Chi ha ucciso John Fitzgerald Kennedy? Ecco la tesi alternativa, che vede come reale esecutore James Files.
John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America, venne ucciso venerdì 22 novembre 1963 a Dallas, Texas, alle 12:30 ora locale. Si tratta del quarto presidente americano morto omicida sebbene il suo caso abbia creato maggiore clamore rispetto ai precedenti, sia per lo spessore del personaggio, sia per la ridondanza mediatica che ebbe il caso, complice ovviamente i media più avanzati. In primis, la televisione che trasmise molto presto le immagini dell’assassinio.
Il presidente Kennedy fu assassinato mentre viaggiava con la moglie Jacqueline, con il governatore John Connally (ferito gravemente) e la moglie di quest’ultimo Nellie a bordo della limousine presidenziale.
Ecco una ricostruzione in plastico della disposizione in auto:
A ucciderlo, tramite 4 colpi di fucile di cui uno mortale fu il magazziniere, attivista castrista ed ex marine Lee Harvey Oswald. Sebbene pare che tre colpi siano stati sparati da quest’ultimo, mentre uno da un’altra persona la cui identità non è mai stata accertata.
Chi ha ucciso John Fitzgerald Kennedy secondo la versione ufficiale
Come riporta Wikipedia, restando sulla versione ufficiale consegnata alla storia, come detto l’assassino di Kennedy fu Lee Harvey Oswald, ritenuto responsabile da 3 inchieste ufficiali dell’FBI (1963) e da quella della commissione Warren (1964).
Arrestato poche ore dopo l’attentato, fu a sua volta ucciso due giorni dopo da Jack Ruby nella centrale della polizia di Dallas, mentre stava per essere trasferito alla prigione della contea. Fu accusato anche dell’omicidio del poliziotto J.D. Tippit e dell’attentato al generale Edwin Walker.
Dichiaratosi sempre innocente, nel 1979 l’United States House Select Committee on Assassinations, ha concluso che, sebbene Oswald fosse il probabile esecutore materiale, l’assassinio del presidente potrebbe essere stato frutto di un complotto. Del resto, la sua stessa repentina morte lascia intendere che forse qualcuno non volesse che parlasse.
Chi ha ucciso davvero Kennedy?
Tuttavia, il nome dell’assassino potrebbe essere un altro: James Earl Files. Ex membro della CIA, in un’intervista rilasciata nel 1994 dichiarò di essere stato il vero assassino di Kennedy, sparandogli dalla collinetta erbosa in Dealey Plaza.
James Files fu arrestato il 5 agosto 1991, ma per altri motivi: accusato del tentato omicidio dell’agente di polizia David Ostertag. È stato condannato a 30 anni di prigione ed è stato detenuto nel carcere di Stateville in Illinois, fino alla sua liberazione condizionale nel maggio del 2016, con 5 anni di anticipo.
In realtà, già prima della sua confessione, nel 1992, a Beaumont, un agente dell’FBI, Zack Shelton, rivelò che, tramite un suo informatore, era venuto a conoscenza che un detenuto, appunto James Files, possedeva informazioni sull’uccisione di John Fitzgerald Kennedy.
La sua prima rivelazione risale al 1994, quando raccontò la sua storia a Joe West, un investigatore privato che indagava sul caso Kennedy. La storia è stata poi resa pubblica nel video L’assassinio di JFK: Confessione di un assassino del 1996. Tuttavia, l’uomo non ha voluto rilasciare alcuna intervista ai media, né è stato più ulteriormente interrogato dalle autorità investigative. Come se si volesse che il caso dovesse rimanere fermo alla versione ufficiale e che andasse bene così.
Chi è James Files
Come riporta sempre Wikipedia, la vita di James Files è stata alquanto complessa: adolescente scapestrato, uccise la prima volta all’età di sedici anni, per vendicare l’omicidio di sua sorella, Maria Pearl Johnson, a Saint Louis, decapitando il suo assassino a distanza ravvicinata con un tiro di fucile da caccia.
Entrò a far parte dell’esercito degli Stati Uniti nel 1959, arruolato nella 82ª Airborne, la divisione di paracadutisti, e fu inviato nel Laos partecipando all’operazione White Star. Files affermò di aver partecipato a missioni di intelligence e di aver fatto parte delle prime truppe da combattimento statunitensi segrete inviate in Vietnam.
James Files ebbe anche stretti legami con la Mafia. Fu autista e guardia del corpo di Charles Nicoletti, boss di Chicago, a inizio anni ’60. Files sostiene inoltre di aver fatto diversi “lavori sporchi” per Nicoletti prima dell’assassinio del presidente Kennedy, e lo stesso Nicoletti fu fortemente impressionato in diverse occasioni per la sua capacità con le armi da fuoco.
In merito all’omicidio Kennedy, Files asserì di aver conosciuto Lee Harvey Oswald prima dell’attentato, ma affermando che quest’ultimo non sparò alcun colpo di fucile durante l’assassinio. L’altro tiratore fu proprio Charles Nicoletti, che sparò dal Dal-Tex Building. Jack Ruby era invece in Dealey Plaza durante l’assassinio. Johnny Roselli raggiunse Dallas, come parte di un team della CIA per revocare l’assassinio.
La mattina dell’assassinio si incontrò con Johnny Roselli e Charles Nicoletti. Usò nell’assassinio un fucile Remington XP-100 “Fireball” e sparò dalla collinetta erbosa di Grassy Knoll in Dealey Plaza. Il suo tiro e quello di Nicoletti colpirono la testa del presidente Kennedy, in una frazione di secondo l’uno dall’altro. Il proiettile usato nell’attentato era con l’ogiva rivestita di mercurio.
