OCCHIO A QUANTO SPENDETE, ARRIVA LO SPESOMETRO
strumento messo a punto dall’Agenzia delle entrate per controllare se gli acquisti SUPERIORI AI 3600 EURO sono compatibili con i redditi dichiarati al Fisco
Dopo il sistema “SERPICO” messo a punto dal Governo Monti per stanare gli evasori mediante i conti correnti (in realtà criticato per alcuni buchi che presenta, come ha evidenziato anche l’ex Ministro per l’economia Visco), il Governo Renzi non usa nomi “a effetto” per introdurre un proprio sistema stana-furbetti: lo Spesometro. Esso è scattato ufficialmente lo scorso 22 aprile. Vediamo come funziona.
COME FUNZIONA – Lo Spesometro è stato messo a punto dall’Agenzia delle entrate per controllare se gli acquisti di lusso dei contribuenti sono compatibili con i redditi dichiarati al Fisco. E individuare così più facilmente i presunti evasori. Nel mirino ci sono tutte le spese superiori ai 3.600 euro: dai gioielli alle automobili, dall’abbigliamento e gli accessori firmati fino all’iscrizione a club sportivi. Passando per vacanze esotiche e arredamento di alta gamma.
Il 22 aprile riguarderà solo imprese e commercianti, che ogni tre mesi devono trasmettere i dati relativi all’Iva e versare all’Erario l’eventuale differenza positiva tra quella incassata dai clienti e quella versata ai fornitori. I commercianti al dettaglio dovranno comunicare non solo le vendite per le quali hanno emesso fattura, ma anche quelle documentate solo da scontrino o ricevuta.
LA SECONDA FASE – Il 30 aprile, invece, a girare la “comunicazione telematica” all’Agenzia saranno le banche e gli operatori finanziari che fanno da intermediari tra il consumatore e il negoziante: quest’anno dovranno rendere noto al fisco se, nel 2013, i loro clienti hanno comprato o venduto beni o servizi per una somma superiore a 3.600 euro. In caso positivo, dalla banca partirà una nota destinata alle Entrate con dentro nome, cognome e dati, importi della transazione e codice fiscale del negozio presso il quale è avvenuto il pagamento elettronico. Quelli in contanti non sono presi in considerazione visto che dal 2012 c’è un tetto massimo di mille euro, cifra oltre la quale scatta l’obbligo di utilizzare la moneta elettronica.
Stanerà davvero gli evasori? Non manca, personalmente, qualche perplessità. Come si fa ad esempio a stanare chi usa denaro in contanti riciclato dal malaffare per acquisti altrettanto compiuti in nero? Visto che esso va a incidere su conti correnti ed emissioni di fatture?
Il sentore è che questo strumento andrà a colpire sempre i soliti, quelli che fanno tutto alla luce del sole e che rischiano di inguaiarsi col Fisco per qualche leggerezza. Il rischio è che lo Spesometro deprimerà ancora di più i consumi.
(Fonte: Il Fatto quotidiano)