Margherita Sarfatti, chi era l’amante ebrea di Mussolini che poteva cambiare la storia

Introduzione

La storia non si fa con i sé e con i ma“, vero. Però è sempre interessante analizzare dove sarebbe potuta andare la storia se questo o quell’evento fosse andato diversamente. Come il rapporto tra Margherita Sarfatti e Benito Mussolini.

Analizza il rapporto tra i due un libro uscito da poco: quello di Gianni Scipione Rossi, dal titolo L’America di Margherita Sarfatti – L’ultima illusione. Il quale va così ad aggiungersi ad altri libri che indagano sulle sliding doors della storia.

Vediamo chi era Margherita Sarfatti, qual era il suo rapporto con l’allora Duce Benito Mussolini e in che modo poteva cambiare la storia.

Margerita Sarfatti chi era

Come riporta Wikipedia, Margherita Grassini Sarfatti nacque a Venezia l’8 aprile 1880 e morì a Cavallasca il 30 ottobre 1961. E’ stata una critica d’arte italiana, nota per la sua importanza nel panorama culturale internazionale del tempo.

Si formò sugli scritti di John Ruskin leggendo Marx, Turati e Anna Kuliscioff. Nel 1898 sposò giovanissima, a dispetto della famiglia, l’avvocato socialista Cesare Sarfatti dal quale ebbe tre figli.

Negli ambienti socialisti conobbe un giovane fervente Benito Mussolini, e tra i due iniziò una relazione dalla quale Mussolini ricevette aiuto nella sua affermazione sociale. Così come si servì di Ida Dalser per ottenere i finanziamenti iniziali. Margherita, di fede ebraica, si convertì al cattolicesimo nel 1928.

Il rapporto con Mussolini lentamente si deteriorò, ma con l’approvazione delle leggi razziali la sua fuga dall’Italia non venne impedita.

All’estero continuò a mantenere interesse per la cultura italiana, ma divenne meno visibile rispetto al periodo precedente. Ritornò in patria solo alla fine del secondo conflitto mondiale. Pubblicò il libro di memorie Acqua passata, nel 1955.

L’archivio di Margherita Sarfatti è conservato all’Archivio del ‘900 del Mart di Rovereto.

Come Margherita Sarfatti poteva cambiare il corso della Storia

Come riporta Libero, era primavera del 1934 e Margherita Sarfatti aveva 54 anni.

La sua relazione sentimentale con Mussolini è ormai finita, ma non l’influenza intellettuale che ha su di lui.

Il Fascismo era all’apice del suo potere e da un anno in Germania si era indediato un uomo che aveva assurto Mussolini come suo modello: Adolf Hitler.

La Sarfatti parte per l’America. Un’America che guardava in fondo con interesse, e forse ammirazione per come teneva l’ordine in Italia, Benito Mussolini. A contribuire molto su questa idea un film uscito nel 1933: Mussolini Speaks, prodotto dalla Colombia Pictures (ne ho parlato qui) Il quale aveva perfino riempito le sale cinematografiche.

L’idea di Margherita Sarfatti era quello di raccontare agli americani del proprio Paese, cercando di presentarlo nella luce migliore. Riteneva perfino che l’interventismo del New Deal fosse una brutta copia di quello mussoliniano.

Quando incontra l’allora presidente americano Roosevelt, fa leva sul suo apprezzamento per Mussolini e si convince che ci siano tutte le condizioni per far stringere un’intesa tra i due. Un’intesa che avrebbe portato il corso della Storia e dell’Italia verso tutt’altra direzione. Roosvelt si era convinto di firmare importanti accordi commerciali con l’Italia.

Quando torna in Italia, però, la Sarfatti trova un Mussolini molto diverso. Il Duce aveva conosciuto Hitler e intraprenderà con lui un intenso rapporto collaborativo, che sfocerà prima nelle leggi razziali e poi nell’ingresso tragico dell’Italia nella Seconda guerra mondiale, senza averne le reali potenzialità.

Il resto è Storia.

Conclusioni

Come sarebbe andata la storia? Si sarebbe creato un asse Italia-Usa contro la Germania nazista? Non dimentichiamoci pure il ruolo dell’Unione sovietica, allora in grande ascesa. Magari i tre paesi si sarebbero coalizzati proprio contro Stalin.

Non dimentichiamoci che anche un giovanissimo J.F. Kennedy, futuro amatissimo presidente americano, ebbe, tra i vari scheletri nell’armadio, anche un’ammirazione per la Germania nazista. Ne ho parlato qui.

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