Nato, nomina della nuova portavoce svela il disegno unico

Nato, nomina della nuova portavoce svela il disegno unico

Farah Dakhlallah è la nuova portavoce della Nato. E’ già stata capo ufficio stampa di AstraZeneca per il Medio Oriente e l’Africa, nonché ex Communications Manager dell’OMS.

Farah Dakhlallah è la nuova portavoce della Nato. Chissene, dirà qualcuno. Giusto, o forse no. Basta guardare il suo Curriculum. La Dakhlallah è infatti già stata capo ufficio stampa di AstraZeneca per il Medio Oriente e l’Africa, nonché ex Communications Manager dell’OMS.

La nomination è arrivata da Jens Stoltenberg, oggi alla guida della Nato. La ragazza ha studiato a Cambridge e alla London School of Economics. Il fior fiore delle accademie britanniche.

Dunque, una donna formatasi negli istituti elitari che contano, ma soprattutto, testimonial di quanto il disegno sia sempre più chiaro.

Dall’Oms alla Nato: la metafora della guerra permanente

Non a caso, ai tempi della Pandemia, sono stati utilizzati termini come “siamo in guerra“, si sono dipinti medici e infermieri come soldati in trincea, sono state utilizzate camionette militari per la messinscena di Bergamo.

La metafora cognitiva della guerra ha contribuito a strutturare la percezione della realtà. Ed è proprio grazie ad essa, se lo stato di eccezione è stato normalizzato e si è giunti alla sospensione dei diritti costituzionali.

Come ci rammenta Maurizio Blondet, la pandemia ha offerto il pretesto per realizzare l’operazione psicologica di più vasta portata mai tentata in tempo di pace: ogni manifestazione pubblica di dissenso o di mancato rispetto di regole insensate è stata duramente repressa. I media e i social media sono stati utilizzati come arma per fare il lavaggio del cervello e censurare il pubblico. E’ stata potenziata la capacità del nuovo esercito di ‘controllori dei fatti’ ed è stato ampliato il campo di applicazione della sorveglianza digitale.

Insomma, ci hanno trasmesso la paura costante, l’ansia permanente. Siamo perennemente in guerra e dunque ingiustizie e soprusi dei governanti sono accettati con maggiore resa dalla massa con la scusa dell’emergenza.

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