Nel suo blog personale infatti, Storace dedica quasi tutti i giorni post critici al suo ex Presidente, come se quest’ultimo fosse un’ossessione, o in fondo lo sia già; come potete voi stesso constatare: http://www.storace.it/. Per carità, è il suo sito personale e può scriverci ciò che vuole. Ma un leader politico, pur se di un partito che non arriva al 3% nazionale, deve parlare soprattutto dei problemi del Paese e di come egli pensa di risolverli, per una politica propositiva e non spesa contro un avversario; anche perché La Destra a livello locale è praticamente ovunque alleata col Pdl.
Quando tre anni fa (ufficialmente il 26 luglio 2007) Storace uscì da An e cofondò insieme a Teodoro Buontempo e poche decine di altri ex An, La Destra, ebbi grande stima di lui per la sua coerenza e fermezza politica; con l’adesione di An nel Pdl, o se preferite, con An che diluiva in Forza Italia, quel partito rappresentava l’unica realtà che si rifaceva ancora alla destra sociale simil Msi di Almirante, e in fondo ciò che è stata Alleanza Nazionale fino al 2002, prima che Fini andasse si recasse in Israele e cominciasse un cammino di “democristianizzazione”.
Inoltre, pare che Storace sia ben intento a tornare alla corte del Cavaliere, non solo come già fa a livello locale ma anche a livello nazionale. Forse anche questa scelta rientra nell’ossessione verso Fini; ovvero: se lui ne esce, io per dispetto vi entro.
Avvilente poi il fatto che il sito ufficiale del partito non si discosti tanto dalla linea del suo Segretario: http://www.ladestranews.it/index.php, mentre più interessante è il Blog del co-fondatore Teodoro Buontempo: http://www.teodorobuontempo.it/; se non altro parla di problemi attuali (immancabile ovviamente qualche articolo su Fini). Comunque, sempre però meglio loro che la Santanchè, che dal partito ci uscì dopo circa un anno (fu anche candidata come Premier nelle politiche del 2008).
Speriamo che Storace viri la propria linea politica e quella del suo partito. L’Italia ha bisogno della destra come della sinistra, mentre la politica italiana sta convergendo sempre più al centro, difendendo interessi particolaristici anziché quelli della comunità.
Come ho scritto nel libro “Addio alle armi” (edito Boopen), anziché verso il bipartitismo ci stiamo dirigendo verso il bicentrismo.