Sigfrido Ranucci, giornalista, conduttore e curatore del programma Report su Raitre, ha subito un attentato sotto la propria abitazione.
Sigfrido Ranucci, giornalista, conduttore e curatore del programma Report su Raitre, ha subito un attentato sotto casa. La sua auto è stata fatta esplodere venerdì notte, danneggiando anche quella della figlia posta di fianco. La quale, peraltro, era rientrata a casa poco prima. Illeso per miracolo anche un altro figlio, tornato a casa più tardi. Il fatto è accaduto a Pomezia, Comune costiero della città metropolitana di Roma.
La solidarietà del mondo politico e giornalistico è stata larga e trasversale, ma “puzza” anche tanto di ipocrisia. Infatti, il giornalista negli anni ha subito un lungo elenco di querele e intimidazioni, anche da quella stessa politica che oggi gli esprime vicinanza.
Le tante querele rivolte a Sigfrido Ranucci dalla politica
Il lungo elenco lo fornisce ANSA. Partiamo dalle querele più recenti e dal partito di governo, Fratelli d’Italia, per il servizio dell’inviato Giorgio Mottola, che parlava dei rapporti del padre della premier con il boss Michele Senese. Querele sono arrivate anche dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, e da Gaetano Caputi, capo di gabinetto di Meloni, in relazione all’inchiesta, firmata sempre da Mottola, sul ruolo del governo nella scalata di Monte Paschi su Mediobanca. Sempre da parte di Fdi, si ricorda quelle di Ignazio La Russa e dei suoi figli, del ministro Adolfo Urso, della ministra Daniela Santanchè e del suo ex compagno e quella della sottosegretaria Isabella Rauti.
Restando sempre nella maggioranza di Governo, si ricorderà quella del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, di sua moglie e della sorella, nonché della famiglia Berlusconi e di Marta Fascina.
Maurizio Gasparri nel novembre del 2023, nel corso dell’audizione di Ranucci in Vigilanza, si presentò con un cognac da offrire al giornalista per farsi coraggio. Ma anche di una carota, se quest’ultimo avesse avuto paura della bicamerale.
Ma le querele sono bipartisan: Matteo Renzi lo querelò per un servizio sempre di Mottola, che lo ritraeva con l’agente dei servizi Marco Mancini in un autogrill. Che bissava una querela per un’inchiesta sull’acquisizione dell’Unità da parte del gruppo Pessina.
Le minacce delle mafie
Le Mafie non lo hanno querelato, ma sono passate alle minacce. Non a caso, Sigfrido Ranucci è sotto tutela mobile dal 2009, quando, a seguito di un’inchiesta su una cava di sabbia, la famiglia Ercolano chiese a un soggetto definito pericoloso di tenerlo d’occhio.
L’anno seguente, lo stesso giornalista raccontò come un esponente dei Santapaola voleva farlo fuori, ma l’omicidio fu stoppato da Matteo Messina Denaro.
La fama di Ranucci è diventata internazionale, quando nel 2021, un narcotrafficante legato alla ‘ndrangheta e al cartello di Pablo Escobar aveva incaricato due killer albanesi di ucciderlo. Da qui riceve la scorta H24.
Lo scorso anno era stato minacciato per un servizio sul conflitto tra Israele e Palestina, gli erano stati recapitati 2 proiettili P38 fuori casa ed era stato pedinato.