Si tratta del ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni della Bielorussia Aleksey Avramenko, scomparso il 4 luglio, a 47 anni.
Fino al 23 febbraio 2024 la Bielorussia raramente veniva citata nelle notizie di cronaca, per il suo essere di fatto un appendice della Russia di Putin, guidata da circa un ventennio senza soluzioni di continuità dal presidente Aljaksandr Lukashenko.
Non che oggi non lo fosse più, anzi. Ma, almeno, sta vivendo con maggiore protagonismo la geopolitica internazionale. Come la morte di un secondo ministro in circostanze alquanto misteriose, alle quali va aggiunta anche la dipartita ad aprile del vice Ministro dell’economia Sergej Mitjanskij, che aveva 43 anni. Pare fosse malato.
L’ultimo a cadere dell’attuale esecutivo bielorusso è il ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni della Bielorussia Aleksey Avramenko, scomparso improvvisamente il 4 luglio, all’età di 47 anni. Anche in questo caso le cause del decesso non sono state rese note. Avramenko ricopriva la carica di ministro dal 2019, mentre dal 2013 era stato viceministro dello stesso dicastero.
Era arrivato alla ribalta internazionale quando fece dirottare il volo passeggeri FR4978 verso l’aeroporto di Minsk il 23 maggio 2021, che ha portato alla cattura del giornalista dell’opposizione Raman Pratasevich. Il che gli era costato delle sanzioni internazionali.
Ministri della Bielorussia morti misteriosamente
Il caso Avramenko ha un precedente: quello nel novembre scorso del ministro degli Esteri Vladimir Makei, scomparso a 65 anni e di cui non sono mai state chiarite le cause del decesso. Come riporta Il fatto quotidiano, Anton Gerashchenko, consigliere del ministero ucraino dell’Interno aveva riferito su Twitter di voci secondo le quali Makei, “uno dei pochi a non essere sotto l’influenza russa”, sarebbe stato avvelenato come “avvertimento” a Lukashenko.
Poche ore prima della sua morte, il Robert Lansing Institute, citando fonti dei vertici militari russi, aveva scritto che il Cremlino intendeva costringere la Bielorussia a scendere in guerra contro l’Ucraina a fianco di Mosca, organizzando un attentato contro Lukashenko.