La storia infinita film di destra? Non proprio: autore perseguitato da nazisti

La storia infinita film di destra? Non proprio: autore perseguitato da nazisti

L’autore del libro La storia infinita è Michael Ende, autore tedesco vissuto tra gli anni ’20 e gli anni ’90 del secolo scorso.

E’ noto come la destra italiana si sia impossessata di certe opere letterarie poi diventati film. Il caso più noto è quello de Il signore degli anelli, alla cui prima del primo capitolo uscito ormai oltre vent’anni fa, presenziarono addirittura i vertici di Alleanza Nazionale di allora (oggi Fratelli d’Italia) e di recente è stata organizzata una mostra dedicata al suo autore: Tolkien. Tuttavia, c’è un altro libro e film Fantasy che la destra ha fatto suo: La storia infinita.

Infatti, basta solo dire che il meeting che ogni anno AN prima e Fratelli d’Italia poi tiene ogni anno prende il nome di uno dei due protagonisti del film: Atreyu. Ovvero il giovane guerriero del romanzo che è chiamato dalla Principessa per salvare il regno di Fantasya dal Nulla, un’entità oscura che la sta distruggendo. L’altro protagonista è Bastiano, il bambino che legge il libro e fa così muovere l’avventura. Per poi farne pienamente parte.

In realtà però, la Storia infinita con la destra non c’entra nulla, visto che il suo autore fu perfino perseguitato dai nazisti. Ripercorriamo la sua storia.

Perché La storia infinita non è un libro di destra

Il film La storia infinita è un cult degli anni ’80, che visto oggi è ancora fresco, coinvolgente e sorprendente. Seguiranno due sequel negli anni ’90 che però non hanno avuto lo stesso successo e non sono paragonabili al primo film. Il sequel è la seconda parte del romanzo.

L’autore del libro è Michael Ende (nome completo Michael Andreas Helmuth Ende), autore tedesco vissuto tra gli anni ’20 e gli anni ’90 del secolo scorso. Pubblicò La storia infinita nel 1979, ma prima aveva già dato alle stampe alcuni anni prima un altro libro fantasy, Momo. Rivalutato dopo il successo del secondo romanzo e oggetto a sua volta di due trasposizioni cinematografiche.

Ende visse un’infanzia e giovinezza difficile, nella cornice della Germania nazista. Come racconta Wikipedia, il padre Edgar Ende aveva un’attività artistica inizialmente ben avviata, ma con l’avvento del nazismo fu costretto a sospendere qualunque esposizione. L’anno successivo tutte le sue opere furono confiscate dalle autorità in quanto considerate “arte degenerata” (Entartete Kunst).

Nel 1937 arrivò per l’adolescente Ende anche una tragedia: la morte di un suo intimo amico, Willie, a cui si ispirò per le fattezze fisiche, per il succitato personaggio di Bastiano. Nel 1941 una sospensione scolastica lo spinse a pensieri suicidi, che riuscì a superare, mentre l’anno successivo evitò fortunosamente l’ingresso nella Hitler Jugend. Per intenderci, la versione nazista dei ballilla fascisti.

Tuttavia, non riuscì a evitare completamente la guerra: nel 1945 Michael venne forzatamente arruolato per l’estrema difesa della Germania nazista, ormai prossima alla disfatta totale. Dopo un addestramento di un solo giorno fu mandato al fronte, dove vide morire tre suoi compagni nei primissimi combattimenti.

Michael gettò a terra il fucile e scappò, percorrendo a piedi durante la notte ottanta chilometri, nel tentativo di raggiungere Burach, dove viveva sua madre. Entrò anche in un’organizzazione antinazista (il Fronte per la Baviera Libera) sino al termine della guerra.

Quindi, attribuire una collocazione di destra a La storia infinita o comunque a qualcuno dei suoi personaggi, è uno schiaffo alla memoria di Ende.

L’aneddoto poco conosciuto dietro La storia infinita

Ma c’è un’altra questione poco nota sul libro. Proseguendo prima con la biografia di Michael Ende, negli anni ’50 dovette affrontare la drammatica separazione dei genitori, salvando la madre da un tentativo di suicidio. A salvarlo fu l’arte: la pittura, il teatro ma, soprattutto, la scrittura. Riuscendo a farsi pubblica un libro dopo un primo rifiuto: Le avventure di Jim Bottone, che ottenne anche un premio per la Letteratura destinata all’infanzia.

Dopo un seguito del libro che però non ebbe lo stesso successo e il matrimonio, a inizio anni ’70 riuscì a farsi pubblicare Momo che ricevette un premio per la letteratura destinata all’adolescenza. Il libro prevedeva anche delle illustrazioni e, come detto, sarà oggetto di una trasposizione cinematografica nel 1986 e di una inversione animata nel 2001.

Dopo la pubblicazione del libro La storia infinita nel 1979, tre anni dopo firmò il consenso per la trasposizione cinematografica, che arrivò di fatti nel 1984. Ma qualcosa andò storto.

Apprese infatti solo in seguito delle enormi modifiche che produzione e regista volevano apportare alla storia, quando ormai era troppo tardi per opporsi. Questo il suo commento amareggiato:

Auguro la peste ai produttori. Mi hanno ingannato: quello che mi hanno fatto è una sozzura a livello umano, un tradimento a quello artistico

La pellicola fu proiettato ugualmente nonostante i tentativi dello scrittore per bloccarlo. Intentò una causa alla produzione perché fosse eliminato il suo nome dai titoli di testa, causa che, nel 1985, perse.

La morte di Michael Ende

Per la cronaca, dal 1992 iniziò a provare intensi dolori allo stomaco e solo 2 anni dopo gli fu diagnosticato un cancro. Michael Ende morì il 28 agosto 1995, all’età di 65 anni. Portandosi dietro qualche soddisfazione ma anche tragedie e amarezze.

Qui invece abbiamo parlato del finto legame tra la destra italiana e Il signore degli anelli.

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