Il 7 giugno mattina, molti siti di un certo spessore sono finiti down: Amazon, New York Times, il Guardian, Le Monde, la Bbc, la Cnn, il sito del governo britannico.
Mentre in Italia, tra gli altri, sono finiti down i siti de La Gazzetta dello Sport, LaRepubblica e il Corriere della Sera.
A chi tentava di collegarsi a questi siti, tra l’altro molto visualizzati e prestigiosi, compariva una scritta di Errore 503. Ovvero la segnalazione del server temporaneamente fuori uso, non in grado quindi di fornire il contenuto richiesto.
Molti avranno sicuramente pensato a problemi di connessione del proprio gestore, data l’importanza degli stessi. Ed invece, ad essere finiti fuori uso sono stati proprio loro. Poi ripristinati in giornata.
Cosa è successo? Siamo di fronte ad un clamoroso Cyberattacco globale oppure ad un problema tecnico.
Cerchiamo di capire cosa è successo, perché a prescindere, resta un fatto inquietante.
Down Amazon e altri siti: i motivi
Come riporta Il Primato Nazionale, Down Detector, sito che monitora anomalie sulla rete, ha affermato che
i report indicano che potrebbe esserci stato un problema di ampie dimensioni per Fastly (fornitore di servizi di cloud computing statunitense, ndr) e questo potrebbe avere ripercussioni sui vostri servizi
Fastly, che come detto è un cloud computing provider ad ampia diffusione, si occupa di rendere più rapidi i tempi necessari a scaricare i contenuti dei vari siti. E ha fatto sapere, con una nota, di “aver individuato il problema” e di essere al lavoro per individuare una soluzione al problema riscontrato.
Down Amazon e altri: perché resta fatto inquietante
Sposa l’ipotesi guasto tecnico ed esclude un cyberattacco anche Stefano Zanero, docente di sicurezza informatica del Politecnico di Milano, interpellato dal Corriere della sera. Sito direttamente interessato alla vicenda.
Va però oltre Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano, il quale lascia comunque intendere che a prescindere dalla causa, il fatto resta inquietante e pone l’accento ancora una volta sull’importanza di “progettare le reti con sistemi di ridondanza“. Per fare in modo che eventi del genere siano limitati “sia dal punto di vista della portata che della durata”.
Casi del genere ci ricordano quanto la rete sia fragile e basti (relativamente) poco per mandare in tilt il web. Nel caso di Amazon, oltretutto, parliamo di un sito che contiene i numeri delle carte e i dati sensibili di milioni di utenti nel mondo…