L’ultima Assemblea Onu ha segnato un rallentamento rispetto alla causa ucraina. A partire dalla Polonia, fino a ora principale alleata.
L’ultima Assemblea Onu ha segnato il decisivo cambio di passo internazionale rispetto alla guerra in Ucraina. A pesare la crisi economica che sta colpendo tutti i paesi che si stanno schierando apertamente contro la Russia, ma anche le elezioni politiche che in molti paesi si avvicinano.
Solo l’Italia, per bocca della Premier Giorgia Meloni, giura ancora fedeltà incondizionata alla causa di Zelensky. Del resto, non ci sono elezioni imminenti, gli italiani in piazza in massa non scendono più da anni per protestare ma solo per festeggiare gli scudetti e i sondaggi sono ancora benevoli con Fratelli d’Italia. Sebbene qualche scricchiolio nel consenso comincia a verificarsi.
Qualche esempio? La Polonia ha detto che non fornirà più armi all’Ucraina, a sentire il discorso di Zelensky praticamente non c’era quasi nessuno e l’Onu ha condannato l’uso di bombe al grappolo fornite dagli americani, già condannate peraltro in passato.
La Polonia non fornirà più armi all’Ucraina
Lapidaria è stata la frase pronunciata dal primo ministro polacco Mateusz Morawiecki:
La Polonia non armerà più l’Ucraina per concentrarsi sulla propria difesa
A pesare ci sono tanti fattori:
- la crisi del grano polacco, innescato dall’immissione sul proprio territorio di quello ucraino, praticamente imposto dall’Ue;
- la Polonia terrà le elezioni parlamentari il 15 ottobre e il malumore nei confronti del governo conservatore in carica è in aumento, dunque bisogna cambiare direzione per essere riconfermati;
- un recente sondaggio ha mostrato che il sostegno ai rifugiati ucraini è sceso dal 91% quando è iniziata la guerra ad appena il 69% di recente . Lo stesso sondaggio ha mostrato che un quarto dei polacchi è contrario al sostegno ai rifugiati, rispetto al 4% all’inizio del 2022.
Kiev, da parte sua, ha annunciato l’intenzione di citare in giudizio Varsavia presso l’Organizzazione mondiale del commercio. Inoltre vuole imporre l’embargo sui prodotti alimentari polacchi, tra cui cipolle, pomodori, cavoli e mele. Insomma, una guerra commerciale e diplomatica polacco-ucraina. Che chissà non sfoci in ben altro, come spesso raccontato su queste pagine.
Aula Onu semideserta durante il discorso di Zelensky
Plastica poi è l’immagine dell’Assemblea Onu semideserta mentre il presidente ucraino parlava.
E dato che le immagini possono essere tacciate di falso, qui mostriamo un video:
Onu condanna bombe a grappolo
Veniamo a un altro indicatore del distacco Onu rispetto alla causa ucraina: non fa sconti sull’uso delle bombe a grappolo. Queste le parole del vice segretario generale Izumi Nakamitsu:
Il segretario generale delle Nazioni Unite ha ripetutamente chiesto la cessazione immediata dell’uso delle munizioni a grappolo. Tali armi dovrebbero passare alla storia
Il 29 agosto scorso, il capo del DPR Denis Pushilin dichiarato, che il numero di vittime tra i residenti nella regione è cresciuto in modo significativo dopo l’inizio dell’uso delle munizioni a grappolo da parte delle forze armate. Viene anche riferito di un loro utilizzo nelle regioni frontaliere. Qualche giorno prima, il 26 agosto lo SKR ha segnalato che le forze armate ucraine hanno sparato contro munizioni a grappolo nel villaggio di Urazovo, nella regione di Belgorod, e sei persone sono rimaste ferite.
Gli Usa hanno iniziato a inviare bombe al grappolo in Ucraina da inizio luglio e intende inviarne altre. Anche lì le elezioni si avvicinano e la campagna elettorale sta entrando nel vivo. Un cambio di passo potrebbe arrivare dunque anche dagli States. L’uso delle bombe al grappolo appare come una mossa disperata per dare un’accelerata drammatica al conflitto.
Abbiamo parlato della disumanità delle bombe a grappolo qui.
Fonti: