Eppure a sentire o leggere le dichiarazioni di chi ci governa, in Italia c’è una ripresa e la crisi è alle spalle. Ma a leggere i dati della CGIA di Mestre (Centro studi che analizza la salute economica di artigiani e commercianti) ci si rende conto che le impressioni quotidiane che si hanno facendosi un giro per strada, sono reali. Del resto, chi ci governa proviene da famiglie agiate, che non sanno minimamente cosa vuol dire spedire migliaia di Cv senza ottenere risposta, saltare i pasti, non potersi permettere una cena fuori casa o una vacanza e comprare i medicinali. Ecco di seguito il confronto tra quanto dice chi ci governa e i dati della CGIA di Mestre.
Crisi economica, cosa dice chi ci governa
Come riporta Sputnik news, il ministro dell’Economia Padoan afferma:
I dati sulla fiducia sono molto positivi. Incoraggiano a proseguire nella strada intrapresa e a rendere strutturale la ripresa dell’economia
Lo ribadisce con sicurezza il sottosegretario alla Presidenza, Maria Elena Boschi:
Le riforme dei Millegiorni e le misure del governo funzionano. Ridiamo slancio al futuro dell’Italia
Lo conferma il Foglio attraverso la penna di Cerasa:
I dati su export e produzione industriale ci dicono che i paesi ripartono seguendo l’agenda Draghi, non quella Camusso (…) Rispetto all’estate del 2016 l’Italia ha qualche certezza in più e qualche bolla in meno con cui fare i conti. Investire sulla globalizzazione, archiviando dunque la retorica vuota del protezionismo economico, non è più un rischio politico, ma è una necessità cruciale per far crescere un paese e sgonfiare la bolla del sovranismo protezionista. Investire sui benefici prodotti dall’euro, archiviando dunque la retorica vuota e inutile del “è tutta colpa dell’Europa”, non è più un azzardo morale, ma è una necessità cruciale per far muovere un paese e sgonfiare la bolla del sovranismo monetario.
Come stanno le cose secondo la CGIA di Mestre
Il Centro Studi fa sapere che artigiani e piccoli commercianti sono in ginocchio. Negli ultimi 8 anni sono morte 158mila imprese tra botteghe artigiane e negozi di vicinato e di conseguenza hanno perso il lavoro circa 400mila persone. E la Cgia stessa rincara la dose. La caduta purtroppo è continuata anche negli ultimi 12 mesi: tra il giugno di quest’anno e quello del 2016 il numero delle imprese attive nell’artigianato e nel commercio al dettaglio é sceso di 25.604 unità. Di fronte a questi numeri sarebbe opportuno ridurre il tono trionfalistico delle veline stampa e rimboccarsi le maniche per salvare il salvabile.
Per Visco ripresa congiunturale ma proseguire su stessa strada
Se da un lato il governatore della Banca d’Italia Visco frena un po’ i toni trionfalistici di chi ci governa, dicendo che la ripresa c’è, ma è congiunturale e non strutturale, dall’altro afferma che occorre continuare “sulla strada delle riforme e dell’innovazione in grado di far crescere le imprese e metterle in condizione di competere a livello globale”. Eppure, non ci sembra che le cose stiano andando proprio così. Non siamo di certo diventati più competitivi, anzi. Dato che dall’Italia scappano tutti e gli unici a provenire dall’estero sono i turisti, ma oltre che per le nostre bellezze, anche per l’insicurezza di altri Paesi europei causa terrorismo. E per di più, malgrado disservizi, prezzi vergognosamente alle stelle e casi di violenze (come quelle a danno dei due turisti polacchi a Rimini).
Il Pd ci governa da oltre 5 anni e lo farà ancora fino ad inizio anno prossimo. Completando una sestina. Col rischio di un rinnovo per altri 5 anni. Il centrosinistra è abile nel tenere il potere tramite giochi di palazzo. Lo ha fatto dal 1996 al 2001, cambiando 4 Premier e poggiando su transfughi centristi e lo sta facendo ora dal 2012. I risultati economici e sociali sono però sotto gli occhi di tutti. Almeno si spera.