UniCredit S.p.A. è uno dei più importanti colossi bancari a livello mondiale, con sede a Milano. Prima in Italia per asset in gestione e per fatturato, conta oltre 26 milioni di clienti e 150.000 dipendenti in 32 paesi. I principali mercati nei quali opera sono ovviamente l’Italia, e poi Austria, Germania ed Europa centro-orientale.
Unicredit è una Banca nata dalla fusione dei gruppi Credito Italiano e Unicredito, Cassa di Risparmio di Torino e Cassamarca nel 1998. tutte banche a loro volta provenienti da varie fusioni. Inizialmente la Banca si chiamava Unicredito Italiano, per poi assumere il nome attuale dieci anni dopo.
In questi anni, Unicredit ha dato vita ad altre fusioni e quattro aumenti di capitale. Tuttavia, nel 2019 sono arrivate due notizie spiazzanti: la banca ha ceduto quote in Fineco e Mediobanca (rispettivamente il 17 e l’8,4 percento).
Ma soprattutto, ha annunciato un piano di tagli shock (per dirla alla D’Urso) pari a 8mila dipendenti e 500 filiali. Vediamo meglio nel dettaglio di cosa si tratta e cosa rischiano [sta_anchor id=”unicredit”]correntisti[/sta_anchor].
Unicredit numero tagli dipendenti e filiali
Come riporta QuiFinanza, il 4 dicembre Unicredit ha presentato il nuovo Piano industriale Team 2023: la banca di piazza Aulenti prevede di raggiungere i 5 miliardi di utili nel 2023, ma anche tagli per 8 mila lavoratori, tra Germania, Austria e Italia. Oltre alla chiusura di 500 filiali.
Gli 8.000 tagli del personale si concentreranno soprattutto in Italia, Germania e Austria, dove il personale verrà ridotto complessivamente del 12% e verrà chiuso il 17% delle filiali.
Ma la peggio tocca proprio al nostro Paese: degli 1,4 miliardi di euro di costi di integrazione stimati per la loro gestione, infatti, 1,1 miliardi riguarderanno l’Italia (pari al 78% del totale) e solo 0,3 miliardi l’Austria e la Germania.
Secondo fonti sindacali, questo significa che i tagli da gestire in Italia saranno 5.500/6000 mentre le filiali chiuse 450.
Peraltro, come ha denunciato la Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), gli 8.000 esuberi inseriti nel nuovo piano industriale si andrebbero ad aggiungere ai 26.650 posti di lavoro tagliati a partire dal 2007. Stesso discorso per gli sportelli: ne sono stati chiusi 1.381 e il Ceo Jean Pierre Mustier ne vorrebbe chiudere altri 500, recidendo ancora di più il rapporto con la clientela e il legame col territorio.
Unicredit tagli cosa rischiano clienti
Cosa rischiano clienti di Unicredit con tagli? I conti correnti non dovrebbero subire ripercussioni. Per i correntisti il rischio principale sarà quello di avere meno filiali vicino casa, dato che la stima è di un taglio del 17% delle sedi.
Certo, con l’Home banking il problema riguarderà soprattutto i clienti di una certa età, meno avvezzi ad utilizzare app o sito della banca per espletare le proprie operazioni (inviare bonifici, visionare il proprio conto, il trading online, ecc.). Ma anche coloro che nutrono ancora una certa diffidenza verso il web e preferiscono ancora recarsi in filiale.
Il problema potrebbe poi riguardare i prelievi presso gli ATM, finendo per essere costretti ad usare quelli di altre banche, rischiando di pagare pure una commissione.
Infine, sia nel 2018 che nel 2019, Unicredit è stata colpita da attacchi Hacker. I quali per fortuna non hanno intaccato la sicurezza dei conti, ma comunque alcuni dati sono stati pur sempre rubati a milioni di clienti.
Vanno poi sommati a ciò i recenti tentativi di phishing che stanno riguardando questa banca e la Bnl, con continui tentativi di entrare in possesso delle chiavi di accesso ai conti tramite mail finte dove sono richiesti i dati dei correntisti.
Come difendersi dai tentativi di phishing? Occorre innanzitutto sapere che una Banca o la Posta non chiedono mai dati sensibili tramite una mail. Bisogna poi vedere l’indirizzo del mittente (di solito si tratta di indirizzi stranieri o strani) e la qualità del testo (generalmente queste mail presentano un italiano sgangherato).