Europa sotto attacco e difficilmente ce la farà
IL POPOLO EUROPEO STA INVECCHIANDO, I SUOI MODELLI ECONOMICI SONO CROLLATI E ORA VIENE INVASO DA QUEL MONDO CHE HA SEMPRE SOTTOMESSO
Dopo secoli passati all’attacco, a conquistare il Mondo ed imporre le proprie idee, l’Europa è oggi sott’attacco. Proprio da parte di quei tre/quarti del Globo che, con superbia e relativismo culturale, ha sempre ritenuto Terzo o perfino Quarto mondo. O, al massimo, ”in via di sviluppo”.
INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE – L’accezione ”vecchio continente” è oggi per l’Europa quanto mai azzeccata. La popolazione sta invecchiando, con nascite ormai prossime allo zero non solo nei paesi Nord europei, dove il fenomeno è consolidato da quasi un secolo, bensì anche nei paesi del mediterraneo. Fino a qualche anno fa ancora prolifici nel figliare. Di qui, la previsione, forse pessimistica, che da qui a un secolo gli europei oriundi saranno la netta minoranza. Complici la crisi economica da un lato e la crisi dell’istituzione familiare dall’altro, che induce le coppie ad avere mediamente un figlio a testa o a non sposarsi affatto. Per effetto anche del crescente edonismo e individualismo nell’Occidente in costante crescita a partire dagli anni ’80, che tenta sempre più gli individui a una vita da eterni single, senza impegni duraturi.
IL CROLLO ECONOMICO – La crisi economica riguarda anche il crollo sulle loro gambe dei due modelli economici su cui l’Europa ha poggiato per una settantina di anni: il comunismo e il capitalismo. In realtà, dal dopoguerra agli anni ’80, nella parte Ovest del Vecchio continente ha prevalso un tipo di economia mista. In cui Stato e privati convivevano. Ad Est, invece, come noto ha prevalso il comunismo fino alla fine degli anni ’80.
Con il crollo del muro di Berlino, a prendere piede diffusamente da ambo le parti è stato il Capitalismo, con la convinzione che l’American dream fosse esportabile anche da noi. In realtà, però, a parte l’illusione degli anni ’90, anche il Capitalismo ha finito per disfarsi sotto i colpi della speculazione finanziaria. Con un primo colpo pesante nel 2001 e un altro decisivo nel 2008.
COME UN VECCHIO PUGILE – Oggi, pertanto, l’Europa appare stanca, sempre meno imperialista. Sul viale del tramonto. A parte qualche sussulto recente in Medioriente (Afghanistan, Iraq e Libia). Gioca in difesa, presa d’assalto da quel resto del Mondo che ha cercato, spesso con successo, di colonizzare per secoli. Alla luce dei problemi socioeconomici di cui sopra, però, difficilmente riuscirà a difendersi ancora a lungo.
L’altro Mondo, quello africano, mediorientale e asiatico, è in perfetto vigore. La sconfitta sembra inevitabile e l’unico modo per uscirne col minor danno possibile è scendere a patti con questi Paesi. Smettere di atteggiarsi in modo ridicolo ancora a superiori. Si rischierebbe di fare la fine di un ex campione del pugilato ormai settantenne che sfida uno ventenne all’apice della sua carriera.
Se l’Europa vuole invece tornare ad essere vigorosa, deve ripopolarsi e pensare a un’economia più umana. Solo così il tramonto acquisirà le tinte di un’alba.