James Files non ha mai parlato volontariamente della sua storia, fino a quando l’FBI rivelò la notizia, ammettendo quindi il suo coinvolgimento come autore solo trentun’anni dopo, dunque non ha mai cercato notorietà malgrado il gesto compiuto.
Rimando anche a un documentario sul vero assassino di Kennedy ideato dal sempre ottimo Massimo Mazzucco:
Perché Kennedy fu ucciso?
Sono tante le ipotesi sul perché John Fitzgerald Kennedy sia stato ucciso. Ecco le principali:
- L’invasione di Cuba: qui le ipotesi si diramano in due direzioni opposte. La prima, relativa al fatto che quando tutto sembrava deciso, Kennedy fece un passo indietro. E ciò irritò non poco le tante forze in campo coinvolte: CIA, oppositori di Castro arruolati, persone vicino alla mafia assoldate. La seconda, proprio relativa alla volontà del presidente di invadere Cuba, il che lo aveva posto nelle mire dei castristi;
- La Mafia: Kennedy sarebbe finito nelle mire della Mafia italo-americana per la guerra che avrebbe fatto ai mafiosi. I mandanti del suo assassinio sarebbero stati i boss Sam Giancana, Santo Trafficante Jr. e Carlos Marcello. In realtà, il presidente fu anche accusato di vicinanze alla Mafia, per la sua amicizia con il grande Frank Sinatra, come noto vicino agli ambienti malavitosi che lo avrebbero aiutato a fare carriera;
- Il capo del Federal Bureau of Investigation, l’FBI, J. Edgar Hoover, il quale si venne scoprire che aveva raccolto una cartella sulle relazioni femminili del Presidente Kennedy. Quest’ultimo minacciava di rimuoverlo dal suo incarico, ritenuto “ambiguo” in senso sessuale. Hoover si sarebbe vendicato sia fornendo scarsa protezione a Kennedy, sia dopo la sua morte impostando una blanda indagine sugli eventuali assassini;
- I petrolieri texani, principalmente Haroldson Lafayette Hunt e suo figlio Nelson Bunker Hunt, preoccupati per un progetto di Kennedy di un aumento delle tasse sugli introiti dell’estrazione petrolifera. Ma anche altri petrolieri texani, come Edgar R. Crissey e H. R. Bum Bright, tutti membri della John Birch Society;
- Il potente sindacalista Jimmy Hoffa dei Teamsters, il sindacato degli autotrasportatori, in forte contrasto col governo, tanto che suo fratello Bob, Ministro della Giustizia, tentò di investigare su di lui fino a disgregare il sindacato ritenuto troppo fastidioso;
- I dirigenti della Federal Reserve Bank (FRB), molto contrariati dall’Ordine esecutivo 11110, con il quale Kennedy avocava al solo Governo il potere di coniare il dollaro d’argento. Sottraendogli così questa importante funzione;
- L’organizzazione suprematista Ku Klux Klan, fortemente contrariata dalle politiche di Kennedy contro la segregazione razziale;
- Il vicepresidente Lyndon B. Johnson e il suo entourage, desiderosi di occupare il posto del presidente Kennedy e condurre una politica meno progressista;
- I compagni di Ngô Đình Diệm, presidente della Repubblica del Vietnam del Sud, assassinato dai suoi generali golpisti il 2 novembre 1963. Gli americani sostennero il golpe contro di lui, pur non ordinandone la morte;
- I sovietici, nell’organismo del KGB, i servizi segreti russi. Che voleva vendicare lo smacco subito nella crisi dei missili di Cuba, nell’ottobre 1962. Oltre alle più generali ragioni riconducibili alla Guerra fredda in pieno svolgimento.
Tutte ipotesi che però non hanno mai trovato prove concrete e decisive.
John Fitzgerald Kennedy: un falso mito
In un precedente articolo abbiamo descritto di come John Fitzgerald Kennedy non sia che un falso mito della sinistra mondiale. Kennedy è stato il primo presidente ad aumentare esponenzialmente la spesa militare dello Stato americano. Ha avviato lui la guerra in Vietnam, così come innescato una crisi nucleare con la Russia (allora URSS) posizionando missili verso il paese in Turchia. Programmò anche l’invasione di Cuba, diventata comunista dopo l’ascesa al potere di Fidel Castro.
E ancora, dopo un viaggio in Europa negli anni ’30 ebbe simpatie verso il fascismo e il nazismo, rimasto affascinato per come tenessero in ordine Italia e Germania. Viene inoltre fortemente indiziato come il responsabile della morte di Marilyn Monroe, sua amante, diventata scomoda. Potete leggere l’articolo completo qui.
La vvittoria elettorale di Kennedy diede anche il via alla cosiddetta Telecrazia, ovvero la predominanza della forma sulla sostanza, della telegenia sui contenuti. Kennedy bucava lo schermo rispetto allo sfidante Richard Nixon, più impacciato davanti alle telecamere. In Italia la Telecrazia è arrivata trent’anni dopo con l’avvento in politica di Silvio Berlusconi.
Non meno criticabile la biografia del fratello Ted, a sua volta senatore, che lasciò annegare in un canale una giovane donna dopo una festa. In generale, la famiglia Kennedy sembra avvolta da una maledizione, come riportato qui.
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