Regione Campania quasi in recessione: e De Luca blocca pure Navigator

Che la Campania e il Sud Italia se la passino male, non è una scoperta. E’ un problema atavico sul quale nessun governo si è davvero impegnato per risolverlo. Perché in fondo, se il Mezzogiorno va male, è un bene per tutti. Da lì il Nord attinge i migliori cervelli e le migliori specializzazioni operaie. Oltre che garantire un ottimo serbatoio di voti drenati a colpi di promesse.

Inutile tornare poi sui soliti discorsi, di come il Sud stava molto meglio prima dell’Unità d’Italia. Ovvero, prima che i Savoia – il cui regno era ormai in deficit – depredassero le sue ricchezze. In questo articolo ho scritto tutti i primati del Mezzogiorno a livello europeo nel periodo pre-unitario.

Certo, che il Mezzogiorno si faccia anche male da solo, è un altro dato di fatto. Criminalità organizzata e corruzione politica hanno sempre strozzato ogni tentativo di slancio. Sebbene, occorra anche dire che le mafie meridionali siano anche le eredi del brigantaggio. Nato a sua volta per contrastare i soprusi del periodo unitario. Laddove lo Stato arretra e lascia degli spazi, si insinua l’illegalità e la criminalità organizzata.

Ma tralasciando la triste storia moderna del Sud, arriviamo ai giorni nostri. E ai dati di Confindustria che certificano lo stato pietoso dell’economia della Campania. A dispetto dell’arroganza e della saccenza del Governatore Vincenzo De Luca, in carica ormai da 4 [sta_anchor id=”campania”]anni[/sta_anchor].

Regione Campania dati economia

Come riporta Il Corriere del Mezzogiorno, i motori dell’economia meridionale girano al minimo, avvertono Confindustria ed Srm nel check up di fine luglio. La velocità della crescita, che già negli ultimi anni era molto lenta, si sta fermando e il divario con prima della crisi resta consistente. Alcuni numeri fotografano bene il quadro di tante ombre e qualche luce.

L’indice sintetico, che comprende Pil, occupazione, investimenti, export e imprese, si inchioda a 472, rispetto ai 500 del 2007.

«In questo modo – commenta il presidente del Comitato per le politiche di coesione Stefano Pan – ci vorranno più di tre anni per tornare a quel livello».

Un faro di speranza lo si intravede nelle esportazioni: è vero che negli ultimi mesi hanno rallentato, ma sono pur sempre in crescita, soprattutto le 4 A, il settore farmaceutico, le bioeconomie, la filiera del legno. Ed è significativamente aumentato l’export turistico per gli stranieri in arrivo (+14%).

Il mercato interno invece continua a soffrire: restano elevati i divari per potere d’acquisto, che si traducono in minori consumi, circa 800 euro pro capite in meno nelle regioni meridionali. In questo Sud anemico ciò che maggiormente preoccupa è la stasi degli investimenti: ha smesso di salire il numero delle imprese, ristagnano gli investimenti fissi lordi, inferiori di ben il 36,2% rispetto al 2007, la componente manifatturiera farebbe ben sperare ma vale appena il 10% dell’economia produttiva, contro una media del 20% nei nostri competitors europei.

Perciò si sta bloccando anche il Pil, che cresce nel 2018 al Sud dello 0,4%, meno della metà della media nazionale allo 0,9%. Ciò si accompagna a un intenso calo dei crediti, con 14 miliardi in meno erogati a famiglie e imprese meridionali. Per fortuna che c’è il credito d’imposta, grazie al quale con 3 miliardi di agevolazioni partono investimenti per oltre 8. Ancor peggio va il trend degli investimenti pubblici, che accentuano il proprio calo al Sud, e, ciò che maggiormente lascia interdetti, è che si allarga nuovamente il divario col Centro Nord dove la spesa in conto capitale resta nel 2017 di quasi 500 euro più elevate rispetto ai territori meridionali.

Non a caso, se si fissa a 100 la soglia di infrastrutturazione dell’Ile de France in Europa, la più elevata dell’Unione, la Campania raggiunge uno scarso 31. Una regione che, quanto a spesa pubblica pro capite, è ferma a 12.575 euro, all’ultimo posto al Sud. Eppure resta quella meridionale più dinamica. Nonostante un Pil per abitante al 64% rispetto al 118,2% del Centro Nord nel 2017. La spesa media familiare nella regione è pari a 2.122 euro, contro i 2.831,5 del Nord. Il 20% in meno. Il valore aggiunto dell’industria manifatturiera regionale è il più consistente del Sud, toccando i 9,4 miliardi.

È la prima regione meridionale per numero di imprese manifatturiere oltre 39 mila su un totale di poco meno di 500 mila attive. Ha una propensione all’export pari al 10,6% del Pil regionale, ma il saldo commerciale con l’estero è negativo per 2,3 miliardi. Sconfortante il quadro degli occupati: in calo dell’1,4% nel primo trimestre 2019 rispetto al 2018.

De Luca blocca assunzione Navigator

prove concorso campania

Nel frattempo, De Luca ha ben pensato di bloccare l’assunzione per 2 anni dei Navigator. Coloro che dovrebbero indirizzare i percettori del Reddito di cittadinanza verso occasioni di lavoro, oltre che controllarli che tutto sia svolto con regolarità.

In Campania sono ben 471 (in totale a livello nazionale sono circa 720 quelli non ancora assunti) e si sono dati appuntamento sotto la sede della Regione Campania, a Santa Lucia, per protestare contro la mancata firma del Governatore della convenzione Anpal.

Queste le motivazioni assurte da De Luca, come riporta NapoliToday:

“Abbiamo un bacino di precariato con 3700 Lsu, 400 tavoli di crisi, 80 procedure di licenziamento collettivo oltre ai disoccupati storici. Se con i navigator facciamo altri serbatoi di precariato e comitati di lotta, allora dico di no. Dopo due anni di formazione i navigator verranno mandati a casa. È un Paese serio questo?”.

Questo impuntamento sembra più un dispetto fatto al Ministro del lavoro Luigi Di Maio. Che il Governatore campano ha sovente punzecchiato, anche in modo offensivo (l’ultima che ha detto: “Di Maio? Un pinguino con la testa di sedano. Mandato zero? Ennesima cialtroneria”). Ma questa è una mia impressione personale.

Intanto, è giunta un’altra estate e il litorale domitio attende ancora quella ripulita che De Luca promise all’indomani della sua investitura. Così come promise che avrebbe eliminato le barelle al Pronto soccorso del Cardarelli. Come dice una canzone: “Sono solo parole”. Se non altro, ha mantenuto le promesse di far riaprire la funivia del Montefaito e la Funicolare di Montevergine.

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