trasporto sostenibile e ad ampliare le aree verdi.
La prima città ad adoperarsi nell’immediato è stata Bologna, che farà partire il progetto proprio oggi primo luglio. Mentre Milano conta di farlo a partire dal primo gennaio 2024.
Vediamo di seguito in cosa consiste il progetto Città 30.
Cosa significa Città 30
Come riporta Energia-Luce, con Città 30 si intende l’obiettivo principale di
- ridurre lo spazio dedicato alle auto;
- favorire al contempo l’implementazione di piste ciclabili, l’ampliamento dei marciapiedi e la creazione di aree adibite a scopi sociali.
Il tutto, per rendere l’ambiente urbano più vivibile, piacevole e sostenibile. Del resto, una città verde anziché grigia, con più bici che auto, fa bene oltre che ai polmoni, anche alla mente e allo spirito. Migliora l’umore dei cittadini.
Ovviamente, ciò non è facile, poiché molte città italiane hanno una pronunciata predisposizione industriale e sono soprattutto “città dormitorio“. Realizzate con colate di cemento che non hanno avuto alcuna considerazione degli spazi verdi. Città tristi e cupe, che sarà un’impresa cambiare.
In cosa consiste il progetto Città 30
Ecco in che modo si realizza il progetto Città 30:
- Abbassamento del limite di velocità a 30 km/h, che porta a una riduzione degli incidenti stradali;
- Riduzione del numero di veicoli in circolazione, realizzando maggiori piste ciclabili e promuovendo mezzi di trasporto sostenibili;
- Rigenerazione urbana tramite maggiori spazi pubblici destinati al verde, favorendo l’assorbimento di anidride carbonica. Inoltre, liberando le strade dai parcheggi, si apre la possibilità di riconvertire lo spazio per promuovere il commercio locale.
In Europa già sono diverse le città importanti che hanno aderito al progetto Città 30, come Berlino, Barcellona, Edimburgo e Bruxelles.
Bologna Città 30: come cambia la città
Con il Piano particolareggiato del traffico urbano (Pptu) “Bologna città 30“, il limite di 30 chilometri all’ora diventerà la norma nelle strade urbane del capoluogo emiliano. Attualmente, in città questa limitazione è già in vigore nel 30% delle strade urbane della città. Ma con questo progetto diventerà il 70%, raggiungendo punte del 90% nelle zone più densamente popolate.
Il Comune di Bologna ha comunque previsto un periodo di transizione di sei mesi senza sanzioni, durante il quale saranno installate nuove segnaletiche stradali e saranno condotte campagne di sensibilizzazione.
Oltre alla cartellonistica, però, la città che ha dato i natali, tra gli altri, a Lucio Dalla, realizzerà nuove piazze scolastiche pedonali e interventi tesi a migliorare la sicurezza di marciapiedi, strade e spazi pubblici.
Parliamo comunque di una città già discretamente vivibile, dunque avrà meno difficoltà rispetto a tante altre.