Fortificato dalla recente cattura del nemico latitante numero uno Osama Bin Laden, il Presidente americano Barack Obama ha lanciato lo scorso sabato, tramite radio e internet, il nuovo programma petrolifero, giustificandolo col fatto che l’America deve smussare la propria dipendenza petrolifera dai Paesi esteri.
IN COSA CONSISTE IL PROGRAMMA – In particolare, il programma prevede nuove licenze di esplorazione in alcune zone non protette dell’Alaska e del Golfo del Messico. Il tutto per ridurre la propria dipendenza dal petrolio straniero e aumentare la sicurezza energetica. Obama ha ricordato che la benzina, che ormai in alcune zone supera i 4 dollari al gallone (3,78 litri), è una delle spese che più gravano sulle famiglie americane.
Nelle intenzioni del Presidente, vi è la concessione ogni anno di nuove licenze di sfruttamento nella riserva nazionale di petrolio in Alaska (Npra), nel rispetto delle zone sensibili. Un responsabile governativo ha comunque assicurato che non saranno consentite perforazioni nella riserva naturale dell’Artico (Anwr), una vasta area naturalistica nell’Alaska settentrionale a ovest della Npra, che i repubblicani vorrebbero invece aprire all’industria petrolifera.
L’IMPORTANZA DEL GOLFO DEL MESSICO – Obama ha anche detto che, malgrado il disastro ambientale della marea nera seguito all’incidente della piattaforma petrolifera della Bp “Deepwater horizon” avvenuta 13 mesi fa, il Golfo del Messico resta cruciale per l’approvvigionamento energetico degli Stati Uniti e che verranno forniti incentivi per l’esplorazione di quest’area e in alcune zone atlantiche. Dopo la catastrofe dell’anno scorso, le trivellazioni nella zona orientale del Golfo erano state sospese, un divieto esteso fino al 2017.
In compenso, alcuni giorni prima del deludente annuncio, il Presidente Obama ha chiesto al congresso di abolire le sovvenzioni alle compagnie petrolifere, che costano ogni anno 4 miliardi di dollari al governo federale.
LE PROMESSE NON MANTENUTE – Una notizia che non farà certo piacere a quanti, americani e non, speravano che con Obama si avviasse una seria politica in favore delle energie rinnovabili e un graduale abbandono del petrolio e del nucleare. Che dall’America arrivasse una spinta propulsiva ambientalista anche per gli altri Paesi industrializzati e in via di sviluppo. In fondo nel suo programma ampio spazio è (o forse meglio dire era) dedicato all’ecologia, agli investimenti in favore delle energie rinnovabili.
E invece gli ambientalisti sono stati traditi, e con essi la Terra e quanti in giro per il Mondo subiscono sulla propria pelle e quella dei propri cari, i disastri ambientali e l’inquinamento.
(Fonte: La Repubblica)