La Meloni a Kiev comodamente in treno: ma non c’è la guerra?

La Meloni a Kiev comodamente in treno: ma non c’è la guerra?

Ecco cosa ha detto Giorgia Meloni a Kiev per il G7 in Ucraina e cosa non torna di questi viaggi.

I leader del G7 si sono ritrovati a Kiev sotto la presidenza italiana. Grande assente Emmanuel Macron, che ha mandato in sua rappresentanza il ministro degli esteri, ufficialmente impegnato sul fronte interno per sedare le proteste degli agricoltori. Partecipando per tutto il giorno al salone dell’Agricoltura.

Tuttavia, il sospetto è che il presidente francese voglia manifestare il suo dissenso rispetto alla gestione del conflitto da parte dell’Ue, anche perché quando la missione speciale da parte della Russia in Ucraina iniziata due anni fa, fu l’unico a telefonare Putin, oltre che incontrarlo. E tentare di promuovere la diplomazia e il dialogo.

Ma tant’è. La domanda invece è che Giorgia Meloni, come gli altri arrivino a Kiev col treno, nonostante, almeno come ci raccontano i media, parliamo di un paese in guerra. O no?

Il discorso della Meloni a Kiev

Come riporta Il fatto quotidiano, Giorgia Meloni ha tuonato contro la Russia e ha elogiato la resistenza ucraina:

Questo posto è simbolo di fallimento di Mosca e dell’orgoglio dell’Ucraina, ci ricorda che c’è qualcosa di più forte di missili e guerra: è l’amore per la terra e la libertà

Poi ribadisce l’impegno a sostegno dell’Ucraina

Continuiamo a garantire il nostro sostegno all’Ucraina, oggi firmeremo anche le nostre garanzie di sicurezza perché riteniamo che in Ucraina si combatta anche per la nostra libertà e il nostro interesse nazionale

Addita poi l’invasione russa come causa scatenante di altri focolai di guerra:

quello che è accaduto negli ultimi due anni, con focolai di crisi che si continuano a moltiplicare, è figlio di quella invasione

quando saltano le regole del diritto internazionale si rischia di ritrovarsi in un mondo in cui chi è militarmente più forte invade il suo vicino. Non so se ci conviene un mondo del genere

Insomma, continuiamo a finanziare una guerra contro la volontà degli italiani, mentre in Italia aumentano i poveri, anche grazie al taglio del Reddito di cittadinanza voluto proprio dal governo Meloni. Che ne fa anche una fiera bandiera da sventolare.

E, ancora, in un avventurosa e irrealistica analisi geopolitica, addita alla Russia le cause dei disequilibri mondiali, quando in realtà è l’America ad aver fomentato indirettamente (come sa fare bene) sia questo conflitto che quello a Gaza.

Un treno per Kiev

Ora, non è dato sapere, per ragioni di sicurezza, quale tragitto compia un Premier italiano per raggiungere Kiev. Probabilmente, arriverà in aereo in Polonia per poi proseguire il tragitto in treno. Anche perché è un mezzo che ha sempre fatto scena (si ricorderà ne Il grande dittatore come Chaplin sfotteva l’incontro tra Hitler e Mussolini).

Tuttavia, Kiev si trova molto vicina alla Bielorussia, paese come noto filo-russo, l’ultimo rimasto tra quelli europei confinanti e non certo vicinissima a alla Polonia. Varsavia e Kiev distano più di 10 ore di auto e 14 di treno.

Ecco una cartina per geolocalizzare la capitale ucraina:

Dato che i media ci dipingono un’Ucraina totalmente in guerra, che soffre, con milioni di profughi, non è insicuro raggiungere la sua capitale? Oppure, come è la realtà, in guerra è soprattutto la parte ai confini tra i due paesi, piuttosto lontana da lì?

Eppure, a giudicare dalla nonchalance tenuta da Meloni, dall’amica ritrovata Von Der Leyer e dagli altri leader, sembra invece che vadano a farsi una scampagnata di Pasquetta.

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